Missioni Consolata - Dicembre 2005

• \0 d; retto . òe\.\.a Consolata e i t. ~"\~ tlèJ i Miss1ona0 0ro Spezzano (Italia) ••••••••••••••••••••••••••••• • ••••••••• VIA DEDICATA A P. GIUSEPPE RICHEnl F are memoria è meglio di ricordare, è meno strumentale e più affettivo. Significa che qualcosa ci ha sfiorato, ha scavato dentro di noi, si è nascosto al caldo e, ~asi senza farsi accorgere, oggi fiorisce e porta frutto. Coglie il testimone e lo port~ avanti, rendendoti parte di una storia più grande. E così che si toglie alla morte il potere di spegnere le impronte di certe persone. A Spezzano (Modena), il16 agosto, durante la fiera di San Rocco (il cui ricavato da anni viene destinato alla missione di Rumururi) abbiamo partecipato a un gesto concreto della memoria che si è fatta collettiva. È stata intitolata una strada a padre Giuseppe Richetti, un missionario cbe aveva fuoco e che aveva nel cuore il Kenya. Morto 12 anni fa, oggi riposa tra la sua gente, nel cimitero del Nazareth Hospital, vicino a Nairobi. La sua comunità di origine ha voluto rendergli omaggio in modo civile e religioso, con un'affluenza dawero straordinaria di persone. La messa concelebrata dal parroco don Giuliano e dasii amici di padre Giuseppe: i padri Carlo Massano (dalla casa di San Valentino), Mario Barbero (dal Congo),Raffaello Lombardo (dal Kenya) e Francesco Cialini (in rappresentanza dell'Istituto) è stata una cerimonia toccante, ma ancor di più è stato chiaro quanto ognuno di noi possa essere parte attiva di una storia che lievita e quanto, in fondo, padre Richetti sia ancora presente1.altro che riposare in pace... Presente nelle parole e nell'opera dei suoi arnid e confratelli, nella memoria dj chl l'ha conosciuto, nei gesti dell'eucaristia, nell'impegno nascosto dei tanti che hanno sostenuto la sua missione, i suoi ideali, ma anche la sua umanità. TI sindaco di FioranoModenese, Oaudio Pistoni, il fratello Alfonso Richetti e i padri hanno speso parole di affetto e ricordo vivo davanti alla folla. Mi p iace ricordare il pensiero tanto profondo di padre Cialini, che ba sottolineato il valore di apostolo dell'amico morto e non scomparso. Per noi, in Italia, è necessario andare indietro firio aPietro, a Paolo, m o per i luoghi di gjovane evangelizzazione basta tornare a pochi anni fa, a figure che sono ancora accanto a noi. La gtahdezza di questa affermazione sta proprio nella possibilità che noi tutti abbiamo di accettare di far parte di questo mistero che si fa vivo. Padre Richetti era un uomo «contagioso», come tanti altri uomini fortemente mossi dal proprio ideale, aveva il dono di parteciparlo alle persone che incontrava, con l'entusiasmo di chi è sospinto dalla gioia di dare una buona notizia. Ame personalmente padre Rlchetti ha dimostrato che vale la pena di impegnarsi a vivere intensamente il presente e mi ha lasciato un inestimabile dono: i suoi amici, i suoi compagni di apostolato. Dawero non siamo soli. Via Padre Giuseppe Richetti è la via di tutte quelle persone, che, ognuna al proprio posto, aspirano a rendere migliori se stessi e ad andare od mondo col sorriso e col coraggio, e quando il passo si fa incerto, basta armarsi di un bastone da pesca, fermarsi e aprirlo all' occorrenzaper riprendere fiato e poi la strada che ci renderà più forti dl quando siamo partiti. Annalisa Vandelli

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