Missioni Consolata - Aprile 2005

DOSSIER VIETNAM Libertà di religione e diritti umani. NAZIONI UNITE Chi vuole «Uccidere» I'Onu? NICARAGUA Un paese in vendita, un popolo In lotta. A PRILE 2005

Con questo viaggio in KENYA vogliamo stabilire un incontro personale con le popolazioni locali, osservando la loro vita e i loro costumi, nei luoghi dove si verifica la {>romozione umana e l'evangelizzazione dei missionari. E un viaggio di ((conoscenza» che ci apre a vasti orizzonti e ci educa alla mondiaUtà e, per i credenti, alla fraternità e alla solidarietà evangelica. padre Adolfo De Col Cono Ferrucd 14 • 10138 Torino tel. 011/ 4.400.444 · fax 011/4.400.459 E-mail: adolfo.decol@tln. lt ---------------------------

Ai letto ' E accaduto tra il21 e il22febbraio scorso, aSan ]osé de Apartado Urabd, dipartimento di Antioquia, nord-ovest della Colombia: 7 civilidella Comunità di pace, tra cui il leader Eduardo Guerra e tre bambim~ sono stati massacrati a colpi di machete, /atti apezzi egettati in un fossato. «Una vergogt;a per l'umanità» ha esclamato Amen'- go Incalcaterra, direttore aggiunto dell'Ufficio colombiano dell'Alto commissariato delle Navoni Unite per i diritti umani. La vergogna non sta solo nella barbonedtinostrata in tale eccidio, ma cheacompt'erlo sia stato l'esercito, cui è affidato il compito diproteggeretaliComunità. Quello di San ]osé è solo l'ultimo di una lunga serie di crimim; con cui si vuole uccidere ognisperanza di pace in un paese martoriato da oltre 40 anni di guerra civtle. P assaggio obbligato verso i dipartimenti circostanti~ il temiorio di San ]osé e le sue 32/razioni è unpunto strategico pergliattoridel conflitto armalo: esercito, guemgJia eparamilitari. Inoltre, questa zona, essendo molto fertile e ricca di carbone, ha attirato l'attenzione di imprese nazionali e transnazionalt~ per le quali è utile lo sfollamento messo in atto dai paramilitari, che terrorizzano la gente e la costringe ad abbandonare le ]oro terre. Difronte a tale situiJzione e al problema detto sfollamentoforzpto a livello nazionale, ii vescovo della diocesi di Apartad61 mons. Isa{as Duarte Concino (assassinato nella città di Cali nel 2002), propose la costituzzone di spazi neutrali, dove fosse garantito il n'spettoalla vita eall'integnià della popolazione civile. l/23 marzo 1997, 500 contadini di 17/razioni di San ]osé decisero di organiuarsi per allontanare la guerra dal territon'o, di non collaborare con nessun gruppo armato, di sviluppare un processo di neutra· lità, in un paese dove questa è severamente combattuta da tutti gli atton· armati. Co1-tl'accompagnamentoformativo el'assistenza giuridica della Commt'ssione intercongregazionale di Comumià e lavorare in gruppo, i contadinihanno n·- conqut'stato pocoapoco ilterritorioperso, hannocreato le condizioni per t1 ritorno di tutte le/amiglt'e nelle proprie terre e dato vita a strutture di organi1.1.a· zione sociale, formazione culturale, produzione e commerciali1.1.azione dei /rutti del loro lavoro. Tale processo non è stato indolore: oltre un centinat·o dipersonedella Comumià di pace sono stateuccise da formazioniguemglz'ere, esercito eparamilitari. Senza contare le dz'struzioni, /urti, attacchi eminacce. L a detemrinazione della Comunità di San ]osé di continuare ilprocesso di resistenza non viole n/ a, le ha attirato l'altenzione di numerosiorgant'smi ùlternazlonali: la rivista statunitense Fellowship of Reconcillation le ha assegnato il premio P/e//er della pace. Su raccomandazione della Corte interamericana dei dirittiumam: la Corte costituzionale della Colombia, lo scorso anno, ha dichiarato che la Comunità di pace ha diritto aunaprotezione speciale da partedelleforze armate, perché regolarmente esposta alle vessazioni della guemglia e deiparamilitari. La continuazione di questo processo di resistenza ciVIle e nonvioienta dipende in larga misura dal coinvolgimento di ampi settori dell'opinione pubblica e dall'azione di diverse organizzazioni nazionali ed t'nternazionali. Amnesty International ba avviato una campagna dipressione sulgoverno colombiano, in dt'- fesa di questa comunità (www.amnesty.it/primopianolcolombia). Tenendo conto della degradazione e/erocità del conflitto colombiano, la sola esistenza della Comunità di pace di San ]osé diApartadO (e di altre esperienze simi/t) è già un successo e prova che è pombile resistere collettivamente alla guerra e alla barbart'e. Tale esperienz0; pot~ va oltre la semplice neutralità. La Comunità aipace, con i suoiprocessi economici di tt'po comunitario, le relazioni democratiche di autogoverno, la convivenza civile che risolve le tensioni Giustizia e Pace, la Comunità di pace di San ]osési è orgmtiuata in modo tale da diventare un interlocutore per t1governo} peristituzioni nazionali e inter· nazionali. . . _ .... _ ·~ - pacificamente, testimonia che è pombile un'alterna· Con la strategia di vivere in LA Cll'lliV1D LIBR01Dllt tiva almodello dominante di sviluppo economico e convivenza sociale sia in Colombia che t'n altreparti de/mondo. BENEDETTO BELLESI .. .: ~ . --~ ~ -.- i.

numero 4 • aprile 2005 • anno 1 07 ' SOMMARIO In copertina: Toriblo, Colombia Foro: Enzo Baldoni D numero è stato chiuso in redazione il 7 mano 2005. La consegno alle poste di Torino è avvenuta p rima d ellO aprile 2005. Ai lettori ResistenZa alla barbarie di Benedetto Bellesi pagina 3 Dai lettori Cari missionari (lettere a MC} TESTIMONI Colombia (prima puntata) Dove l' utopia muove le montagne pagina 6 RUBRICHE di Ugo Pozzoli pagina 12 Chiesa nel mondo pagina 10 Sudan 40 anni di crocifissione di Silvana Bottignole pagina 24 Siria Il deserto sta fiorendo di Elisabetta Bondavalli pagina 49 Provocazioni missionarie Dalla parte degli esclusi di Paolo Brunacci pagina 20 «Così sta scritto... >> (}) di Paolo Farinelta pagina 54 Al supermercato delle religioni (quarta puntata) Sdentology di Maurizio Pagliassotti pagina 56 Come sta Fatou? Manuel Antonio ce la farà di Pier Paolo Balladelli pagina 68 NOVITÀ n mondo visto dal Palazzo di vetro pagina 71 Tuttomondo pagina 72

IL DOSSIER DEL MESE Vietnam: )jbertà religiosa e diritti umani Più BASTONE CHE CAROTA a cura di Benedetto Bellesi L' ALTRO MONDO Italia Cuneo - Non solo moda di Dino Sassi pagina 52 Viaggio in America Centrale: Nicaragua (prima puntata) Mondi locali ed ecosistemi a rischio di José Carlos Bonino pagina 59 Fotografie (i 1111meri indicarw le pagine): pagine 29-48 Archivio lMC (.54,55) - Baldoni (4,74) - BeUesi (35) - Bemardi (73) - Bignorri (72) - Bondavalli (4) - Sonino (59-65) - Bottignole (28) - Caramanti (29.30,32,34,36,38.41, 42,43,45,46,48) - Comboni Press (27-28) - franzoi (74) • Gassis (24-27) · Internet (7,10,11,37,44,47,56-58) - Melfa (5) - Moiola (5,3 J ,45,66,67) - Oikoumene (39,40). l dati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le finalità della rlvìsta. Il responsabile del loro trattamento é l'amministratore. cui gli Interessati poS&Qno rivolgersi per richiederne la ve· rifica o la cancellazione ~egge 675/1996). r------------------------- - : Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori - -----, l l e non riflettono necessariamente l'opinione dell' editore. : l l L---- - --- ---------J Mensile del Missionari della Consolata Fondato nel 1 899 Direzione, redazione e amministrazione: Corso ferrut cl, n. l~ - lO138Torino tel. 011.·4.'400.400 - f'!lX OIIA.400AS9 E-mail: rivlsta@missloniconsolataonlus.it Sìto internet: www.missionlcoMolataonl us.it Direzione; Benedetto Bellesi {direttore- .'438) Francesco Bemardi (direttore resp. • .«6) Gìacomo Manottl (resp. rivista «AHICG» - .43~ ) Redazione: Benedetto Bellesi {bellesi@missionarlconsolata.it) Paolo Molo.la (caporedattore - .'fS8) Ugo Po;uoll (.492) Collaboratori: A.Antonelll, B.Balestra. S.Battaglia, M.Bello (dii/ Burkina), S.Bottlgnole, S.Calvanl (dà Bogotà), C.Caramanti, O. casali, M. Chierici, G.Chiesa. D,Dal Boo, P.Farinella. Alano, M.Pagl~orti, P.Pescall, S.Petravlc, G.Satt.in (medldna), I.Tubaldo sito 1ntemet: Paolo Moiola e Maurizio Pagliassotti Archivio fomaraftco: Fra.nq Fanton Grafico: Carlo Nepote S~a: Tippgrafia Canale, Borgaro (Torino) Edftore: MtssroNJ CoNSoLATA ONLus Amministratore: Guido Fillpello, tel. O11 .4.-400.+47 Segreteria; p.Giovanni Venturini, tel. O 11 .4.-400.439 Ufflcto: tèl. O11 .4;-400.>447 - &x O11.-i.-400.411 Conto correme postale n. ll.40.51.35: si rin,.azlano vivamente i lettori che sostengono l'impegno di formazione ed informazione di «MISSIONI CONSOt.ATA ONLUS». Tutti f contributi o offerte sono detraibili dalla dichiarazione «MI redditi. Sped. a.p., a.l, c.20.c.,lege .662196 App. ecc. -flwt. tr: Torino - 15. 6. 48, prot 79 Jsel'itto re&• nu. stampa- C./5060 113+4-4 17. lO. 91 ~ Oli'USPI

La religiosità di George W. Bush Spettabile redazione, leggo sempre con attenzione Missioni Consolata, perché parla di temi impor· tanti, con un'ottica spesso controcorrente rispetto ai nostri mass media. In riferimento all'artico· lo di Paolo Moiola (MisstoniConsolata, dicembre 2004), sono in sintonia con lui su gran parte di quanto ha scritto, ma rilevo alcuni punti di di sse· cordo. Convengo sul welfare degli Stati Uniti, po· vertà e disuguaglianze sociali esistenti nel paese più ricco del mondo: dati che a noi, in Italia, sono poco conosciuti, ma ben evidenziati da riviste internazionali come Time o Newsweek. Sono, però, in disaccor· do per quanto ha scritto circa l'ambiente evangelico che sta dietro al presidente Bush: affermazione generica sull'evangelismo fa di ogni erba un fascio, non nmarcando le profonde diversità tra le varie confessioni religiose americane. Non credo che gli evan· gelici europei e italiani la pensino come gli america· ni; non mi risulta, per esempio, che valdesi o bat· ti sti a Torino siano sulle stesse posizioni di Bush. P er la cronaca, occorre ricordare che il signor Bush esce da una famiglia Wasp episcopaliana del New England e che, solo dopo il matrimonio (prima conduceva una vita giovanile sregolata), si è convertito alla confessione battista, che ha frange integraliste e radicali, che hanno influenzato il pensiero e modo di agire del futuro presiden· te degli Stati Uniti (fonte: MC l aprile 2005 pagina 6 • • • m1ss1onar1 Time Magazine). Sarebbe più corretto, perciò, non etichettare come vetero protestantesimo ciò che è radicale e non riconoscere, invece, le posizioni moderate e pacifiste che sono proprie di larga parte dell'evangelismo. Queste precisazioni gioverebbero anche ad un ve· ro ecumenismo, che deve prevalere tra i cristiani. Walter Giacomelli (via E-mail) Sì, <<l'ambieote evangelico» dd presidebte George W. Bush va esplici tato. E bene ha fatto il lettore a rimarcarlo. «Jihad» è sforzo, non guerra santa Spettabile redazione, ho letto l'articolo di Angela Lano sull'islam, dedica· to al jihad. Mi ha lasciato molti dubbi, sui quali desi· PER ALDO ERA TUTTO INTERESSANTE Cari missionari , il 4 gennaio 2005 è morto mio marito, dottor Aldo Casarotto, di 92 anni. Perché ve lo scrivo? Perché, quando arrivava la rivista Missioni Con· solata, egli si sedeva e cominciava a leggerla dalla prima pagina all'ultima; per lui era tutto interessante; tuttavia su alcuni dossier si fermava più volte e voleva che li leggessi anch'io, per dargli conferma o meno della sua opinione in merito. Ebbene, cari missionari , tutte le volte che arriverà Missioni Consolata, mi si rinnoverà il dolore pensando a mio marito, ma non potrò fare a meno di seguire l' esempio suo e, magari, mettere la rivista da parte per rileggerla più avanti con più attenzione come faceva lui. Vi chiedo una preghiera per lui ed anche per me: soffro molto per la sua dipartita, anche se so che n suo spirito è vivo. Grazie delle moltissime e belle ore che la rivista ha fatto trascorrere a mio marito, che tanto l'apprezzava. Porgo distinti saluti. Ersilia Confalonieri, vedova Casarotto, Seregno (MI) Lettera bellissima, per lo spirito di apertura del carissimo dottor Aldo. Nell'affermare che tutta la rivista era interessante, con ogni probabilità non significa che sia stato interamente d'accordo con i temi trattati. Tuttavia era «semper paratus doceri», ossia sempre pronto ad imparare, a confrontarsi con nuove realtà: e non solo per giudicarle negativamente, anzi! Signora Ersilia, grazie di averci trasmesso questo incomparabile insegnamento di suo marito. dero un chiarimento. Premetto che nei confronti dei musulmani, almeno per quei pochi che conosco, provo rispetto e per certi aspetti anche ammirazione. L'articolo cui mi riferì· sco parla molto di pace, perdono, tolleranza e rispetto, anche nei confronti di altre religioni. Parla di come, nel corano, questi atteggiamenti siano «fondamentali» per un musulmano. Ma dai mass media ci arrivano notizie molto diverse. Per esempio: come nei paesi islamici ci siano esecuzioni o mutilazioni pubblkhe, anche per piccoli reati; come siano poco tolleranti con chi non rispetta tutti i precetti. Inoltre chi si converte ad un'altra religione deve nascondere la propria fede per paura di essere ucciso (se ricordo bene, ne ba parlato anche Missioni Consolata). Forse queste sono solo «voci». Però sono in profonda contraddizione con il messaggio trasmesso dall'articoHsta. Ho l'im· pressione che l'islam si di · vida tra una j>arte «ideolo· gica» e una reale. Vì sarei grato se mi deste una risposta in proposito. Grazie da un lettore a voi affezionato. A lbertoVilla Rovereto (TN) n lettore si riferisce a «Sulla via eli Allah» dì Mimoni Consolata, settembre 2004. L'articolo ricorda che <<Ji'had>> significa <<sforzo», non guerra, né, tanto meno, «guerra santa», anche se non la esclude . Come altri significativi testi dj g ran di religioni, il corano è vissuto dai credenti in modo contra-

stante ed opposto: suUa via dell 'odio e su quella de.U'amore. Ma, su questo ed altro, interverrà presto Angela Lano. L'ambiente in Il comandamenti Spettabile redazione, ho letto le interviste di Paolo Moiola a Serge La· touche «Schiavi del mercato e delle sue leggi» (Mis· stoniConsolata, gennaio 2005) e a Wolfgang Sachs «Né giustizia né pace sen· za ecologia>> (Missioni Consolata, febbraio 2005). Condivido le opinioni delle personalità intervistate e, a conferma, invio un «dodecaJogo dell'ambiente», cbe scrissi nel 1990. Recentemente sovrapposi un logo, tratto da Le Monde, 6-08-2003, che mi è sembrato molto perti· nente al tema trattato. Leggo sempre con interesse Mim'oni Consolata e mi congratulo per l'umanità e la spiritualità negl i argomenti trattati. prof Bruno Fassi San Mauro (TO) Complimenti , p rofes· sorc, per il suo «dodecalogo dell'ambiente>>. Non poteodolo pubblicare interamente, ne riportiamo la conclusione. <•Una politica territoriale di tutela dell'ambiente è una politica della vita per tutti gli esseri viventi, compreso l'uomo, avendo presente che: "Non ci sarà pace definitiva né coesi· stenza vera tra l'uomo e la natura finché l'economi· smo (non l'economia!) non rinuncerà al dogma assurdo della crescita infi· nita in un mondo finito" (Philippe Lebreton, 1986)>>. La bibbia sbaglia? Cari missionari, sono una vecchietta e, fin da bambina, leggo la vo· stra rivista, che un tempo aveva solo quattro paginette in bianco e nero e raccoglieva soldi per «battezzare i moretti». Mi rivolgo a Paolo Fari· nella, che invita a farlo. Non ho mai letto la bibbia, ma sono stata allevata da un nonno che la conosceva bene; la citava ogni giorno e spesso me ne leggeva pagine e pagine. Q uando voleva insegnar· mi l'orrore della bestem· mia, mi leggeva un brano che diceva: <<Che si secchi la mia lingua, che si para· lizzi la mia mano destra se io offenderò Dio con la parol a~>. Non avevo più pensato a questo, ma da due anni il problema mi ronza nella mente, perché mio marito è stato colpito da un ictus devastante, che lo baiasciato senza parola e paralizzato nella parte destra. Oggi sono ancbe la sua badante-infermiera e ho scarse possibilità di contatti veri esterni. Siamo sposati da 50 anni e posso garantire che non ho mai (nemmeno u· na volta) sentito mio marito nominare il nome di Dio invano. Pertanto le maledizioni bibliche, ri· portate sopra, non lo dovrebbero riguardare; però vorrei che qualcuno mi spiegasse questo... «svarione biblico». Non posso rivolgenni a mio nonno, morto mezzo secolo fa, convinto che anche le virgole della bibbia fossero verità assoluta. Complimenti per la rivista, che è sempre molto interessante. Marta Po:ao Torino Cara signo ra Maria, lei abita a pochi passi da casa nostra. E noi deside· riamo esserle ancora più vicini con la preghiera. Con molto coraggio e altrettanta semplicità, Jei solleva un problema cruciale: come inrcrprerare la bibbia specialmente nella sofferenza? I l biblista don Fa rineUa le ha già un po' risposto con l'articolo «Perché il dolore e la morte?» (cfr. Missioni Consolata, febbraio 2005). Inoltre veda l' in· tervento nella pagina seguente. Noi, sommessamente, la invitiamo a ricordare: l. All ' interrogativo «perché il dolore aeU'uomo?», Dio ci risponde con il suo Figlio crocifisso, ma anche ri sorto. 2. La bibbia non è da assumere in senso lene ratistico: ossia parola per parola. Questo scontìna nel fondamentalismo reli_g1oso, che pona ad una forma eli suicidio del pensiero (cfr. Pontificia Commissione Biblica, !..:interpretazione dello Bibbia nella Chiesa, Città del Vaticano L 993 ). PoveroTagikistan! Cari missionari, tempo fa, dopo aver letto Mim'oni Consolata di aprile 2004 sul Tagikistan, mi era venuto un dubbio: forse, nel descrivere la crisi della piccola repubblic.a ex-sovietica (in particolare nel dire che negli anni del comunismo le cose andavano meglio), Bianca Maria Baleslra aveva esa· gerato. Invece, qualche mese dopo, guardando un filmato diRai Uno per la rubrica Superquark e, soprattutto, ascoltando In dram· matica testimonianza di Donata Lodi, coordinatrice di Unicef Italia, mj sono resa conto c.he non solo il mio dubbio era privo di fondamento, ma cbe la si· MC l aprile 2005 pagina 7

MA PERCHE CRISTO HA FATTO SECCARE IL FICO? Botta e risposta tra un lettore e iL nostro collaboratore don Paolo Farinello. D f solito non contesto il contenuto degli articoli giornalistid, ma ora lo faedo, perchi ho avuto lo netta sensazione che la verità sia stata travisata. Si tratta dell'articolo «Perché il dolore e la morte?» di Paolo Farinello (Missioni Consolata, febbraio 2005). «()jo non vuole ni permette alcuna disgrazia». Questa frase non ha fondamento nelle sacre scritture! Il VeccMo Testamento è ricco di episodi che rivelano che Dio è intervenuto in maniera forte nei confronti dell'uomo. E nel Nuovo TestCJmento possiamo ricordare che Cristo fa seccare il fico che non dà frutti fuori stagione, poi c'è la parabola dei talenti, quella delle vergini sagge, il giudizio universale, ecc. Non d è ledto inventare un ()jo che non esiste. Dio permette le disgrazie, non per vendetta, ma perchi l'uomo rinsavisca e salvi la sua anima! Quindi anche in questo manifesto lo sua bontà. A proposito dei bambini, non possiamo ragionare come i non credenti: la Perfetta Giustizia, i cui confini d sono ignoti, li ricompenserà in modo sovrabbondante della sofferenza, sorretta e lenita dalla sua misericordia. Nessuno si può permettere di giudicarLo. Domina gli eventi: dal vangelo ricordiamo lo tempestq sedato, l'invito apregare perché «non accoda in inverno», l'affermazione che i «capemsono contQti» ecc. Che dire di quanto è avvenuto a Vailankanni (India), nuova Lourdes, dove il mare si è fermato all'ingresso del santuario, come riferisce Avvenire e Eco di MedjiJgorje, dopo aver spazzato via ogni cosa? In questo caso il messaggio mi sembra chiaro: in Maria c'è la salvezza, soprattutto quella spirituale! «Dio è già là che aspetta, perché nessuno fn quei tragid momenti si senta solo». Questa frase trova riscontro nel vangelo: basta pensare alla parabola del figliuol prodigo, dove il Padre losda che il figlio cada nel «letame» che si è scelto, ma è anche pronto ad accoglierlo, senza rimproverqrgli nulla quando rinsavisce. «In un tempo in cui attraverso i satelliti si riesce a individuare una formica nera su una pietra nera in una tuazione è ancora pìù tragica di quella denunciata dalla vostra collaboratrice. l - La mortalità infantile è altissima, solo di poco inferiore a quella dei paesi africani più disastrati. 2 -In un paese pieno di nevi e ghiacci perenni, dove le montagne superano i MC l aprile 2005 pogino 8 7 mila metri di altezza e o· spitano ghiacciai come il Fedcenko (tra i più estesi del mondo), una delle e· mergenze più grandi è quella dell'acqua potabile, che non c'è, anche se assi· curarla a tutti costerebbe pochissimo. Se è vero quanto ba dichiarato Donotte senza luna». La frase è completamente Infondata. Questa presunta onnipotenzadell'uomo non esiste: in caso controrio Ben Loden sarebbe già stato catturato e la guerra irachena finita! Maremoti, terremoti ed eruzioni vulcaniche non possono essere collegati alla gestione disordinata del nostro ecosistema, perché non si spiegherebbe l'eruzione del 79 d.C. o il .maremoto che ha colpito Messina hel 1908. L'ipotesi che le catastrofi naturali possano essere causate dai nostri pec,catf, potrebbe essere plausibile, ma indimostrqbfle, perché l'intera umanità dovrebbe vivere per lunghi periodi senza peccare. E veniamo alle affermazioni che riguardano il capo del governo: se ragionasse come l'autore dell'articolo vorrebbe, sarebbe riusdto a occupare l'attuale posizione?Per i suoi interessi riesce a sfruttare bene i nostri egoismi! Due lettere della direzione offrono spunti di riflessione sugli armamenti e le fabbriche d'àrmi. La proposta di riconversfone è un ritornello datato e affonda le sue radici nella propaganda politica degli anni Sessanta e non è attuabile. Io penso che il cristiano non debbo dare indicazioni su come si devono comportare gli altri, ma cercare le vie da seguire in conformità al messaggio evangelico. E allora? I cattolid potrebbero dare un segnale motto forte. Ogni reddito scaturisce dal Pii. Quindi anche chi non lavora nell'industria bellica o chi non vi ha Investito dei capitali, gode dei suoi frutti. Se colcoUamo in che percentuale l'industria bellica contribuisce alla fotmazione del reddito, conosdamo il suo apporto al nostro benessere. Cosdentl che quella ricchezza gronda sangue e sof· ferenze umane, potremmo offrir/a in dono a quei popoli che subiscono la guerra a parziale riparazione. MARIO RONOINA • PU Signor Mario, di fronte alla sua lettera, mi sento in dovere di tentare una risposta, anche se penso che sia molto difficile, perché le sue argomentazioni spazzano via quattro secoli di studi e ricerche bibliche, come anche l'insegnamento del Concilio Ecumenico Vaticano 11, e cioè: che la Provvidenza non si sostituisce affatto all'autonomia delle realtà terrestri e alla responsabilità dell'uomo. Lei ha ancora un approccio scritturistico di tipo nata Lodi, la sera in cui è stata ospite di P iero Angela, 72 mila euro sarebbero sufficienti a garantire acqua di ottima qualità a 98 mila bambini, scongiurando il rischio di dissen· teria, che, come ha ricordato anche Bianca Maria Balestra, è la principale causa di morte al di sotto dei 5 anni di età... 3 -Le aree rurali sono ancora più povere di quelle urbane, tanto che perfino l'esercizio di una pro· fessione di medico procura non più di 2 dollari al mese (Donata Lodi ha detto proprio così: «Due

«fondamentalista» o, per dirla con san Paolo, di natura «letterale». Sono l'autore dell'articolo cn'dcoto e affenno quello che ho scritto da 30 anni e mai nessuno ne ha contestato la fondatezza sia biblica che teologica, perché l'impostazione del problema e la risposta sono coerenti: sfido chiunque a trovarvi qualcosa di «eterodosso». Se usiamo il sistemo del «taglio-ritaglio-e-cuci», tutto è possibile, anche il suo contrario. Ame pare che lei sia stato attento o «singole» offennoziom che, facendo problema alle sue personali convinzioni e tolte fuori dal Loro contesto, dicono assolutamente nulla ofonno dire sciocchezze che mai sono passate per la mia mente. Rispetto tuW gli approcci di natura religiosa, perché sano convinto che per arrivare a Dio vi siano tante strade quante sono le persone; ma non può pretendere di leggere «la scrittura» senza tenere conto degli studi e degli sviluppi degli ultimi quattro secoli, che oggi so-- no insegnamento comune in tutte le università cattoliche, comprese quelle pontificie (tranne qualcuno che, fraintendendo il significato di «tradizione», contesta tutto ciò che viene dopo il Concilio Vaticano II). Mi riferisco olefèvre e altri suoi seguaci, che vedono Dio come «giustizia» e mai come «misericordia». Noi attribuiamo o Dio un concetto di «giustizia modernO», che non ha alcuna cittadinanza nella bibbia, e dimentichiamo che in Dio il nuovo nome della giustizia è «misericordia» o, per dirla con la stessa bibbia, «tenerezza» of meglio, «fremito di viscere» (Sal 51/50). Lei, signor Mario, ha un concetto «maten'alista» di Dio, di stampo cartesiano, e, inconsciamente, se lo immagina come un orologiaio che passo il tempo a sistemare meccanismi, ad aggiustare il dro per tenere a bada tutta quell'umanità ribelle che non sta in riga. A me pare che lei abbia trasferito alla bibbia l'idea di Dio che Lei si è fatto nell'arco della sua fonnazione. Per dare una risposta adeguata alle difficoltà che lei pensa di avere trovato nel mio articolo, dovrei scrivere un intero corso non solo di sacra scrittura, ma anche di teologia e di storia della teologia. Non è possibile. Penso che nella sua città non mancheranno occasioni di approfondimento. Posso solo garantirle che credo fermamente nella Prowidenza e proprio questa fede fonda la certezza che Dio è Padre e, come Padre, non può volere il male o la sofferenza per i suoi ftqli; ma quando questi accadono, perché sono intrece1ati alla vita, Dio è già li. dollari al mese»); pertanto anche i medici si vedono costretti ad accettare lavori d.i ripiego. L'estrema povertà della popolazione tagika è l'ennesima conferma del fatto che il prodotto interno lordo (Pil ) non è un indicatore affidab ile del grado di sviluppo raggiunto da una nazione e del livello d i benessere della sua popolazione. Se si può prestar fede a certi dati statistici, nel 2000 il Tagikistan ha avuto un incremento del Pii superiore all'8%, ma ciò non è servito a ridurre le sofferenze della straQuesto è il succo dell'Antico e del Nuovo Testamento, al di là delle singole frasi che possono anche fare di Dio un assassino o un guerrafondaio o un sadico o un violento senza scuso o un cecchino che si diverte al tiro al bersaglio. La bibbia è parola di Dio scritta con parole umane (legga la Dei Verbum del Concilio Vaticano II, che è vincolante per ogni cattolico); e gli agiografi scrivono con le conoscenze che hanno del loro tempo, i limiti propri e i propri sentimenti. Bisogna sapere distinguere questi livelli; ed è per questo che ho dedicato tutta la mia vita allo studio esclusivo della parola di Dio. Il suo approccio sentimentale merita rispetto, ma lei non può pretendere che sia l'unico e il solo possibile; anzi le garantisco che non fa giustizia né a Dio né alla sua parola, perché lei facilmente Coffe il rischio di fare confusione tra rivelazione, che è vincolante per ogni credente, e tradizioncelle, anche dignitose, che sono e restano soltanto nell'ambito delle devozioni private, libere e non impegnative come le apparizioni della Madonna (comprese quelle di Fatima e Lourdes, riconosciute dalla chiesa, ma non imposte e non vincolanti per i credenti). Lei fa riferimento ad una apparizione ancora sub iudice, come quella di Medjugorje (farse non sa che ai preti è proibito organizzare pellegrinaggi a quel santuario?), che non vuole assolutamente dire nulla. Dell'altra, in India, che ferma l'acqua davanU alla sua cappella e lascia che l'acqua distrugga le case della povera gente, beh, è meglio non parlarne, perché ritengo che la Madonna sia persona seria. Un cattolico che non crede alle apparizioni della Vergine non è meno cattolico di chi invece vi crede: questo è dottrina ufficiale della chiesa. Lei contesta affermazioni che non sarebbero nella sacra scrittura e poi intende provare le sue affennazioni con le apparizioni della Madonna e, per giunta, con quelle che nemmeno la chiesa ha riconosduto né intende riconoscere. Strano modo di affrontare problemi gravi e solenni che toccano l'umanità, come il dolore e la sofferenza, che non sono anni con cui Dio ricatta l'umanità. Questo Dio, caro signor Mario, è morto con Gesù Cristo, che appunto si è limitato afare seccare un fico, per altro già secco, senza fare danni od alcuno se non allo stupore dei discepoU. grande maggioranza dei tagilci; ami, l' impressione è che abb ia con tribuito ad aumentarle. Stefania De Tigris Urbino «Che c'è che oon va in Tagikistan?». Questa lettera completa il reportaPAOLO fAillNEUA, HETE ge della nostra collaboratrice. L'autrice dell'articolo sul Tagilcistan, Bjanca Maria Balestra, chiama in causa (guarda caso) la guerra, mentre Stefania De Ttgris allude alla pessima distribuzione delle risorse economiche. MC l aprile 2005 pagina 9

a cura di Giacomo Mazzotti ' cmÀ DEL VATICANO , NUMERI... MISSIONARI E stata presentata al papa, nel gennaio scorso, la nuova edizione della Guit/4 delle misstOni cattoliche 2005, aggiornata a131 ortobre2004: l'ultima edizione risaliva al1989. n compito è stato affidato apadreGiancarlo Girardi, procuratoregeneraledeimissionariVerbiti, Dalla lettura de] volume, si possono desumere alcune novità. Dal 1989 a oggi sonostate erette134 nuove circoscrizioni ecclesiastiche; altre 1.50 hanno subito modifiche. Attuahnente, sono 1.069 (30% di tutte quelle della chiesa universale nel mondo) le circoscrizioni ecclesiastiche affidate allaCongregazione perl'evangelizzazionedei popoli; esse coprono una popolazione ru 2.850 milionidi persone, 200miladei quali (7 ,02%) cattolici battezzati, cosl distribuiti per continente: 20,23 mila in Africa, 56,88 in America, 1,8 in Asia, 10,8 in Europa e 25,9 in Oceania. A servizio della missione, lavorano circa 85 mila sacerdoti, dei quali 52 mila diocesani e 33 mila religiosi. La loro attività missionaria è sostenuta, inoltre, da 28 mila religiosi non sacerdoti, 45 mila suore e l milione e 650 mila catechisti. (Ft'des) BAGHDAD • IRAQ · DEPUTAn CRISllANI: POCHI, MACl SONO S ono 6 i deputati cristiani eletti nel Parlamento nazionale e altri 5 in quello curdo. I neodeputati cristiani sono stati eletti nel nord dell'Iraqe appartengono a3-4 formazioni politiche, più un indipendente. Sono i rappresentanti dei cristiani irachehi eletti nella tornata elettorale del 30Jennaio scorso. <<Siamo contenti d risultato elettorale» ba detto padre Nizar Semaan, sacerdote siriaco della diocesi di Mosul. «È sicuramente una svolta nella storia dell'Iraq. Come cristiani, quello che adesso ci aspettiamo è MC l aprile 2005 pagina 10 una nuova Costituzione laica e democratica,.che nel rispetto della reHgiosità del popolo iracheno, garantisca la libert.à di tutti. Uno stato laico è la miglior garanzia per tutte le fedi e le molteplici sensibilità del paese. Per questo, rìtengo che la comunità internazionale deve aiutarci nell'elaborare la nuova Costituzione, che potrebbe diventare un esempio di democrazia e tolleranza per rutto il Medio Oriente». (Ft'des) SÀO FÉUX · BRASILE IL «RmRO» DI UN GRANDE VESCOVO S arà il francescano Leonardo Ulrich Steiner a succedere a mons. Pedro Casaldaliga. Giovanni Paolo n ha accettato la sua rinuncia, presentata già due anni fa per raggiunti limiti di età (75 anni) e per le delicate condizioni di salute, designando al suo posto padre Steiner, viceparroco della parrocchia Bom J esus, nell'arcidiocesi di Curitiba, e docente di filosofia. Nato nel 192.8 a Balsareny (Spagna), vescovodiSaoFélixdall971, dom Casaldiliga (missionario claretiano), è stato uno strenuo oppositore del regime militare brasiliano (1964-1985) , fondatore della Cpt (Comissaopastoral da terra) e del Cimi ( Conselho indigenista mim'ondrt'o) ed espo,nente di spicco deUa teologia detla liberazione, secondo la quale la povertà è un fenomeno globale che riguarda direttamente la fede e lo stessomessaggio cristiano deve essere «ripensato» a pattire da questa prospettiva. NAIROBI · KENYA FINAlMENTE L'ACCORDO! (Misna) Raggiunto un accordo di pacifìcazione tra le comunità masai e kikuyu, prot~goniste di aspri scontri per il controllo delle acque, in uha località situata un centinltio di chilometri a sud-ovestdella capitale Nairobi. I leaders delle due etnie si sono impegnati per trovare un modo di condividere le acque del fiume Ewaso Kedong. L'accordo è arrivato dopo lunghi giorni di negoziati, tenuti presso la chiesa cattolica di Karima. li ministro per la sicurezza, Chris Murungaru, ba svolto l'opera dimediazione. <<La chiesa ha avuto un ruolo importante neJ risolvere la disputa» • ha dichiarato padre Errgenio Ferrari, missionario della Consolata e direttore nazionale de11e Pontificie op~te m Kenya. <<L'incontro eli preghiera interreligioso per la pace con la richìesta di perdono, tenutosi presso la parrocchia cattolica di Longonot, ha contribuito arasserenare gli ani.mj, spianando cosl la strada ài dialogo». Le risse, degenerate in violenza, erano scoppiate quando i masai hanno portato il loro bestiam.e ad abbeverarsi presso ipozzi situati nd campt coltivati dai kikuyu. Gli scontri tra le due etniehanno provocatopiù di 30morti in varie parti del Kenya. BRUNEI ARRIVA IL (Fides) PRIMO VESCOVO M omentostoricoperla chiesa cattolica in Brunei, sultanato amaggioranzamusulmano. Afine gennaio, inuna cerimonia solenne nella chiesa dell'Assunzione nella capitaleBandarSeriBegawan, il nunzio in Thailandia, Salvatore Pennacchio, ha consacrato vescovo

mons. Comelius Sim, 53 anni. Alla funzione hanno panecipato anche rappresentanti di altre confessioni cristiane. L'evento è senza precedenti nella storia della chiesa locale e ne sancisce il definitivo passaggio da prefettura a vicariato apostolico. In Brunei, su una popolazione di 341 mila abitanti, i cattolici registrati sono 5 mila, da ~ungere i circa 20 milalavoratori filippini immigrati, in maggioranza canolici. I musu1mani sono circa H 65%. (Asùz News) QUITO - ECUADOR IIY[I UN «MINUTO» PER LAMISSIONE I 1 <<lllinuto missionario» è una «pillola radiofonica» della durata di unminuto, checontiene un messaggio breve, puntualee incisivo circa le attività missionarie della chiesa, testimonianze di missionari ecuadoriani ad gentes, riflessioni e preghieredi santi missionari, descrizione di realtà missionarie, musica e messa~ di spiritualità missionaria, ecc. L iniziativa, avviata nel 2000 e promossa dalle Pontificieopere missionarie in Ecuador, sta riscontrando un gran successo, oltre che nel paese, anche oei paesi vicini. Sono 59 le radio eminenti cattoliche e laiche che trasmettono ogni giorno questi brevi messaggi missionari io tutte le regioni dell'Ecuador. Inizialmente il programma era registrato presso la radio cattolica nazionale dell'Ecuadot su cassette, poi distribuite alle diverseemittenti; ora la di - rezione nazionale ha allestito uno studio di produzione, dove ogni mese vengono registrate, conprofessionalità e qualità, le pillolemissionarie. (Fides) BRAZZAVlllf -CONGO OCCHIO AUf FORESTE U na gestione responsabile << e ~sparente» d~e fore: ste e stata ausptcata dai «V l chiedo pace e vi benedico, siamo tigli di uno s1essa ferra• . Suor Dorothy S1Cmg, la missionario americana ucciso Il 23 g&Maio scorso In una strada .-rata dello stato del Parò (Brasile) da killer legali o grandi proprietari lenleri e allevatori di bestiame, avevo cercato fino all'ultimo momento la via del dialogo. Non avevo esitato, solo 24 ore prima del tragico me Pf8QkJJo, l lalllondisll non hanno mal -eslfOto ad assoldare kiHer per eliminore gli oppositori o grllhelros, pagati per occupare Illegalmente ferri· tori demonJali o di piccoli proprietari. Suor Oorothy ero da tempo nel mirino del signori dello terra. E lo sapeva. Ricevevo minacce da almeno 8 anni e mai aveva voluto la scorta, che le autorità erano disposte o otrrlrie. Lo scorso epilogo, o Incontrare e benedire due del pJstolelros che, il giorno dopo, l'avrebbero giustiziato. Da 40 anni lo religiosa lavorava per difendefe l diritti dei più deboli. In uno regione conosciuto come il far-westbroslliano, dove ogni anno Il conflitto fra contadini senza lerra e lotlfondlsti miete una ventina di vittime. LA VIOLENZA HA SPENTO IL SORRISO giugno, però, la religiosa avevo Inviato al governo di Brasilia uno richiesta di aiuto, un uhimo S.O.S. disperato. Richl~ rimasta senza risposta. Forse anche per riparare o questo grave omiSSione, Il presidente lgnoclo Lula (che avevo conosciuto personalmente suor Ooro1hy) ha promesso indagini rigorose per chiarire la responsabilità del delitto. Per questo genere di assassinii, in Brasile vlge una impunità quasi assoluto: dal 1985 al 2003 si sono contali 1.349 omicidi tro fazende~ Americana di Ooyton (Ohlo), appartenente alle «Sorelle di Notre Dame» di Namur, lrmà Oorothy, come la chiamavano a1feltuosamente l contadini, ero arrivato In Brasile negli anni '60, avevo onenuto la cittadinanza brasillano e lavoravo per garantire un fazzoletto di terra e migliori condizioni di vito alle famiglie di Anapù, uno zona sperduta del Parò, a 770 chilometri dalla capitale Belém. Negli ultimi anni si ero occupata soprattutto del Progeno per losviluppo sostenibile (Projeto de Desenvolvlmento Sustentavel) che prevedevo l'assegnazione di terre a contadini organizzati In cooperative. Gli agricoltori si Impegnavano a sfrulto· re gli appezzamenti nel rispetto dell'ambiente naturale, senta danneggiare l'eooslstema. Ma l'idea non ero piaciuto ai signori della terra. Pur di mettere le mani su etlari ricchissimi di legnovescovi dell'Associazione delleConferenze episcopali dell'Africa centrale (Acerac), alla vigilia del vertice dei capi di stato e di governo dei paesi del bacino del fiume Congo, tenutosi a Brazzaville. La vasta regione è ricca di foreste, <<ma questo patrimonio è costantemente minacciato dal disboscamento sfrenato, apertura di nuove strade, creazione di nuovi centri urbani, sfruttamento minerario - banno affermato i vescovi -. Le legislazioni in vigore sono costantemente violate, purtrOppo anche con la complicità di alcuni nostri amministratori; l'insufficienros, «Senza tefra» e contadini. Ma soltonto 64 killer e 15 mandanti sono sloli arrestali econdannali. «Questo delitto non resterà Impunito», ha promesso Il capo dello stato. Ma la questione va oltre la volontà di arrestare l mondanti e i killer della religioso. «La morte di suor Oorolhy confermo l'urgenza di uno seria rillesslone no~ sulle cause della violenza esul modi per superaria - hanno ammonito i vescovi brasiliani -; mette In evidenza il bisogno di approfondire la solidarietà sociale In Brasile attraverso poiiHche pubbliche che promuovano il rispetto dello dignità ed i diritti essenziali di ogni persona umana». (Awenlre) za eli risorse umane e materiali per assicurare controlli adeguati è citata come una delle cause p~indpali dell'illegalità; del resto è difficile attendersi risultati straordinari da un solo agente che controlla fino a 20 mila ettari di boschi senza mezzi adeguati, come accade in alcuni dei nostri paesi». «Se ci diamo .La mano, le nostre foreste contribuiranno certamente in modo duraturo alla nostra lotta contro la miseria, che minaccia la sopravvivenza dei nostri popoli>>, hanno concluso i vescovi. (Misna) MC l aprile 2005 pogina 11

' ColOMBIA tr J Appunti (nostalgici) di un giovane missionario testo dt Ugo Pozzoli (*) foto di Enzo Baldoni (**)

11\trod,qlol\e Dalle Ande alle Alpi C apJta a volte di fare del rftrovamenti Impensati. Mezzo nascosto tra scaffali polverosi ho trovato nella biblioteca della parrocchia di Torfbfo un libro di Claudio Magrts intitolato •Utopia e Disincanto... Nel primo capitolo, quello che dà O titolo all' intero volume, l'autore analizza l'Inizio del nuovo miUennlo alla luce di queste due coordinate. Ho pensato che sarebbe stato Interessante applicarle alla missione e alle diverse sfaccettature con le quaU essa si è presentata alla mia esperienza. l'utopia è la tensione verso il futuro, U fine che anima e orienta il nostro presente verso spali immaginati ma non ancora conosciuti, verso ideali grandi che sono stati, nel mio caso, iJ fnrtto di una lunga formazione. n disincanto è Invece L'attenersi alla realtà, la resa del conti con le circostanze che limJtano l'utopia, ma che al tempo stesso non le lasciano prender piede, non permettono che sfoci nell'lrrealtà, nella fantasia, che ti fa, lo altre parole, rimanere con l piedi ben piantati per terra. Dal dialogo costante fra utopia e disincanto dovrebbe nascere la giusta mlsura, U corretto relazionarsl con la propria missione, il vlverla con buon senso, senza lasciarsi travolgere dal sogno e senza neppure venir troppo frenati dalla cogente realtà di tutti l giorni. Vonei quindi narrare qualcosa di questi anni, Iniziando dalla mia esperienza personale, da ciò che ho sentito e compreso, dalla risposta che il mio viaggiare ha dato alle tante aspettative che avevo e di come la realtà ha giocoforza sagomato U mio essere missionario nel nord del Cauca colombiano. In un secondo momento vonel raccontare, in modo più diretto e spedflco, qualcosa della comunità che mi ha ospitato, degli indigeni nasa (o paeces), delle utople che continuano ad lspirame U progetto di vita, nel mezzo di una situazione contingente di grande difficoltà, dell'alternativa che essa vuole rappresentare, In aperto contrasto alle logiche di potere portate avanti sia dal governo colombJano che dal movimenti eversivi . In un terzo articolo narrerò qualcosa del giovani , che di questa comunità rappresentano la llnla vitale, U futuro, de l loro «pensamiento jovem (il pensiero giovane), che c;erca di opporsi alla mentalità disincantata degli anziani, ad un mondo nel quale non si riconoscono più e al quale vogliono offrire qualcosa di nuovo e più vicino aUe loro esigenze e alla loro sensibilità. Il fuoristrada bianco con il quale ho condiviso tanti chilometri durante questi ultimi due anni c mezzo di vita missionaria scende, quasi controvoglia, per la stradu sternHa che du Todbio conduce alla pianura deJla vaUe del Cauca, destinazione l'aeroporto eli Cali. Sembra quasi che la macchina rifletta i sentimenti eli chi, in questi mesi, a lei si è affidato per potersi spostare fra le varie comunità, come se avesse un' anima anche Lei , povero ammasso di ferro e plastica, e volesse manifestare il dispiacere dell'addio. Non guido - il piccolo incidente al git_1oc.chio ~e ha ~atto amicipare il mto nentro m patna non me lo permette- c questo fa sì che possa guardare con calma dal finestrino, ripercorrere tratù di cammino conosciuti , vedere per l'ultima volta luoghi familiari e visi che riconosco e che saluto con un cenno del capo. Latristezza sta nel fatto che da oggi in avanti di questi posti e di questa gente potrò solo parlare ad altri, senza aver più un giornaliero contatto diretlo con loro. Non mi sono trattenuto molto in questi luoghi , poco meno di tre anni. Non c'è momento più denso e adatto dell 'adelio, credo, per iniziare una piccola relazione di un 'esperienza di missione, come se in un'ultima fotografia si potesse rappresentare la toraUtà delle immagini che banno riempito La mia mente in tutti questi giorni. È come rigirarsi fra le mani un' istantanea che rappresenta una comunità, con la sua organizzazione, i suoi giovani, i suoi anziani e tutte le persone che le strade polverose del Cauca mi hanno fatto incontrare. Con questa comunità, con queste persone, cammina da più eli vent'anni l'equipo misionero, un gruppo formato da missionari della Consolata, religiose e laici , che condividono vita e lavoro al setvizio eli questa gente (box). CONTRATTO ATERMINE È in questo contesto dove sono atterrato, nel settembre dcl2002, con in tasca una specie eli contratto a termine con la missione vissuta, per così dire, sul campo. I n tasca qualche sogno, molte paure e tanta, tanta voglia eli conoscere. D primo passo che ho dovuto fare è stato quello di rcndenni conto che, sebbene fossi stato destinato alla Col ombia per un tempo relativamente breve, non avrei potuto svolgere il mio lavoro in maniera efficiente senza impegnanni totalmente in questa nuova realtà. È staro quindi necessario cercare di dimenticare, per quanto possibile, il futuro ed attenermi alle circostanze presenci, !asciandomi coinvolgere dalla siruazione come se avessi dovuto lavorare per sempre in quel contesto. Come si può facilmente immaginare non è stata un'operazioncfacile, ma U.Po. in questo sono srato aiutato enormemente daU 'equzpo misionero e dallo stile di missione che, in questi anni, esso ha cerc~no di portare avanti. Il grande lavoro dj riflessione e di progettazione che i] gruppo aveva condotto durante la sua storia era lì a mia disposizione, un immenso materiale che ben presto ha riempito la mia stanza, pronto per essere letto, assimilato e discusso nelle periodiche riunioni che l'equipo organizza con lo scopo di valutare ed orientare il lavoro nel modo più omogeneo possibile. La chiesa Jatinoamericana , nei suoidocWTientidi Medellin, Puebla e Santo Domingo ha sempre spinto il lavoro missionario verso un'opera eli evangelizzazione che fosse in sintonia con le culrure alle quali era cliretra, liberatrice e condivisa dalle varie forze ecclesiali che la animano. Queste tre dimensioni sono state accolte dalla nostra presenza nel Cauca come una sfida da portare avanti con coerenza nel suo progetto di lavoro. La dimensione dd lavoro in équipe aiuta a comprendere meglio una realtà culturalmente differente permettendo, a coloro che si uniscono in un secondo tempo, di approfittare eli un cammino già fatto, eli evitare errori già commessi e di dar valore ai contributi che vengono dai membri stessi del la comunità in mo· do che il messaggio del vangelo troMC l aprile 2005 pagina 13

vi nd contatto con un'altra cultura tutta la sua forza liberatrice. Chiaramente tutto ciò mette in crisi, almeno all'inizio, il desiderio di «fare>>, di buttarsi immediatamente nella mischia e richiede una buona dose d'ascoltoe di condivisione. Ciò che uno ha appreso negli anni di formazione o di precedente esperienza pastorale e che forma la sintesi personale, il sogno della missione di ciascuno, deve entrate in contatto con una realtà specifica, che richiede preparazione, adattamento e talvolta sacrificio da parte del singolo operatore pastorale. l'INCONTRO CON LA CULTURA NASA La prima grande sfida che ho dovuto affrontare è stata quella relativa al dialogo fra culture e all'inculturazione del messaggio cristiano. L'aver sempre vissuto, come nel mio caso, in un contesto occidentale (I - talia, Inghilterra e Stati Uniti) ha significato un cambio di rotta e un'apertura ad una cultura differente, il passaggio da un mondo tecnicizzato ad un universo tutto sommato ancora mitico, seppur messo in crisi dal rapido avanzare della modernità. n modo di ragionare «circolare», dove non sempre le conclusioni sono il frutto di un sillogismo, la visione collettivista della vita e la poMC l aprile 2005 pagina 14 SCHEDA COLOMBIA Superficie: 1.141.748 Kmq Popolazione: 45.300.000 abitanti {proiezione per il 2005) lingua: spagnolo (ufficiale); in Colombia sono però presenti 84 popoli indigeni con 64 Lingue differenti Religione: cattolica (ufficiale, 930fo). Capitale: Santa Fé de Bogo~ (7.029.928 abitanti) Ordinamento politico: repubblica presidenziale Presidente: Alvaro Uribe Velez, dal 7agosto 2002 Economia: il caffè è il principale prodotto legale da esportazione. Il sottosuelo contiene giacimenti di petrolio, carbone, oro, platino, argento e smeraldi. l e coltivazioni di marijuana, coca e papavero da oppio alimentano il floridissimo traffico illegale dagli stupefacenti. Si stima che dalla Colombia provenga l'SO%della produzione mondiale di cocaina. Moneta: peso colombiano (3.000 pesos •l Euro nel2004) ca importanza data alla persona, il continuo appellarsi a forze spirituali e naturali come veri responsabili dei vari avvenimenti che segnano il corso dell'esistenza e che cancella quasi completamente la responsabilità personale, sono solo alcuni esempi della difficoltà di entrare in un mondo diverso, senza lasciarsi condizionare dai pregiudizi frutto della nostra formazione. Uno dei grandi aiuti che ho ricevuto è stato il poter seguire la formazione dei delegados de la palabra, i catechisti locali. È a loro che devo il merito di essermi potuto inserire gradualmente in un mondo che non conoscevo. Ciò cbe avevo appreso n<:gU anni precedenti e che potevo offrire nel campo della catechesi e della pastorale veniva restituito generosamente sotto forma di indicazioni su come muovermi meglio all'interno della cultura nasa. Me lo ricardava prima della mia partenza José Gentil, il ddegato della comunità del Berlin, poche case e una scuola aggrappate sul dorso della montagna, <<passare del ten1po con noi è la miglior maniera per poter penetrare nel nostro modo di vivere senza rimanere per sempre uno straniero». In verità ci si rende conto che stranieri si rimarrà per sempre, che non si possono cancellare di colpo forme mentali che ci appartengono dal giorno della nostranascita, ma si possono ridurre le distanze e porre le basi per un dialogo che sia confronto e non scontro di culture. La stessa cosa si può dire parlando del dialogo interreligioso. Anche dopo 500 e più anni di evangelizzazione l' indio nasa vive la sua spirituali tà in maniera propria, dove elementi di cristianesimo si fondono con l'eredità religiosa e cul turale de-

gli antenati. A un gruppo relativamente ristretto di persone che oggi cercano di opporre i valori della Ley de origen, e della visione deJ cosmo nasa a queUi trapiantati del cristianesimo, corrisponde un numero ben più a1to eli persone che vivono in modo spontaneo e narurale queste due realtà. E questo è ciò che colpisce maggiormente e ponepiù difficoltà ali' operatore pastoraJe che si trova a lavorare in questo contesto. È q w dove ci si rende conto che tre anni di esperienza nel mondo ineligeno sono troppo pochi per poter fare una sintesi sufficientemente accurata deiJ'esperienza scessa. La pastoraJe sacramentale, quella deUa salute, nonché l'istruzione religiosa nelle scuole devono fare i conti con questa realtà quotidianamente. Che risposte può dare il povero missionario alle prime armi quando una famiglia ci chiede un battesimo per i loro figli perché invitata a far ciò dal medico tradizionale (sciamano), catrolico egli stesso, e che ha visto nel la vita della farnigJia un influsso negativo di qualche spirito e nel battesimo Ja forza della benedizione di D io che può ristabilire l'a rmonia che si era perduta? O che dire alla famiglia di una piccola comunità della montagna che ti chiama, come mi è successo, un venerdì santo, perché visiti e benedica una ragazza inferma, 24 anni e madre di tre 6gJi, c che rifiuta il trasferimento della stessa all'ospedaJe in quanto il medico tradizionaJe aveva eliagnosticato La caduta del la ragazza sotto l'influsso negativo Jell'arcobaleno? 11 delegado de la palabra, catechista preparato e costantemente formato sulla parola di Dio e sull 'essenza del messaggio cristiano, ma nello stesso tempo persona che vive inserito nella realtà culturaJe del suo popolo, è l'unica persona che può dare una risposta, che può aiutarti a far luce su cose e atteggiamenti che a prima vista appaiono incomprensibili o che può orientare le persone della sua comunità a vedere un bene anche in elementi eu! rurali estranei alla propria esperienza. «LOS SEMILLEROS DE LA PAZ» L'utopia della pace e il elisincanto rappresentato da una situazione di STORIA E SCOPI DEU'«EQUJPOMlSJONERO» L ' equlpo mislonero di Toriblo venne fondato iJ 4 mano dell979 su iniziativa del padre Alvaro Ulcué Chocué (sacerdote Indigeno e parroco delle comtm.ltà di Toriblo e Tacueyo), Insieme ad alcune suore missionarie deUa Madre laura. L'lnlzlatlva voleva essere una risposta a l processo di rinnovamento ecclesiale e pastorale, In corso In America Latina negli annJ che segulron<;> iJ Conclho Vaticano Il e le grandi conferenze eplscopah di Medellin e Puebla. La scelta di vivere In un'équipe apostolica dl vita e attività pastorale doveva, nel disegno del padre Alvaro, condurre ad una evangelizzazione lnaJI. turata e liberatrice, con una chiara opzione per l poveri ed un'enfasi verso U mondo indigeno e Usuo processo storico di recupero della terra, orga-- nlzzaztohe e sviluppo che, tra molti conftittj e a prezzo di molto sangue vet'Sato , la comunità stava vivendo da alcuni anni a queUa parte. Dopo la morte del padre Alvaro, assassinato a Santander de Quilichao il l O novembre del 1984 per Usuo Impegno In favore della causa indigena, l'esperienza deU'equlpo mlslonero venne raccolta dal missionari deUa Consolata. Coordinato a partire dal 1988 da padre Antonio Bonanoml, U gruppo è oggi fonnato da circa 20 persone: sacerdoti, rehglose, e laici sta este rni come facenti parte della comunità nasa. conflitto armato che dura ormai da più di cinquant'anni: ecco un a1tro grande spaziodella miamissione nel Cauca colombiano. Ricordo quando, prima eli partire mi imbarrei in una delle nostre riviste in una foto di giovani italiani che partecipavaU.Po. Padre Antonio Bonanomi. Sotto: una sala del collegio indigeno (Cecidic). Altra pagina: la piazza di Toriblo. no ad una delle varie attività estive eli fonnazione missionaria. Tutti indossavano la maglietta con Ja scritta «Credo aUa pace perché ho visto la guerra>>. Non so in verità quanti di loro avessero toccato concretamente con mano la realtà della guerra, un po' come il sottoscritto, cresciuto ascoltando i racconti di genitori e familiari che erano passati attraverso le crudezze della seconda guerra mondiaJe, ma mai prima d'o· ra tanto vicino ad un'esplosione o a un colpo di mitragliatore. Cosa fare in questa situazione? Come trasformare l'utopia di una MC l aprile 2005 pagina 15

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