Missioni Consolata - Aprile 2005

la conoscenza e nell~ pratk<'l dP.lla fe· de: li addec;tr~va netla medicina; dava pero;onalmentl' l'esempio, inc;egnando il catflrhismo e soccorrendo poveri e malati. Dopo un periodo di formazione, emettevano i voti di povertà, di celibato e obbedienza. I catechisti vivevano nella stessa casa con i mic;c;ionari e il personale della missione, formando una sola fa· miglia cristiana eapostolica. Oltre ad istruire la gente, esercitavano tutte le funzioni che non richiedevano il sacerdozio. Nasceva così una chiesa quasi autosufficiente dal punto di vista dell'evangelizzazione, che continuò anche in assenza dei missionari. Di fatto, dopo tespulsione dei missionari dalla Cocincina (1645} e dal Tonchino (1663), furono i cate· chisti a mantenere viva la chiesa in Viet11am, nonostante le ricorrenti maree di persecuzioni e martirio. CENTOMILA MARTIRI Alcuni incidenti banali offrono la chiave di lettura delle successive ostilità contro i cristiani: abbattutasi una forte siccità in una zona, la popolazione cacciò i missionari, con questa accusa: «Con il pretesto di insegnare la via del cielo, rovinano la nostra terra>>. Nella concezione vietnamita, infatti, cie!o e terra erano elementi che esprimevano una visione della vita sulla quale era costruito l'intero tessuto sociale, che la predicazione cristiana sembrava mettere in pericolo. Lo stesso de Rhodese il compagno padre Marquez, per aver battezzato alcuni moribondi, furono accusati dagli stregoni di possedere «un'acqua di morte che avrebbe spopolato il regno». Nel 1629 il re del Tonchino emanò tre editti per proibire ai vietnamiti di farsi battezzare e di avvicinare i missionari, rimandati a Macao con la prima nave portoghese. L'accusa ai cristiani di minare le fondamenta dello stato dura ancora oggi. Nella Cocincina gli olandesi sparsero una calunnia infame: i missionari di Macao erano t avanguardia della conquista portoghese. Nel 1640 i missionari furono tutti espulsi. De Rhodes e compagni ritornarono a più riprese, finché il re proibì ai suoi sudditi di «abbracciare la legge predicata» dagli europei e di frequentare i missionari. E cominciò La persecuzione. Nel 1645 il catechista Andrea, fu pescato in casa dei missionari e condannato alla decapitazione. La stessa sorte toccò a Ignazio e Vincenzo, altri due importanti catechisti. Un altro centinaio di cristiani persero la vita nelle ondate persecutorie che seguirono fino alla fine del secolo. Le difficoltà della presenza di missionari stranieri rendeva più che mai urgente la creazione del clero LocaLe. Nel 1668 arrivarono due vicari apostolici, che ordinarono preti due catechisti, uno in Tonchino e l'altro in Cocincina. Nello stesso periodo fu fondato L'istituto femminile delle «Amanti della croce». Le ordinazioni si moltiplicarono per tutto il secolo seguente; si registrò una forte espansione cristiana, specie al nord. Ma proseguirono pure le persecuzioni, çon fasi alterne, prima in Cocincina, poi in Tonchino, facendo circa 30 mila martiri tra i cristiani vietnamiti e missionari stranieri. I cristiani godettero di un periodo di relativa tolleranza a partire dal 1802, quando Le due regioni furono riunite sotto un unico imperatore Gia Long. Questi salì al potere çon l'aiuto di un contingente di soldati francesi, inviato su sollecitazione del vicario apostolico, mons. Pietro Pigneau de Behaine. Alla morte di Gia Long (1820), il successore Minh Mang pose Le basi per una nuova ondata di persecuzione. Dichiaratosi «figlio del cielo», padre e madre del suo popolo, pontefice, legislatore egiudice assoluto, impose al Vietnam una politica di isolamento e, nel1833, or{iinò a tut· A sinistra, stah.Je li~nee: l'introduzione del/ alfabeto latino nella lingua vietnamita ha favorito la formazione della P.ropria identità culturale, indipendente da quella cinese. A cléstra~ i 117 martiri del Viefnam, canonizzati da Giovanni Paolo 11 nel 1988.

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