Missioni Consolata - Aprile 2005

dai Comitati del popolo, mentre l'ultimo è di competenza detrUfficio per gli affari religiosi e del primo ministro. Il Fronte patriottico è un altro mezzo di controllo. I suoi membri hanno il dovere di «incoraggiare i fedeli e i religiosi ad applicare l'ordinanza» e possono partecipare alla «stesura e supervisione» di ulteriori ampliamenti all'Ordinanza. UBERTÀ REUGIOSA••• PERMESSA In base a tale Legge, ogni organizzazione, per vivere, deve essere riconosciuta e registrata presso gli uffici per gli affari religiosi. Lo stesso vale per «congregazioni, conventi e forme di vita religiosa in comune». Per quanto riguarda l'educazione, si possono istituire scuole per La formazione di personale religioso, ma solo dietro autorizzazione del primo ministro. In questi istituti lo stato stabilisce anche i programmi didattici e extra didattici e seleziona gli iscritti. Obbligatorio rinsegnamento della storia e delle leggi del Vietnam. Attività e iniziative dei gruppi religiosi riconosciuti vanno programmate annualmente e si possono eseguire solo dopo autorizzazione governativa. Eventi fuori programma devono avere l'approvazione degli uffici per gli affari religiosi, come pure feste, riti, credenze, congressi e conferenze. Anche recumenismo, la collaborazione, l'unità, il trasferimento, la distribuzione del personale, ecc... nelle varie organizzazioni cadono sotto il controllo dello stato: tutto deve essere comunicato e approvato dalle autorità governative. Ordinazioni, promozioni e nomine all'ìnterno delle gerarchie religiose, sono regolate dai «codici e dalle proceduredelle singole comunità». I candidati, però, vengono valutati dallo stato, che ne giudica la validità dal punto di vista morale e civico. Pubblicazioni_ stampa e diffusione di materiale religioso necessitano di autorizzazione. Produzione e vendita di oggetti per il culto e la pratica religiosa devono rispettare le regolamentazioni governative. La predicazione è permessa solo nei Luoghi di culto, anche questi stabiliti dalle autorità statali. Per quanto concerne le proprietà, le terre dove sono situati edifici religiosi devono essere utilizzati in modo regolare e permanente. Il rischio possibile, in caso di inadempimento, e la confisca delle terre stesse. UBERTÀ REUGIOSA••• SOSPESA Il testo dell'Ordinanza prevede anche la possibilità di «sospendere» la libertà religiosa. Le motivazioni che possono spingere il governo ad adottare tale provvedimento sono vaghe e si prestano a diverse interpretazioni e strumentalizzazioni. La legge dice che la libertà religiosa in Vietnam viene sospesa nei casi in cui «minacci l'unità dello stato» (secondo il testo, infatti, ecclesiastici e religiosi «devono» insegnare ai fedeli «i valori della patria e il rispetto delle leggi»), sia «contraria ai buoni costutni», minacci <<la sicurezza nazionale e l'ordine pubblico», rappresenti un pericolo per <<la vita, la dignità, ronore e la proprietà». La nuova Ordinanza suggerisce alle comunità religiose l'impegno nei problemi sociali, incoraggiandole «a prendersi cura dei bambini, dei malati, dei poveri e dei disabili», ma sempre «in accordo con le regolamentazioni statali». L'Ordinanza, inoltre, prevede che chi è stato in prigione per motivi religiosi e ha finito di scontare la pena può tornare a svolgere attività quali preghiera, evangelizzazione, partecipazione a funzioni solo dopo l'approvazione delWfficio affari religiosi. MEGUO Al. TEMPO DI HO CHI MINH Anche se l'Ordinanza è in vigore dal novembre scorso, il testo della legge era stato presentato in via provvisoria nel dicembre 2000. Fin da allora ci sono state reazioni negative, interventi e suggerimenti da parte del clero ed episcopato cattolico, pastori protestanti e monaci buddisti, ma senza alcun risultato. I vescovi della provincia di Ho Chi Minh hanno affermato: «La libertà religiosa è un diritto; e un diritto non si accontenta di un sistema che funziona per domande e concessioni dell'autorizzazione». Stesso concetto è stato ribadito di recente da mons. Etienne Nguyen Nhu The, vescovo di Hué. Egli afferma che tOrdinanza «non segna un'apertura sufficiente» per la piena libertà religiosa nel paese, perché «restiamo dentro un principio contrario alla libertà religiosa: quello di chiedere permesso e ottenere concessioni dal governo» intema di libertà, di credo e di culto. «Bisogna sempre domandare al governo la possibilità di fare ogni cosa

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