Missioni Consolata - Dicembre 2005

DOSSIER TRAPIANTI Aspet1ando un cuore , un rene, un fegato... RORAIMA (BRASILE) La demarcazione: una vittoria indigena. GRANDI OPERE: TAV La ferrovia della discordia. DICEMBRE 2005

Ho sempre pensato, e forse è un auardo, che il mistero dell'Incarnazione sia più grande di quello della Resurrezione. Perché un Dio che si fa bambino..• e poi ragazzo... e poi uomo, quando muore non può che risorgere. Edith Stein Con tutti i missionari che, nel mondo, annunciano e testimoniano la presenza e le tracce di un Dio fatto uomo... ... l no~tl"i ""fl""l Pe,. UN DONO Natalb,lo ' Dl SOLlDARlETA NEGOZI «TERRE LONTANE)) -o- TORINO- Via Cernaia 32 t el. O 11.53.98.29 (orario continualo- chiuso il lunedì mattina) -o- CERTOSA DI PESIO • Cuneo lei. 0171.73.81.23 l due negozi offrono un vasto assortimento di prodotti dell'artigianato africano, asiatico, sudamericano, nonché altri articoli da regalo, con varietiJ di prezzi. LIBRERIA «MISSIONI CONSOLATA)) -o- TORINO· Via Cialdini 2/a lei. e fax O 11.44.76.695 E-mail: libmisco@lin.it Offre presepi eogni genere di pubblicazioni «sul» e «del»Sud del mondo, saggi e romanz~ libri di cultura socioreligiosa, Cd eDvd, videocassette, oltre ad una vasta scelta di PRODOTTI DEL COMMERCIO EQUO ESOLIDALE {alimentari enon}.

Ai @ ~ .. •{r?Jj @!]~]];i'[) J E se non fosse una filastrocca «insulsa»? A bramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe... Aram enerò Aminadàd, Arninadàd generò ~assòn e Naassòn generò Salmòn. Salmòn generò... «Ah, don Marcello! E che è tutto 'sto casino de nomi?» sbottò Valentino interrornpendo la lettura del vangelo (cfr. Mt 1,2ss). Marcello, già missionario in Congo e ora parroco nella pen/eria di Roma, som'sealla provocazione di Valentino, animatore della comunità. <<Sr: è un casino, ma un bel casino!» pensò il sacerdote, dall'alto dei suoz· 7 4 an m: D' improvvz'so si n'vide giovane prete alle prese con la messa in /atz'no, curvo su un messale istoriato, mentresz1labava/att'cosamente queinom:·astrust·anche per lui. Pot; con l'eucaristia in t'taliano, la filastrocca del «generò,. generò, generò» n'mase solo sulla carta, perché i preti la dn'bblavano seduta stante.Ma, in preparazionealNatale, don Marcello la n'spolverò, perché era straordinaria. G enerò, generò, generò... È la segue/a degli antenati di Gesi) di Nazaret, tra i qualispiccano anche quattro donne: Tama~; R.aab, Betsabea e R.ut, protagont'stediston'e incredz'bili. Tamar4desca l'ignaro suocero Giuda, che la rende incintai Raab è una prostituta di Gerico,. Betsabea diventa moglie del re Davide emadre del saggioSalomone in una scandalosa vicenda di adulterio e omicidio. E Rut? Appartiene al popolo pagano di Moab. Perannimoabitie israelitt sz'guardano in cagnesco. Tuttavia Rut, per affetto verso la suocera Noem~ emigra propn'o nella infida Betlemme... Valentt'no ascoltòquestespt'egazionidel«don», stralunando gli occhi increduli. Alla fine esclamò: -E mo', er Cnsto è pure un...». -P. purefiglio di D t'o! -tagliò corto z1 sacerdote. -Come no! Però, voio dì: Gesù è pure un gaiardo... mett'ccz'o! Allora: perché tanta stn'zza per gli stranien'? Meticciato culturale-religioso. Al riguardo, don Marcello citò Joseph Ratzinger, alias papa Benedetto XVI. Secondo l'exprofessore tedesco, neicz'nquesecoliche separarono l'esilio degli z'sraelitt' a Babilonia dalla comparsa di Gesù, nell'ebraismo si sviluppò il/enomeno della «Sapienza». Cosz: accanto a «Legge» e «Pro/ett'», sorse un terzo pilastro: la Sapt'enza appunto. Essa subìl'in/lusso religioso dell'Egitto epoi manifestò il rapporto con la/ikJsofia greca, in particolare quella platom'ca e sto:'ca. A partire dal3 o secolo a. C, si tradusse persino in greco la bibbia dell'Antico Testarnento, nota come <<Settanta» (cfr. J. Ratzinger, Verità, fede, tolleranza, Cantagalli, Siena 2005, pp. 157-160)... Valentino capipoco del dotto riferimento delparroco. Ma un punto eralampante: anche la bibbia è mett'ccz'a.' E n'tornava il quesito: perché t'n Italia stracciarsi le vestidifronte al reciproco t'n/lusso religiosoculturale, causato dall'impatto t'slam-cristianesimo? Perché temere di diventare «diversi» vivendo con «diversi»? Valentino, fresco laureato in scienze politt'che, tentò una risposta con un ri/eninentoallanostra storia. Francesco Crispz: mangiapret~ aveva sempre osteggiato la chiesa cattolica, con un codazzo di liberali emassom: Però, verso la /i1le del 1800 i nemicz' da temere apparivano soprattutto i socz'afz'st~ meno i cattolz'ci. A Napolz: il lO settembre 1894, il baffuto Crispi tuonò: «Dalle più nereprofondità della terra è sbucata una setta infame, la quale scrt'sse sulla sua bandiera: né Dio tzé capo... Stringiamoci insieme per combattere codesto mostro e scriviamo sul nostro vesszllo: con Dio, col re e per la patria.'». Quando cz' sentiamo minacciati- ragionò Valentitzo -, i nemicz' di ieri diventano gliamicz' di oggz: Alpresente, anche per glt' agnosticz: la tm'naccia è rappresentata d4i musulmanz'. E certt' laici n'tengono che i cattolz'ci nonfacciano il loro dovere dioccidentalise non li combattono. -Don Marcé, tu che dicz'? -A me «combattere» nonyiace in alcun modo. Io sono or/ano di guerra. In Congo, poz: di «battaglie» ne ho vz'ste troppe, con milioni e milioni di amazzati. Tamargenerò, Raab generò, Betsabea generò... Anche Mana generò. Diede alla luce Gesù, chtamato Crt'sto (cfr. Mt 1,16). Per la consolazione di tuttt'. fRANCESCO BERNARDl

numero 12 - dicembre 2005 - anno 107 SOMMARIO Jn copertina: donna del Kham (Cina) Foto: Silvio Pezzo Dnumero è stato chiuso in rednzione il 6 novembre 2005. La consegna alle poste dj Torino è ovvenutn primn dd IO dicembre 2005. Ai lettorj Generò, generò, generò... di Francesco Bernardi pagina 3 Dai lettori Cari missionari (Lettere a MC) pagina 6 TESTIMONI Roraima (Brasile) Indios f Terra amara di Emanuela Baio Dossi, Silvia Zaccaria e Francesco Bernardi pagina 12 Colombia Un paese esagerato di Francesco Rezzadore pagina 18 Reportage dallo Cina ( l) Aiutare è glorioso! di Giacomo Mucini pagina 23 RUBRICHE Chiesa nel mondo pagina 10 Millennium Targets (5) di Valeria Confalonieri pagina 62 «Così sta scritto... » (8) di Paolo FarineLLa pagina 64 n mondo in un libro pagina 67 Tuttomondo pagina 69 Indice annata 2005 pagina 73

IL DOSSIER DEL MESE IJuomo davanti ai progressi deUa medicina TRAPIANTI , VIAGGIO IN UN MONDO D1 DOWRE E SPERANZA di Enrico larghero pagine 27-50 L' ALTRO MONDO Italia l Grandi opere: Tav (l ) Quella ferrovia «s'ha da fare»••. di A.lano, P.Rando, R.Topino pagina 51 Preti d 'America (1): Venezuela In prima linea (e senza gradi) di Paolo Moiola pagina 57 FotogJafie (i numeri indicano la pagina): Archivio IMC (3,20,21,22) - Bellesi (18,19,21,66,71) - Bottignole (24,25) · Comboni Press (29) - Franzoi (4,22) · Giacone (16) · Internet (10,11,64) · Moiola (5) - Mucini (4) · Nava (70) · Rigamonti (4,12-17) • Vandelli (69). l datì personali forniti dagli abbonati sono usati solo pe.r le finalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l'amministratore, cui gli interessati possono rivolgersi per richiederne la ve· rifica o la cancellazione (legge 675/1996). r -- -- -- -- ----------------------------, : Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori : : e non riflettono necessariamente l'opinione deU'editore. : ~-------------------------------------- - -- - -----~ Mensile del Missionari della Consolata fondato nel 1899 Direz:lone, redazione e ammlnlstraxlone: Corso Ferrucci, n. l<4 - lO118Torino tet. O11.4.-400.'100 - fax OII.H00.<459 E-mail: rfvlsta@misslonicoosolataonlus.it Sito internet: www.rnissioniconsolauonlus,it DIN:zlone: Benedetto Bellesi (direttore - .<438) Francesco Bernardi (direttore resp. - .-H6) Giacomo MazzOtti (resp. rivista «AMICO» - .-436 ) Redazione: Bertecletto Bellesi (bellesi@missionariconsolata.it) Paolo Moiola (.-458) Ugo Pozzol! (.492.) Collaboratori: A.Antone:lll, B.Baiestra. S. Battaglia. M.Bello (dol BurlcinQ.), S.Botti&nole, S.Calvani (da &fotà), C:Carsmanci, D.Casali. M.Chiericl, G.Chiesa, 0 .0.1 Bon, P.Farinella, A.lano, M.Paclialsottl. P.Pescali, S.Petrovic, G.Sattln (medìclno), J.Tubaldo Sklo lnterMtz Paolo Mol'* e f'1aurlzlo PqtiassottJ An:hivto fotop-aflco: franca Fanton Gratlco ; Carlo Nepote ~ed arretrati: Anaela • Vaity st.mpa: Tipografia Canale. Borpro ('(orino) Editore: MISSIONI CONSOLATA ONLUS Amministratore, Guido ~.te!. 011.-4.-400,+47 SWewla: p.GfovaMIVentutini, tei.OI1.4.o400.43.9 ~: tel011 .4.«JJM7 -fu: 011 .4.-400.41 l Conto corrw.e:. poRafe n. 33..40.51.35: li rlngnziano vtvamente t 1eaDr1 et. sostenaono r~rnpegno di fot ma:loM ed Informazione di •MiSsiONI CoNSOlATA ONLUS.. Tvul i conaibud o olftne sono cWralbUidda tlchlarulone del nclcld. Sped. a.p.. a.2, e.20L..... 662196 App. ecc. a Aut. Vr'"fortnn • 1$. 6.. ... ptoC. 79 ltcrftlo ,...,._.,...... CJ$060 tll+H 17. IO. 91 e=r ~-= ..

Il Supermercato delle religionì Egregio direttore, fmalmente la rivista da lei diretta abbraccia temi che i cattolici veri sentono in maniera profonda. Mi riferisco alla rubrica <Al supermercato delle religioni>>. Ottimo titolo per questa rubrica, alcuni culti non possono essere definiti in maniera diversa... e mi perdonino j buonisti di sinistra. L'attuale relativismo religioso, traducibile in «è tutto uguale, va tutto bene», è un grave pericolo per la comunità cattolica in quanto sminuisce la potenza unica del vangelo. In questo contesto è ovvio che vi sia una proliferazione delle sette religiose. Con queste parole non voglio criminalizzare nes· sun nuovo culto~ come ama dire Massimo Introvigne da voi più volte citato, ma non posso che rallegrarml se una rivista missionaria esalta finalmente iJ proprio credo e «contrasta» quello degli altri, mettendone io luce gli aspetti più oscuri. Talvolta mi sembra che i cattolici, presi dallo spa· smo di andare d'accordo con tutte le religioni del mondo, dimentichino o sminuiscano molto del pro~rio c~edo. Mentre ~oi andiamo mcontro a tutti, nessuno fa lo stesso con noi. Anzi, veniamo perseguitati senza pietà in paesi come la Cina, l'Arabia Sau· dita, la Birmania, ecc. Con queste righe non voglio dire che esiste un mercato delle religioni nel quale noi cattolici dobbiamo difendere il nostro ter· ritorio. Assolutamente no. Penso che la fuga verso le sette sia un grave indicaMC l dicemb,. 2005 pagina 6 • • • MISSIOnari tore di malessere sociale cui la chiesa deve saper rispondere in maniera chiara. Anche in maniera co· raggiosa e, magari, poco gentile. Cordiali saluti. Roberto via e-mail La risposta più efficace aJ proliferare di nuovi culti è la testimonianza del vangelo con la propria vita. Da parte nostra continueremo a mertere in guardia dai pericoli del relativismo religioso, in «maniera coraggiosa», ma «gentile» perché «la verità senza la carità è crudel tà» (Lutero). Ricordando un amico Caro direttore, i tanti amici che in questi anni si sono recati a Paulo Afonso per visitare i no· stri missionari che lavorano in quell'arida regione brasiliana, hanno avuto modo di incontrare molti dei loro collaboratori, tra i quali un simpatico e accat· tivante laico italiano: Giampiero Canossi. Era approdato nel giro di moos. Mario Zanetta da una quindicina d'anni . Esperto conoscitore di mille segreti tipografici e redazionali, tanto che il vescovo gli affidò subito la precaria e modesta tipografia della diocesi, tenuta io piedi con mille materiali di recupero. Giampiero la trasformò in una operosa attività tipografica, capace di dar lavoro a decine di persone. La vecchia tipografia fu rinnovata con macchinari più aggiornati e per certi versi all'avanguardia per la zona dove operava. Suc· cessivamente la vetusta costruzione iniziale venne trasformata in una moderna casa editrice che prese il nome di <<Fonte Viva», una iniziativa che riempiva d'orgoglio sia l'ideatore, il vescovo missionario moos. Zanetta, sia Giampiero, che si faceva carico di tutte le incombenze gestionaJj, pratiche e amministrative. Grazie alloro impulso, <<Fonte Vìva» divenne un punto di riferimento per molte altre diocesi della regione, prive di supporti mass-mediali come quelli creati dalla passione e competenza di mons. Mario e di Giampiero. Dopo la morte di mons. Zanetta, il nuovo vescovo di Paulo Afonso, moos. Esmeraldo affidò a Giampiero la responsabilità di tutto quanto era stato creato; con acume e intelligenza, Canossi riuscl a creare anche un istituto tecnolo· gico per formare i futuri tecnici delle comunicazioni. Un piccolo gioiello di produzione diversificata, che spazia dalla preparazione di video, dvd, pro· grammi radio, audizioni, pubblicazioni e riviste che hanno qualiflcato l' attività editoriale della diocesi di Paulo Afonso, tanto da arrivare a pubblicare molti testi della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani. Purtroppo questo amico è stato stroncato da un infarto fulminante pochi mesi fa all'età di 52 anni, lasciando moglie e due figli e un profondo rammarico tra coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Per molti novaresi che hanno apprezzato la sua giovialità, il suo carattere e la sua competenza profes· sionale, resterà un caro amico da conservare nel cuore dei ricordi e da affidare alla misericordia del Padre. Mario Bandera Novara Mi un.isco aJ ricordo e alla preghiera per Giampiero Canossi, che ho sempre stimato, fin da quando Lo ebbì come alunno della scuola media. A proposito di ambientalisti Caro direttore, un conto è dire che da par• te di certi ambientalisti c'è una forte ostilità verso la religione e la morale catto-

Caro don Farinello, ho letto il suo «Amen Amen>>sul numero di giugno 2005 di Missioni Consolata. Premetto che sono molto ignorante in materia, e sicuramente un mediocre cristiano. Due annotazioni che, fa~ spiegano il fatto che, con tutte le cose interessanti che lei scrive, io sia stato colpito da un'osservazione del tutto secondaria, risp6to all'argomento da lei trattato; eppure••. gUela propongo ugualmente confidando che la vo"à accogliere con simpatia. Allo terz'ultimo rigo di pag. 20 lei scrive «dopo drca 35-65 anni dallo morte di Gesù>>. Chissà quante innumerevoli volte avrò sentito, e usato io stesso, questa espressione! Eppure leggendo/o nel suo articolo mi i ~nuto in mente che per noi cristiani il fatto più importante, dal quale calcolare fl trascorrere del tempo dovrebbe essere la risurrezione e non la morte di Gesù! Pur consapevole delle motivazioni storiche, culturali.•• che sicuramente spiegano l'uso pifJ diffuso, mi è venuto da riflettere sul fatto che, qui parlo solo per me stesso, forse il considerare la morte e non la risurrezione è un indice che tradisce una fede insufficiente. Ni piacerebbe sapere cosa ne pensa in proposito. Grazie! Giovanni Guui via e-mail Carissimo sig. Giovanni, non solo con simpatia, ma con gioia ho ricevuto e letto la sua e-mail. lei non tocca un aspetto secondario, ma tocca il fulcro del cristianesimo: la morte e la risurrezione infatti sono lo spartiacque dell'eternità e della storia temporale, che s'incontrano per non lalica, un conto è negare che i fiumi sono sempre più inquinati, i laghj sempre più poveri di acqua, i ghiacciaj sempre p iù contratti, le foreste sempre più depredate e degradate, le popolazioru indigene sempre più minacciate d al rischio dj estinzione totale. Per questo, allibro dj Gaspari e Caseioli, Le bugie degliambtentaliSli, edito da Piemme, preferisco dj grani unga le critiche che Miwom Consolata dj mar· zo 2005, ha rivolto aj suoi autori. Assolutamen te non intendo dire che gli scritti dj Gaspari , Cascioli e di pa· recchi altri giornalisti cattolici allineati sulle loro posizionj non siano utili: sono tanti, infatti, i sedi· centi ftlosofi della natura, le cui teorie sono in con· traddizione con l' insegnamento di Cristo e con il magistero della chiesa; per cui è gius to invitare il credente a guardarsi bene dalle loro banalizzazioru, dai loro trabocchetti, inganni e infamie. Tuttavia conformarsi a Cristo e operare in sintonja con il magistero della chiesa significa anche respingere quelle nuove isciarsi mai più. Ha ragione lei! Noi che ci diamo tante arie di «saputelli», alla fine poi scivoliamo su povere bucce di banane. Il problema che lei pone è immenso, grande, enorme. Tecnicamente si usa l'espressione «mistero pasquale», espressione teologica sintetica che comprende cinque momenti della vita di Gesù: passione, morte, risurrezione, ascensione e pentecoste (• dono dello Spirito del Risorto). «Mistero» è da intendere in senso patristico, cioè è sinonimo dì «sacramento», non di qualcosa che non si conosce e che viene svelato. In questo contesto, nel parlare e nello scrivere semplice (per non complicare la vita a chi legge) si ricorre ad una figura letteraria che si chiama brachilogia, cioè discorso breve o per dirla in italiano si usa la parte per il tutto. Ne deriva che, quando scrivo «dopo circa 35-65 anni dalla morte di Gesù», non è da intendersi alla lettera, ma nel senso «partitivo»: ho utilizzato un solo elemento della espressione «mistero pasquale» per dirli tutti. Avrei potuto dire «dopo... la passione di Gesù», oppure «dopo l'ascensione», ecc. Resta il fatto, però, che quando (sempre noi che ci diamo arie di saputelli) scriviamo, diamo per scontato che coloro che leggono sono addentro a tutti i misteri della scienza biblica o teologica. Sono d'accordo che bisogna essere più chiari e più lineari. Ho avuto tanti echi molto buoni riguardo a questo articolo sull'Amen e credo che, con l'aiuto di Dio, porta buoni frutti. Se mi permette, io dico anche un Amen su di lei e per lei , la sua famiglia, i suoi affetti, i suoi morti, ricordandola nella celebrazione dell'Eucaristia. Con affetto. deologie e correnti di pen· siero in cw non pochi cattolici si riconoscono. Neoliberismo, neoconservatori smo, ottimismo giulivo, antiecologismo, an ticatas trofismo, antiallarmismo, antianimalismo... sono visioni del mondo senz' altro più vicine all' illuminismo ateo che alla dottrina so· ciaie della chiesa; più vici· ne al materialismo antropocentrista che all'idea della solidarietà tra uomo e natura; più vicine allo scienti smo e al suo delirio di onnipo tenza che aDa ve· ra antropologia cristiana, quella basata sul «coltivare Paolo Farinello Genova e custodire» di Genesi 2,15, sull'«ora et labora» dj san Benedetto, sul Cantico delle creature dj san Fran· cesco. Secondo me, Cascioli, Gaspari & C. commettono un gravissimo errore quando appiccicano l'etichetta di «cassandre>> a coloro che lamentano la distruzione delle foreste (specie quelle della fascia tropicale), la perdjta della biodiversità, l'assurda caccia ad animali che si trovano a un passo dall'estinzione, perché alcune grandi reti criminali non ne vogliono sa· pere di mollare il business MC l dicembre 2005 pcl9ina 7

del como di rinoceronte, carcasse e parti anatomiche di tigre, avorio di elefante e ippopotamo, carne di scimmia... Complessivamente il commercio iUegale di animali selvatici, vivi o morti, ha un volume paragonahile a quello del mercato di droga, armi, materiale pornografico... Sbagliano anche quando cercano di coprire di ridicolo coloro che si oppongono all'uso sconsiderato degli insetticidi e pesticidi (la lotta biologica, correttamente intesa, è molto più efficace contro i parassiti, oltre che meno nociva all'ambiente), coloro che contestano i progetti per la realizzazione di altre grandi dighe o di altre centrali nucleari , coloro che suggeriscono le strade del rici· claggio, delle energie alternative (solare, eolico, geotermico, biogas) e dell'uso più limitato e responsabile di certi mezzi di trasporto. Ricordino, Gaspari e Cascioli, che, rifiutando di da· re ascolto a Cassandra, i Troiani firmarono la propria condanna a morte; ricordino che le argomentazioni che il magistero della MC l dicembN 2005 poglno a chiesa ha usato e continua a usare contro aborto, sterilizzazione e politiche demografiche coercitive non hanno nulla a che vedere con la sdrammatizzazione dei problemi ambientali. Bistrattando senza ritegno i dati sulla deforestazione, pesca di frodo, bracconaggio, stragi provocate dai disastri ecologici, so· prattutto nei paesi del Sud del mondo, mettendo in secondo piano gli sfaceli causati dalla guerra e dalle industrie belliche, presentando i leaders dell'eco-pacifismo come degli imbroglioni e i loro seguaci come degli ingenui, enfatizzando i difetti di Ong come il Wwf e Greenpeace tacendone i pregi, Gaspari e Cascioli diventano alleati di quella antilzfe mentality che dicono di considerare come la piaga più perniciosa del mondo moderno e sostenitori di quelle nuove forme di colonialismo dalle quali tante volte hanno invitato i loro lettori a non lascian;i fagocitare. Cordialissimi saluti. Francesco Rondina Fano(PU) La missione allunga la giovinezza Cari missionari, la vostra rivista mi ha aumentato la giovinezza: ora ho 9.3 anni. Godo leggerla e appassionarmi spiritualmente. Sono pagine profondamente cristiane. Vi mando gli indirizzi di alcune persone, perché la mandiate anche a loro, se ritenete opportuno: chissà che non susciti qualche vocazione missionaria? Io non posso fare più molto: per età e salute. La vostra rivista è stata una predica sacerdotale autentica, che aiuta al grande passo dell'eternità. Siamo due sorelle ammalate. La prof.ssa Luigìa ba 80 anni ed è in casa di riposo. Siamo rimaste sole in mano alla società, che poco fa per l'eternità. Per fortuna la Provvidenza veglia su di noi giorno e notte, così si tira avanti alla meno peggio, in attesa della volontà di Dio, che non ci lascia fino all'ultimo. Non mi sento depressa. Oggi offro la mia giornata per le vocazioni missionarie. Chiedo una preghiera per me e per mia sorella, perché avvenga come la Madonna c Gesù vogliono. Ci accompagni la vostra benedizione. Giocondo Rrmoldt Busto Arsizio (V A) Cara signora Gioconda, continui a mantenersi giovane nello spiiito, ad appassionarsi alla missione e a offrir~ le ~ue giornate per le vocazton1. Da parte nostra continueremo a fare del nostro meglio, con la preghiera e con la rivista, per allungare la sua giovinezza. Abbiamo provveduw a inviare la nostra rivista agli indirizzi indicati. Grazie di cuore. Le scoperte di Odorico Cari missionari , ho sempre saputo che gli europei conobbero cacao, tabacco, patata, peperone, ecc. grazie ai viaggi e alle scoperte di Colombo nelle Americhe. Invece l'autore dell'interessantissimo dossier dedicato a Odorico da Pordenone (M.C. sett. 1999) scrive, citando ciò che lo stesso Odorico an· notò dopo aver visitato l'isola di G iava, che in quella terra lontana c'erano «grandi quantità di frutta selvatica come pure tabacco, kapok e cacao». Ora, siccome Odorico è di circa due secoli prima di Colombo, desidererei avere un chiarimento su come andarono effettivamente le cose. Grazie per l'attenzione e auguri per tutte le vostre attività. Ludovico Torregiam Fano (PU) Non sono esperto in materia. Ecco quanto ho trovato da una superficiale ricerca: il kapok è detto volgarmente «Cotone di Giava»; del cacao, così scriveva (inizio '800) il georgofilo Filippo Gallizioli: «Né solo l' America possiede questo vegetabile, ma l'Asia anco111, poiché nasce nelle isole Filippine...»; il termine tabacco è più vecchio della scoperta dell'America, essendo di origine araba. Si può supporre che tali piante abbiano il loro habttat naturale pure nelle re· gioni tropicali dell 'Asia, anche se in Europa hanno avuto più fortuna le specie americane.

Caro direttore, condivido in toto le riflessloni da )el espresse nell'editoriale «Alletto~ pubblicato su Missioni Consolata del giugno 2005, dal titolo: .Jo da che parte sto?... Ritengo sia motivo di libertà e dJ profonda gJola, per un cristiano, schierarsi a ftanco dJ Cristo Gesù Signore crocifisso, Ieri e oggi, da quanti vogliamo mantenere l'ordine e la legge del slnedrlo e dell'Impero e da quanti lo tradiamo per umana paura o per sconsiderato attaccamento al nostro <do,.. MI rimane solo un desiderio: che lei mi aiuti ad entrare nel mlstero dell' incontro decisivo-vitale con Cristo Salvatore; che lei sr>ezzi con me Il «pa1101 dell'esperienza che l'ha proiettata fuori di sé, per diventare missionario, annunciatore del vangelo. Ancora, vorrei che lei mi contagiasse un poco con la sua •novità», la sua scoperta. Vorrei che lel mi facesse lntravvedere abneno un bagliore della perla, per acquistare la quale ha venduto tutto. Vorrei ancora che mi prendesse per mano e mi accompagnasse verso la mensa liJ ecc. , non assolve sic et simpliciter l loro avversari . AIJora, un po' meno adesso, In quel paesi si stava e si sta svolgendo una guerra non fra buoni e cattivi, bens1 tra pessimi. Condannare l'operato di Plnochet e Videla senza considerare che i loro avversari agivano con gli stessi sistemi e avevano lo stesso disprezzo per la vita umana è poco onesto. Inseguire Il paradiso terrestre prossimo venturo e confidare per la sua realizzazione In assassini è una chimera. Costoro non porteranno alloro popoh la hbertà, Il benessere e la glustizla (sempre relativa perché umana), ma miseria, violenza, oppressione. Perché ve la prendete tanto a cuore? A volte sembrate, plù che uomini dJ Dio, del tifosi di una squadra di calcio. Tutti questi vostri slogan forse sono suggestivi, ma sono estranei al vangelo. Gesù Cristo ha fatto la rivoluzione dell'amore, si è fatto uccidere e ha perdonato i suoi nemici pur potendo stermlnarli. Come pensate di conciliare U suo Insegnamento con l'operato del Castro, Guevara, Chavez e compagnia? 1: Già al tempo del fascismo molti missionari erano pratlcamente della VIta e mi Insegnasse, co- l 1 me a un bimbo, a nutrlrml del D ~4\ ~; tema: lo ha detto Gesù Cristo; ,i ftlo-fasclstl e questo fu una cosa pessima. La chiesa cattobca è e- !f'ù IL,g gh uomlnJ polltld passano glllm- ..Pa1101, della Parola e del Perdono, per crescere forte e convinto operatore dJ giustizia nel mondo. Ho bisogno che lei mi porti alla fonte di questa «acqua viva•; quell'altra, quella che non disseta, scorre a fiumi su giornali, tivù e riviste . Un augurio di buon apostolato . DIEGO GoTTARDI via e-mail Caro Diego, ho l'Impressione che mi chiedi un po" troppo. Non sono un guru né un grande «maestro di spirito•. Anch' io mi arrangio come posso, Per ora tl auguro di continuare con gioia la tua ricerca, ~Noi cerchiamo per trovare, ma troveremo solo la possibilità di cercare ancofall (Agostino) , Signor B. Bellesi , 'lllllt JIJIIII sulla facciata della cattedrale di Cuernavaca In Messico, tempo fa , fu appeso uno strisclone che diceva: ,JJ mondo è dMso In oppressi e oppressori: tu da che parte stai?ll (cfr. editoriale di Missioni Consolata. giugno 2005). lo credo che neanche In un pollaio si possa operare una distinzione cosl netta, figurarsi nel mondo. Certo, usare una cattedrale come un gazebo non mi sembra una grande Idea; ma forse In Messico si usa cosl. Lel, signor Bellesl, parla poi di legge del sinedrio e dell' impero e di orpello (?) religioso e qui vorrei fare una precisazione. n fatto che dittatori cristiani (tra virgolette ) per difendere la cosiddetta civiltà cristiana (sempre tra virgolette) abbiano ucciSo ecc. perl cadono. Eppure era quella 17'\\ ~ gente eccellente, pronta a dare la \W ~u vita per annunziare Il vangelo. Fedeh al superiori e al papa. Adesso l numeri sono quelli che sono e per Il resto è meglio non fare paragoni che sono sempre an tipatici ... Signor Bellesl, lei cl Invita a porci la domanda: lo da che pa e sto? E lei da che parte sta? Non dJca dalla parte degli ultimi, perché dietro l vostri ultimi cl sono altri ultimi del quali nessuno si cura. A. LUIGI DI NICOlA MILANO ~rebbe troppo lungo rispondere a tutte le -cattiverie» espresse in questa lettera (abbiamo omesso quella in cui si attaccano le persone e la loro coscienza). Rispondo solo a quella finale , che ml riguarda personalmente. Per ragioni dJ spazio, nell 'editoriale da lei «incriminato» non ho aggiunto che quella domanda la ponevo, prima dJ tutto, a me stesso, Ebbene, devo confessare che non ho ancora trovato la risposta, neppure quella da lei suggerita; ma continuo a lnterrogarmi: •lo da che parte sto?•, Solo Gesù Cristo, che, come lei stesso afferma giustamente, •ha fatto la rivoluzione dell 'amore- , può dire di essersi schierato daUa parte degU ultimi, contro l'ìpocrisia del sinedrio e dell' impero, E per questo è stato ucciso, ,, come tanti vescovi, preti, suore e fedeli cristiani, a cui accenno nell'editoriale, Ma lei, signor Di Nicola, si è mal posta la domanda, onestamente, se sta dalla parte degli oppressi, oppure da quella degli oppressori? pagina 9

a cura di Giacomo Mazzotti CARACAS • VENEZUELA MISSIONARIE ESPULSE DAL PAESE H ugo Chavez, presidente del Venezuela, ha sottoscritto un provvedimento di rimpatrio ~r ~.tte missio~arie evange· liche, di ongme staturutense, appartenenti al gruppo «Nuove tribù», u.n 'organizzazione religiosa con sede io Florida, che porta aiuti umanitari nel mondo e che è presente in Venezuela da almeno 45 anni. Speci.fìcan· do che risultano collegate alla Cen· tra/lntetligenceAgency (Cia), l' organizzazionedi spionaggio americano, Chavez ha aggiunto che le sette espulse «hanno installato impianti e· lettrici, sistemi radio e perfino piste d'atterraggio dove arrivano aerei dall 'estero». Ma non solo. Con pa· role di fuoco, il presidente si è scagliato contro il lavoro delle missionarie, facendo sapere che esse costi· tuiscono <<una vera penetrazione imperialista, da parte della Cia, vergognosa e dolorosa1 che sfrutta le popolazioni indie nellanostra stessa casa e che si occupano di raccogliere infonnazioni sensibili estrategiChe». (PeaceReporter) SYDNEY • AUSTRAUA lA BIBBIA ANCHEINSMS ' E stata un'idea che in un primo rnomento è parsa curiosa, ma che poi ha convinto anche gli scettici: quella di «tradurre» e diffondere i versetti della bibbia in messaggi sms. ll vantaggio è quello di sfruttare, per far circolare la Parola di Dio nella vita delle persone, un mezzo di comunicazione oggi di uso comune e, fra l'altro, il preferito dai giovani. La Societàbiblica di Au· stralia ba avviato e realizzato questa impresa traducendo nel linguaggio tipico desdi sms ·abbreviato e a volte pieno èii simboli · oltre3lmi1aver· setti. <ili passato il tempo in cui la bibbiaera disponibile solo in pesanti volumi rilegati» ha sottolineato Micbael Chant, portavoce della So· MC l dicembre 2005 pcl9ina 10 cietà biblica. «Abbiamo voluto ren· dere le parole della Sacra Scrittura accessibili immediatamente per per· sone di tutte le età, condizioni sociali, interessi, cu1tura». (Fides) YORK · INGHILTE~ IL NUMERO DUE E..• UNUGANDESE N oto per il suo impegno contro la violenza,le anni, il raz. zismo e la guerra in Iraq, il dottor John Tucker Mugabi Senta· mu, ugnndese di nascita, 56 anni, è il97° arcivescovo di York, primonero nei 500 anni di vita della chiesa anglicana d'Inghilterra a ricoprire la caricapiù importante dopo l arcivescovo di Canterbury. Lasciata l'Uganda nel1974, dopo essere stato imprigionato per critiche al dittatore Idi Amin, Sentamu ha studiato a Cambridgedove, già laureato in giurisprudenza all'universitàMakerere di Kampala, ba or:tenuto Lm dotto· rato in teologia. Al suo insediamen· to, era presente anche l'arcivescovo di Canterbury,Rowan Williams, che ha detto: «John è in grado di convincerci che il cambiamento è dav· vero possibile». (Misna) GERUSAlEMME • ISRAELE UN PAR(:O TEMA11CO SUGESU I l governo israeliano ha annunciato la cessione di un appezzamen· todi circa 50 ettari per la creazio. ne di un parco tematico sulla vita di Gesù Cristo, finanziato da alcuni gruppi evangelici, conun investimeo· to previsto tra i 45 e i 65 milioni di eu· ro circa. n terreno sorge sul mare di Galilea, in una zona compresa tra Cafamaum,Tabghae il Montedelle.Beatitudini; Jestrutture che vi saranno realizzate serviranno per illustrare i principali passi mossi da Cristo dalla sua nascita alla sua crocifissione e resurrezione. Secondo stime iniziali, circa 1,5 milioni di turisti l'ann~trebbero visitare il parco, nel e saranno rappresentati i princip · capitoli del NuovoTestamento. (Misna) MANILA • FIUPPINE ALTAllA TROPPA POliTICA DEllACHIESA I lgoverno filippino ha sollecitato i componenti del clero, i vescovi e gli altri capi spirituali a un minor coinvolgimento nelle questioni politiche del J2aese. n segretario dell'esecutivo, Eduardo Eremita, ha detto che non c'è nulla di sba~ato nel fatto che i vescovi filippinl fungano da consiglieri spirituali di alcuni gruppi di opposizione,ma ha giu· dicato inopportuno che siano ecces· sivamente coinvolti nella politica. D richiamo è arrivato pochi giom:i dopo una manifestazione organizzata nei pressi della residenza della presi· dente filippina, Gloria Arroyo, senza l'autorizzazione della polizia e dispersa dagli agenti, alla quale avevano partecipato anche tre vescovi. La chiesa filipP.ina · un tempo guidata dal cardinale Jairne Sin, morto lo scorso giugno · ha avuto un ruolodeterminantenella destituzione dell'ex dittatoreFernandoMarcos nell986, esempio di rivoluzione pacifica po. polare, e in quella dell'ex presidente joseph Estrada, accusato di corruzione e sostituito dall'attuale capo dello stato. (Misna) PKHINO · CINA VIETATA lA REUGIONE SU INTERNET L a Cina ha annunciato nuove leggi per un maggior controllo delle notizie pUbblicate su internet, al fine di «proteggere gli interessi dello stato». Sono bandite

dalla rete Je notizie «che criticano le politiche religiose statali, la predicarione in materia religiosa o la diffusione di credenze superstiziose». Già ora le autorità controllano con attenzione i media e ricorrono alla tecnologia per censurare gli articoli su internet con contenuto pomografico o di rilievo politico. Dissidenti e gi_<?malisti sono in carcere per avere diffuso in rete o inviato messaggi e-mail ritenuti «pericolosi>>. Oltre a queUe «religiose», le nuove leggi vietano di mettere su internet notizie che riguardano altre dieci «aree»: fatti che possono mettere in pericolo la sicurezza del governo, i segreti di stato, i rapporti che incitano alla violenza etnica. La precedente normativa era stata emanata nel 2000, ma il rapido sviluppo di internet l'aveva resa obsoleta. (Asta news) APDIS ABEBA - ETIQPIA SI AU.'UNIVERSITA CATTOLICA U n accordo per la creazione di un'università cattolica internazionale ad Addis Abeba è stato raggiunto tra il ministero dell'istruzione dell'Etiopia e laConferenza episcopale locale. Pur rappresentando poco meno deU'l% dei circa 70 milioni di abitanti in Etiopia - la cui popolazione è più o meno equamente divisa tra la «storica» chiesa ortodossa e l'islarn - i cattolici sono molto apprezzati per le attività od settore scolastico e in quello sanitario. Da tempo,monsignor Berhaney Demerew Souraphiel, arcivescovo metropolita di Addis Abeba, aveva manifestato il desiderio di ospitare nella capitale una struttura universitaria aperta a studenti di ogni religione, per offrire ulteriori spazi di formazione nel paese. n ministro degli esteri ha espresso apprezzamento per l'iniziativa, affermandoche un ateneo cattolico di livello internazionale può svolgere un ruolo decisivo per la creazione di una dasse dirigente locale. (Mùna) BAKU - AZERBAIGIAN «RINASCE» lA PICCOlACHIESA E x repubblica dell'Unione Sovietica, adagiata sulle rive dd Mar Caspio, l'Azerbaigian è un paese con 8,2 milioni di abitanti, al1'84% musulmani, prevalentemente sciiti. I cristiani sono 350 mila, perlopiù ortodossi,mentre la comunità cattolica è composta da 150 cittadini azeri e circa 120 stranieri. A Baku, la chiesa fu abbattuta negli anni '30 dal regime staliniano. L'ultimo sacerdote, Stefan Demurow, scomparso in quello stesso periodo è probabilmente morto in un lager della Siberia. Da allora, per circa 60 anni, nessun sacerdote cattolico ha potuto più mettere piede nella città. A partire dal1993, do);'>O ]a caduta del reg1me sovietico e 1indipendenza del paese, alcuni cattolici hanno chiesto la presenza di un sacerdote a Baku. Oggi, la «clùesadomestica» di l n occasione della Giornata missionaria mondiole, lo Santa Sede ho pubblicato alcune statistiche in cui si mostro come il numero del cattolici sia aumentato In tutti l continenti, tranne che in Europa. In base ai doti pubblicati aggiornati al 31 dicembre 2003, nell'ultimo anno l battezzati cattolici sono aumentati dello 0,3%, diventando Il 17,23% della popolazione mondiale. In questi dati spicco un leggerissimo aumento del sacerdoti, una diminuzione delle religiose e un'enorme crescita di missionari laici e catechisti . Baku si trova in una casetta, dove alloggia la comunità dei salesiani e dove vi sono anche alcune stanze per la catechesi e le attività pastorali. (Fides) ROMA - ITAUA AUN PRETE PER lA PRIMA VOLTA Padre MkbeJ Lagarde (dei «padr.i Bianchi») docence al Pontificio istituto di studi arabi e islamistica (Pisai), di Roma, ha dcevuto il «Premio internazionale Sharjah per la cultura araba 2005», assegnato dall'Unesco e finanziato dagli Emirati Arabi Uniti. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, viene assegnato a un sacerdote cattolico. La giuria del premio internazionale lo ha scelto perché «ha consacrato la sua vita, il suo insegnamento e un'opera importante alla lingua araba e allo studio della religione islamlca. I suoi lavori sui rapporti tra il cristianesimo e l'Islam hanno contribuito al rispetto dell'altro e al riawicinarnento delle due culture». P. Lagarde è noto per aver tradotto dall'arabo al francese l'opera principale diAbdel Qader, celebre intellettuale e mistiCò musulmano, intitolata «il libro delle soste», tre volumi di mistica musulmana, importante per la bellezza letteraria e la sintesi del pensiero isJarnico. (Misna) Al31 dicembre200311 numerodel cat10iici era pari o 1.085.557.000, con un aumento di 15.242.000 unità rispetto all'anno precedente. Alivello di continenti, lo ripartizione è lo seguente: Africo +6.231 .000; Amefico +6.678.000; Asia +2.434.000; Oceania +113.000. L'unico diminuzione si registro in Europa con -214.000. Quanto all'aumento percentuale dei cattolici, InAfrico c'èun Incrementodello0,34%, In America dello 0,17%, In Asia dello 0,03%. Diminuzioni si registrano invece inEuropa (-0,31%) ein Oceania (-0,37%). MC l dicemb,.. 2005 pagina 11

RoRAIMA BRASILI di Emanuela Baio Dossi La gioia e la rabbia TERRA AMARA Finalmente, gli indios di Roroimo hanno potuto festeggiare l'«omologozione»di un pezzo di terra che, d'ora in poi, sarà loro. Mo non tutti si rassegnano olio... sconfitto, continuando od esprimere, con la violenza, il loro rancore... ,. :~w·-.~.,. ~· , . ., - .... •• 4 ~ l ·i J Resti della chiesa di Surumu, bruciata la notte del 17 settembre 2005. i

Quella de/21-24settembre2005 è stata una grande festa nel territorio di Roraima (Brasile): dopo lunga altesa, la terra di «Raposa Serra do Sol> è stata «omologata>>, cioè consegnata definitivamente ai popoli indigem; legittimiproprietari. La vigilia è stata preceduta da un eventofunesto: duegiorniprima i fazendeiros hanno appiccato ,·1 fuoco a quasi tut/e le costruzioni delta missione di Surumu. Una delegazione di cinque persone, la senatrice Emanuela Baz·o, mons. AldoMongiana, padreSilvano Sabatùn; /ratei Carlo Zocquini e padre Giordano Rigomontt; in cammino verso Maturuca, decideva di f ermarsi aSurumtt per essere testimone degli effetti di tanta violenza. La festa è stata grande ugualmente: le cenen·della missionehanno maggt·ormentestimolato la resistenza degliindigeni nella difesa dei loro diritti e la volontà di ricosttuire il loro futuro. Surumu, 20 settembre Scuola, ospedale, casa delle suore, chiesa... tutto distrutto dalla violenza: quali sono le sue prime impressioni, senatrice? Sgomento e dolore hanno accompagnato le quattro ore che abbiamo trascorso nella missione di Surumu. A distanza di giorni, ancora rabbriA destra, giovani indios pregano sulle ceneri del Centro di Formazione e cultura. Sotto: a sinistra, ospedale distrutto dal fuoco; a destra, ponte sul fiume Urucurf, 2 1 settembre: incendio provocato dalla banda di Pau/o Cesar e spento dagli indios con la conduttura d'acqua posta da frate/ Francesco Torta. vidisco quando penso alla violenza racchiusa in quelle macerie, allo scontro tra odio e amore. Di violenza, terrorismo e scontro si può parlare, perché questo è unmale che accompagna l'uomo e che nella piccola e sperduta missione di Surumu, ha espresso il peggio di sé. Tutto è cominciato al nostro arrivo a Boa Vista. Fratel Carlo ci ba accolti, immergendoci immediatamente nella triste realtà: «Qualche ora fa , hanno bruciato la nostra missione a Surum(l». Poche parole per esprimere il dramma di un popolo: gli .indios dello stato di Roraima, dimenticati dal più, poco conosciuti, ma forti della loro esistenza, cultura, tradizioni e capacità. Non saranno i/azendeiros, conniventi con alcuni <<politici», a distruggere questa comunità (vedi riquadro). Ci hanno già provato, ma non sono riusciti. Nonostante lo sgomento e la rabbia che bo ritrovato tra i missionari, è demerso immediato J' amore. n giorno seguente il nostro arrivo a Boa Vista, padre Mario Campos, parroco di Surumu, ci ba detto pure che i giovani vogliono continuare l'esperienza comunitaria della missione. Una scelta coraggiosa, cbe ha illuminato dj speranza il paesaggio devastato dall'odio e che ha fatto in modo che condividessimo un momento di riflessione e preghiera con quei giovani. Questo rni ha convinta ancor di più sulla necessità di continuare a sostenere illot:o coraggio, sia da parte degli italiani, come hanno già fatto con la camp~gna N6s existimos, sia da parte delle istituzioni, come la Commissione diritti umani del Senato della repubblica. Girando fra le macerie della scuola, casa delle suore, ospedale e nello squallore deipochi resti della chiesa, mi sono subito accona che la mano potente e violenta di quegli uomini (quasi sicuramente ubriachi, a detta dei presenti) hanno col~ito con un'intelligenza raffinata. (,}uella di MC l dicembre 2005 pagina 13

LA FESTA CONTINUA! La grande festa per l'omologaxione della Raposa Serra do Sol si realizza malgrado i devastanti eventi che l'hanno preceduta. Il trionfo di Jacir, capo storico della lotta, e il vuoto delle autorità. L o scandalodel finanziamento illedto ai partiti, che ha colpito UPartito dei lavoratori, nonché Usuo leader, il presidente del Brasile Luiz lnacio Lula da Silva, si è !lpercosso anche sullo stato di Roralma: le é/ites locali hanno lronizzato e accusato il presidente di sprecare n denaro pubblico nell'inViare un manipolo di poliziotti federali in quello stato, per garantire la sicurezza e il tranquillo svolgimento della festa per l'omologazionedella tetra indigena Raposa Serra do SoL Cosi sono rimasti indif~ i villaggi di quell 'area e alcuni dei suoi presidi più rappresentativi, come la missione di Surumue il suoCentrodi formazione e cultura indigena. In questa latitanzadel governo centrale, i gruppi tradizionalmente ostili ai popoli indigeni, tra cui anche molti indios corrotti dai politici locali, sono riusciti ad averemano libera: appena 4 giorni prima dell' inizio della festa, 150 uomini incappucciati e armati hanno bruciato il Centro, la chiesa e l'ospedale. Dietro tali atti ci sono mandanti ed esecutori ben noti: il sindaco di Pacaraima (il maggior risicoltore della regione), l'auloCésar Quarteiro, di lontane origini italìaneeU tuxawa (capo) del villaggio di Contao, Genivaldo itt·itf~ Macuxi. • .. lmedia locali (giornali e Tv) hanno provveduto a coprire i mandanti e svelare gll esecutori materiali, che si sono assunti tutte le responsabilità. Al tem\)0 stesso, però, hanno fatto di tutto per scagionarli: ripetendo fino alla noia la solita tiritera sull'«internazionalizzazìone» (che cioè, «ehi difende i diritti degli indios sarebbero soltanto stranieri, interessati a impossessarsi delle loro terre•) e rimproverando alla polizia militare locale di non intervenìre contro gli stranieri e ad alcuni organi giuridici di garantire loro l' impunità. I l tanto contestatomanipolo di polizia federale (appena tre uomihil invece dei 150 attesi), sono arrivati all' inizio deJ:. la festa, aopo la distruzione della missione di Surumu e l'inc-endio appiccato, Ugiorno successivo, al ponte sul fiume Urucun, l'unico accesso via terra all'area indi~ena. Questi fatti non hanno bloccato il normale svolgimento della festa; però ne hanno permesso la delegittimazione istituzionale. A parte la presenza di un consigliere personale di Lula, Cesar Alvare:z, alla festa hanno partecipato unicamente dei «tecnici» dell'apparato governativo, come il presidente della Fohdazione nazionale per gli ihdios e ql,lello dell'Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria, Si attE:ndeva la presenza di almeno tre ministri: Marina SUva ministro dell'Ambiente, Miguel Rossetto delloSviluppoagricolo e Marcio Thomaz Bastos della Giustizia, il quale aveva confermato da tempo la sua ~rtecipazione. l timori per la-sua incolumità (volantini distribuiti per tutta la città di Boa Vista con minacce di una manifestazione e altre ~oni ai suoi danni e di rappresaglie nei confronti delle comunità indigene) hanno impedito a Bastos di recar$) alla festa del· l'omologazione di cui egli è stato certamente il maggiorartefice. MC l dicembre 2005 pagina 14 C'erano invece tanti stranieri, rappresentanti dì organizzazioni non governative, che hanno fatto dire al mezzi di comunicazione che «la festa è solo un' iniziativa degli indios e degli stranieri», fomentando ancora una volta la tesi dell'internationalilzaz!one dell'Amazzonia. ~L'area unica -hanno ripetuto i media - è sostenuta da una minoranza indigena, dalla chiesa e dalleOng, mentre lamaggioranza degli indios vuole la demarcazione "in isole", in quanto solo questa può garantire lo sviluppo delle comunità indigene e, soprattutto, dello stato di Roraimal). Certamente la regione del Basso Cotingo, che vede la pr~ senza stabile del grandi colti\13tori di riso, fornisce spesso uomini, ma anche donne e giovani, alle azioni terroristichecondotte ai danni delle comunità che hanno sostenuto l'.omologazione in arèa continua. ~bra, però, che questi individui si prestino a tali atti per tre motivi principali: ricevono compensi e vantaggi economici, sono ricattati, subiScono le pressioni della Missione evangelica dell'Amazzonia, da tempo presente nell'area (soprattutto nel villaggio d! Contao) e da sempre contraria alla demarcazione in area continua. Tuttavia, dietro coloro che a Roralma si oppongono al riconoscimento delle terre, dei diritti indigeni e alla riforma agraria, ci sono parlamEmtari locali che godono di notevole rappresentatività: a Brasilia; essi vedono nella risicoltura e in altre attività intensive il futuro di Roraima, per cui non hanno nessun interesse alla regolari.zzazione delle terre, perché ciò significherebbe un controllo piùdiretto sul loro uso, che n0n è mai espJlcitamente dichiarato. Ne deriva una situazione assurda: l'amministrazione locale di Roraima preferisce che non si realizzi il passaggio delle terre federali allo stato regionale e che, piuttosto, rimangano nell'indefinizione, consentendo cosi che tall terre cadano nelle mani dei grl/eiros (iovasori illegali di terre federali), la mano lunga dei potentati locali, i quali, a loro volta, rappresentanogli emissari<ielle multinazionali chestannodavvero ~intémazionalizzando» il Brasile. Per esempio, nel~ regione domina pure un certoWalter Vogel,.svizzero. Possiede· 12 mila capi di bestiame, due agenzie immobiliari, diversi negozi, piantagioni di acacia mangium per migliaia di ettari, nonché il40% delle terre coltivabili dello stato (escluse quelle indigene). Spesso i bianchi recriminano: <<ARoraima c'è troppa terra per pochi incliOS»; ma non si sente dire: «Troppa terra per un solo bianco». Intanto la festa continua, sotto la guida del grande tuxawa Jaoìr de Souza Macuxi, che «è stato rieevuto a Brasilia come un capo di stato». EQU si sente erede di Makunaima, il leggendario capQstipite dì quei popoli indigeni·che dalla notte dei tempi abitano quelle terre e 1e hanno difese con coraggio a prezzo del proprio sangue. Jacir è commosso, mentre inaugura il monumento che rappresenta la mappa della regione Raposa Serra do Sol, realizzata da Barth6, un artista non-indro. Anche questo costituisce una significativa testimonianza, per dimostrare che la convivenza pacifica tra indios e non indios a Roraima e ln tutto il Brasile è possibile e che il processo di riappropriazione-delle terre da part~ dei suoi più antichi abitanti, dopo 500 anni di soprusi, è ormai irreversibile. SILVIA lACCARIA

Surumu non è solo una missione: è il centro ptÙsante di una nuova cultura. Ll vengono formati i nuovi Leaders e istruiti gli indios, si trova la quintessenza della paziente e faticosa opera compiuta dai missionari della Consolata per più di 30 anni di impegno. Ma Jì si trova anche un ambulatorio medico, importante per le prime cure delle comunità indie. Nella povertà e desolazione di quel luogo risiede il futuro, ricco di speranza. Se nell'ambtÙatorio si percepisce la solidarietà umana e il ri - conoscimento di un diritto inalienabile dell'uomo, quale è quello alla salute, nd resti della chiesa si intravede la profonda ricerca spirituale, nella scuola la costruzione del presente: tre simboli che rappresenta - no per i giovani le rocce sulle quali costruire il futuro. Calpestiamo le ceneri ancora calde sul pavimento; preghiamo con i leaders della comunità; padre Mario, il parroco, è in lacrime e a stento riesce a dare la parola a giovani che vogliono ceJebrare la vita: le emozioni sono stampate su tutti i volti dei presenti... Sono soprawissute solo le mura perimetrali della chiesa: il resto è polvere, ceneri. È un paesaggio surreale, ma brutalmentevero. Eppure abbiamo vissuto un momento di intensa spiritualità: i giovani della scuola, nel momento di preghiera, si sono disposti in cerchio, quasi a rappresentare il circolo dell'esistenza, e ognuno di loro ha gridato il proprio nome, affermando così una presenza che non è stata po.rtata via dal vento dell'odio, ma che n, in quel cerchio, formava la catena della vi - ta: la forza dell'amore. Hanno poi intonato canti e letto testi sacri, per suggellare il sentimento di perdono e la richiesta di aiuto: è stata una comunione di intenti e una grande lezione di vita. Nessuna recriminazione né minaccia di vendetta; nessuna spiegazione per cercare di capire... Ma hanno accettato quella sorte con la forza della speranza nella pace e nella prospettiva di un futuro migliore, senA sinistra, alberello piantato dai giovani sulle ceneri di Surumu, come segno della loro volontà di ricostruzione. za dare spazio alla rassegnazione. Con noi c'era anche il neo vesco· vo di Boa Vista, mons. Roque Paloschi, il quale ha individuato jJ percorso dove camminare come un fra - tello fra fratelli , una strada in cui i missionari sono i seminatori del regno, tra un popolo che soffre. Moturuco, 21 settembre D capoJadr De Souza ti prende sotto braccio e ti accompagna alla ma· loca centrale, accolta da una foUa fe· stante... Come ti sei sentita, tra un popolo orgoglioso del traguardo conquistato? n loro scortarci alla grande maloca con canti e balli, con una gioia incontenibile, mi ha fatto constatare la spontaneità di un'ospitalità non consueta. Per noi occidentali è semplice condividere la felicità di questo popolo; non lo è altrettanto capirla fino in fondo. Solo stando fi, sentendo il racconto di persone che per 30 anni hanno sopportato le angherie dei /azendeiros (retribuiti per il loro lavoro con bottiglie di alcool), ci si può forse avvicinare, rispettare e apprezzare la loro dignità di popolo; mentre noi non siamo in grado di guardare al futuro, essi hanno la felicità dell'essenziale, invisibile agli occhi. La Commissione diritti umani del Senato ha fatto un prezioso lavoro di appoggio alle rivendicazioni degli indigeni di Roraima per la ticonquista deJJa loro terra: quale è stato il tuo messaggio? Quale ipotesi di coUaboraziooe per il futuro? «Costruire una società nella quale i diritti di pochi si trasformino nel diritto di tutti» è la prima affermazione che ho pronunciato durante la festa di omologazione. È lo spirito che ba accompagnato i missionari e cbe ha mosso anche il nostro impegno alla Commissione diritti umani del Senato. La mia partecipazione rappresenta una tappa di un percorso. Le 44.000 firme consegnate al presidente Marcello Pera costituiscono il sostegno, la condivisione e il rafforzamento di una battaglia (vedi riquadro). Come rappresentante del Parlamento italiano ho ringraziato gli indios di Roraima per il coraggio dimostrato, per la forza morale che ha consentito di superare barriere invalicabili, per la paziente attesa di vedere ripristinati i loro diritti umani e civili, senza mai ricorrere alla violenza, senza attimi di esitazione o demotivazione. Quello che unisce le nostre nazioni è anche un altro sentimento: .l'a· more verso la propria terra. n concetto di terra è ben definito, indica dei lin1iti e proprio in questi ritroviamo i nostri valori, che, nonostante gli usurpatori, le catastrofi naturali o l' allontanan1ento forzoso, non potranno essere stravolti. Dentro questo diritto naturale è riconosciuta la nostra esistenza, la disponibilità aessere amati per la nostra identità, essere accettati anche da chi, forse ancora oggi, non vuole riconoscere quel grande e uruco popolo. Nel momento in cui si ammette il diritto aUa terra, si riconoscono anche diritti umani essenziali: alla vita, all'alimentazione, all'acqua potabile e, quindi, all'esistenza. L'impegno del Parlamento italiano continuerà, vigilandoda lontano e da vicino e lafesta per l'omologazione dello Raposa Serra do Sol: un poster ricorda la storio di resistenza indigena. MC l dicemb,. 2005 pagina 15

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