Missioni Consolata - Aprile 2005

La religiosità di George W. Bush Spettabile redazione, leggo sempre con attenzione Missioni Consolata, perché parla di temi impor· tanti, con un'ottica spesso controcorrente rispetto ai nostri mass media. In riferimento all'artico· lo di Paolo Moiola (MisstoniConsolata, dicembre 2004), sono in sintonia con lui su gran parte di quanto ha scritto, ma rilevo alcuni punti di di sse· cordo. Convengo sul welfare degli Stati Uniti, po· vertà e disuguaglianze sociali esistenti nel paese più ricco del mondo: dati che a noi, in Italia, sono poco conosciuti, ma ben evidenziati da riviste internazionali come Time o Newsweek. Sono, però, in disaccor· do per quanto ha scritto circa l'ambiente evangelico che sta dietro al presidente Bush: affermazione generica sull'evangelismo fa di ogni erba un fascio, non nmarcando le profonde diversità tra le varie confessioni religiose americane. Non credo che gli evan· gelici europei e italiani la pensino come gli america· ni; non mi risulta, per esempio, che valdesi o bat· ti sti a Torino siano sulle stesse posizioni di Bush. P er la cronaca, occorre ricordare che il signor Bush esce da una famiglia Wasp episcopaliana del New England e che, solo dopo il matrimonio (prima conduceva una vita giovanile sregolata), si è convertito alla confessione battista, che ha frange integraliste e radicali, che hanno influenzato il pensiero e modo di agire del futuro presiden· te degli Stati Uniti (fonte: MC l aprile 2005 pagina 6 • • • m1ss1onar1 Time Magazine). Sarebbe più corretto, perciò, non etichettare come vetero protestantesimo ciò che è radicale e non riconoscere, invece, le posizioni moderate e pacifiste che sono proprie di larga parte dell'evangelismo. Queste precisazioni gioverebbero anche ad un ve· ro ecumenismo, che deve prevalere tra i cristiani. Walter Giacomelli (via E-mail) Sì, <<l'ambieote evangelico» dd presidebte George W. Bush va esplici tato. E bene ha fatto il lettore a rimarcarlo. «Jihad» è sforzo, non guerra santa Spettabile redazione, ho letto l'articolo di Angela Lano sull'islam, dedica· to al jihad. Mi ha lasciato molti dubbi, sui quali desi· PER ALDO ERA TUTTO INTERESSANTE Cari missionari , il 4 gennaio 2005 è morto mio marito, dottor Aldo Casarotto, di 92 anni. Perché ve lo scrivo? Perché, quando arrivava la rivista Missioni Con· solata, egli si sedeva e cominciava a leggerla dalla prima pagina all'ultima; per lui era tutto interessante; tuttavia su alcuni dossier si fermava più volte e voleva che li leggessi anch'io, per dargli conferma o meno della sua opinione in merito. Ebbene, cari missionari , tutte le volte che arriverà Missioni Consolata, mi si rinnoverà il dolore pensando a mio marito, ma non potrò fare a meno di seguire l' esempio suo e, magari, mettere la rivista da parte per rileggerla più avanti con più attenzione come faceva lui. Vi chiedo una preghiera per lui ed anche per me: soffro molto per la sua dipartita, anche se so che n suo spirito è vivo. Grazie delle moltissime e belle ore che la rivista ha fatto trascorrere a mio marito, che tanto l'apprezzava. Porgo distinti saluti. Ersilia Confalonieri, vedova Casarotto, Seregno (MI) Lettera bellissima, per lo spirito di apertura del carissimo dottor Aldo. Nell'affermare che tutta la rivista era interessante, con ogni probabilità non significa che sia stato interamente d'accordo con i temi trattati. Tuttavia era «semper paratus doceri», ossia sempre pronto ad imparare, a confrontarsi con nuove realtà: e non solo per giudicarle negativamente, anzi! Signora Ersilia, grazie di averci trasmesso questo incomparabile insegnamento di suo marito. dero un chiarimento. Premetto che nei confronti dei musulmani, almeno per quei pochi che conosco, provo rispetto e per certi aspetti anche ammirazione. L'articolo cui mi riferì· sco parla molto di pace, perdono, tolleranza e rispetto, anche nei confronti di altre religioni. Parla di come, nel corano, questi atteggiamenti siano «fondamentali» per un musulmano. Ma dai mass media ci arrivano notizie molto diverse. Per esempio: come nei paesi islamici ci siano esecuzioni o mutilazioni pubblkhe, anche per piccoli reati; come siano poco tolleranti con chi non rispetta tutti i precetti. Inoltre chi si converte ad un'altra religione deve nascondere la propria fede per paura di essere ucciso (se ricordo bene, ne ba parlato anche Missioni Consolata). Forse queste sono solo «voci». Però sono in profonda contraddizione con il messaggio trasmesso dall'articoHsta. Ho l'im· pressione che l'islam si di · vida tra una j>arte «ideolo· gica» e una reale. Vì sarei grato se mi deste una risposta in proposito. Grazie da un lettore a voi affezionato. A lbertoVilla Rovereto (TN) n lettore si riferisce a «Sulla via eli Allah» dì Mimoni Consolata, settembre 2004. L'articolo ricorda che <<Ji'had>> significa <<sforzo», non guerra, né, tanto meno, «guerra santa», anche se non la esclude . Come altri significativi testi dj g ran di religioni, il corano è vissuto dai credenti in modo contra-

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