Missioni Consolata - Aprile 2005

\ SIRIA: " MONASDRO DI SAN MOSÌ Punto di incontro tra cristianesimo e Islam IL DESERTO STA FIORENDO Nel deserto siriano, un prete italiano ha rivitalizzato un antico monastero eraccolto attorno asé una comunità che si propone, oltre alla preghiera econtemplazione, il dialogo tra culture ereligioni, per far fiorire la pace in Medio Oriente. testo e foto di Elisabetta Bondavalli C onobbi il Monastero di San Mosè l'abissino (Deir Mar Musa el-Habasht) nel 2000. Mi trovavo a Damasco. Raife, la signora presso cui vivevo, mi parlava sempre di un padre italiano, padre Paolo, che da qualche anno viveva in un antico monastero nel deserto, a una ottantina di chilometri da Damasco, nei pressi di Nebek a circa 1.400 metri di altezza. Presi un autobus per Nebek; dove avrei potuto trovare un passaggio da qualche contadino che mi avrebbe accompagnata in prossimità del monastero. Non fu dìfficile trovare qualcuno che mi aiutasse, tutti conoscevano Deir Mar Musa, tutti conoscevano padre Paolo. Mi unii a due abitanti del luogo, anch'essi diretti al monastero. n ragazzo che ci aveva fatto salire sul suo motocarro ci accompagnò fino all' ultimo punto raggiungibile con mezzi di trasporto. Da D avremmo dovuto continuare a piedi, perché l 'unica via che portava direttamente al monastero era uno stretto sentiero in salita tra le rocce. n ragazzo ci disse di fare attenzione alle indicazioni cbe avremmo trovato, di non sbagliare sentiero perché era quasi notte e poteva essere facile per noi perdere la strada. Dopo 40 minuti di cammino, intravedemmo tra le rocce il lato posteriore di DeirMar Musa. Entrammo attraverso una piccolissima porta di ferro, alta poco più di mezzo metro; questo era l'unico ingresso. Ci venne incontro padre Paolo, che ci invitò a dividere con lui e alcuni compagni un piatto di patate e pomodori. Ci fece strada e ci conA piedi, tra i sassi, verso il monastero di San Mosè. dusse su un'enorme terrazza affacciata sulla valle. A tutti gli ospiti e pellegrini che arrivavano al monastero non veniva chiesto niente a livello economico, solo di condividere tutto con la comunità, non solo il cibo e le stanze per dortnire, ma anche partecipare attivamente alla vita quotidiana, aiutandoli nella cucina, nei lavori di pulizia, nell'organizzazione dei pasti e anche io lavori di costruzione e manutenzione dentro e fuori il monastero. MC l aprile 2005 pagina 49

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