Missioni Consolata - Aprile 2005

prima vista inestinguibilc. A questo sogno temano di rispondere varie iniziative che vogliono essere azioni concrete di solidarietà: il progetto di adozioni a distanza organizzato in collaborazione con l'associazione romana «I talia Solidale>> che coinvolge ormai più di 1.300 bambini e le loro famiglie di tutte le riserve indigene de!Nord del Cauca, il progetto di assistenza ai carcerati indigeni e alle loro famiglie, orientato a dare un po' di luce a quelle persone che sono finite in una prigione con accuse varie che possono andare dalla lotta armata, al narcotraffico, a episodi di delinquenza comune e che spesso vengono abbandonate dalle loro comunità e dai loro parenti. Anche il progetto di assistenza dei bambini disabili vuole essere una piccola risposta ad un problema grande della comunità. A questo riguardo si è formato un piccolo ambulatorio in Toribfo, dove operano una fisioterapista e una logopedista. AJ di là di un aiuto specifico ai soggetti interessati e alle loro famiglie , l'ambulatorio offre anche la possibilità di coscientizza. re la comunità sul fenomeno del - l'handicap psico-.fìsico. MAI SMETTERE DI ESPLORARE Facendo una valutazione finale del mio operato, penso che quanto, in questi anni, bo saputo offrire in termini di disponibilità, al di là del - le mie limitazioni umane, è stato enormemente superato da quanto bo ricevuto, imparato, assimilato. La comunità nasa chiede all'équipemissionaria di essere un punto di riferimento etico-spirituale in questa nuova fase della sua storia e questo ~atto obbl~ga la_persona che vuol.e unpegnarst con il processo comurutario a crescere in queste dimensioni , se vuole essere un segno signilicativo al suo interno. Si tratta, in 6n dei conti, di formarsi per poter essere un domani formatori. U flusso dei miei pensieri si interrompe a causa del la voce del soldato che, come in un nastro registrato, chiede i documenti e di poter perqwsire la vettura. Un suo commilitone riconosce tra i passeggeri «il padre di Toriblo» e ci lascia p roseguire. Passato il posto di blocco dell 'escrcito situato nella vereda de «El Palo», d sepaJ:ano 50 chilometridall'aeroporto di Cali. Più speditamente la macchina inizia ad attraversare la grande pianura solcata dal fiume Cauca, coltivazioni di canna da zucchero interrotte da qualche piccolo centro abitato generalmente da famiglie afro-colombiane. Lasciamo alla nostra sinistra Cali, la capitale del dipartimento del Valle, la «succursale del cielo» come orgogliosamente la definiscono i suoi stessi abitanti. Chissà cosa deve essere il cielo, penso, se Cali ne è la succursale. Solo per un attimo penso ai due padri che vivono là, in una parrocchia del bam'o Antonio Nariiio, occupandosi della pastorale afro e immersi fino al collo nei molti problemi di ordine socio-economico che stanno trasformando il quartiere in una zona difficile. Ma è un pensiero di breve durata, il fuoristrada bianco ha ormai imboccato il viale dell 'aeroporto, già si affacciano sullo scenario altri panorami, altri sogni, che si riuniscono tutti nell ' unica grande utopia della missione. Da domani la vita sarà differente, altre situazioni e altre sfide si apriranno ai miei orizzonti. Ricordo per darmi coraggio la frase di un celebre poeta inglese che recita, se la memoria non mi tradisce: «Non dobbiamo mai smettere di esplorare e alla fine di tutte le nostre ricerche arriveremo un'altra volta lì dove abbiamo iniziato e conosceremo quel posto per la prima volLa>>. (FINE PRJMA PUNTATA) M lJGo Pozzou, missionario torinese (1962), è rientrato In Italia per lavorare a Missioni Consolata. Da marzo 2005 è redattore In pianta stabile nella redazione della rivista. A padre Ugo, un benvenuto e un augurio dJ buon lavoro. ("') ENzo BALOONJ , lo sfortunato giornalista free-lance rapito ed ucciso In Iraq, fu ospite nel Cauca del missionari della Consolata. Le foto dJ questo servizio sono un suo regalo. MC l aprile 2005 pogina 19

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