Missioni Consolata - Dicembre 2005

lA FORZA DI 44 MilA FIRME «In fretto, In fretto! Il presidente Pera vi sta aspettando!». Antonio Fernandes, missionario della Consolata a Roroima {Brasile) e oggi consigliere generale dell'istituto, si asciuga emozionato il sudore; Carlo Maglietta, medico e presidente del «Comitato Roroima», si rlannoda precipitosamente la cravatta; Silvia Zoccaria , antropologa, si aggiusta con la mano la chioma fluente; Vincenzo Gaeta, caporedattore di ~Famiglia Cristiana», spegne il cellulare. E Francesco Bernardi coordinatore nazionale di «N6s existimoS», dichiara deciso: «Andiamo/». A Roma, il vistoso orologio di Pafazzo Madama, sede dell'Incontro con il presidente del Senato, segno le 12 e 13. È il 26 luglio 2005. M arceOo Pera accogUe sorridente e interessato i cinque delegati , accompagnati dal pensiero degli amici rimasti in anticamera: tutti attivisti nella campagna •N6s existimOS» (Noi esistiamo) in favore dei popoU indigeni , piccolì contadini ed emargìnati urbani di Roraima. D quintetto illustra al presidente le sfide in una regione dove conuzione, violenza e impunità si intrecciano e regnano sovrane. Imissionari della Consolata operanoa Roraima dal1948. Dopo lunga riflessione, scelgono l popoU indigeni, cioè i più poveri dei poveri. A partire da tale opzione, essi passano dalle parole ai fatti , anche a livello internazionale. Lanciano alcune campagne. - Ecco la campagna per gli Yanomami del1979-80. Dall'Italia partono tantissime cartoline: sollecitano il presidente del Brasile a creare n ttpaTCO yanomami••. perché la terra è essenziale per salvaguardare la cultura di un popolo indigeno. L 'obiettivo verrà raggiunto nel 1991. - Segue, nel 1988-89, la campagna •IND!os RORAIMA•, realizzata anche a livello europeo: moltissimi cittadini si appellano al Segretariogenerale delle Nazioni Unite, affinché siano tutelati l diritti dei popoli indigeni e sia salvaguardato l'ambiente amazzonico. La campagna include pure il progetto «Una mucca per l'india», che s! concreta in 10 mila capi di bestiame, oggi 42 mila. - •N6s existlmos• è l'ultima campagna. Lanciata nel Forum sociale mondiale di Porto Alegre nel 2003; rispetto alle precedenti, si caratterizza per due novità. La prima: la campagna nasce ed è coordinata in Brasile, da realtà locali (missionari della Consolata, Consiglio indigeno, ecc.); in Italia si raccolgono solo le «loro» proposte. La seconda novità: ~N6s existlmos» è globale; riguarda non solo i po-- Roma: consegna delle 44 mila firme della campagna «N6s exisfimos»: da sinistra Emanuela Baio, Marcello Pera, ~dre Francesco Bernardi, Saverio Gaeta, Silvia Zoccaria, Carlo Miglietta e padre Antonio Fernandes. MC l dicembre 2005 pagina 16 poli indigeni, ma anche i piccoli contadini e gli emarginati della città. Insomma, tutti i poveri. E tutti scendono In campo, per la prima volta insieme, in una storica alleanza di oppressi. Queste le rivendicazioni di •N6s existlmos-: - omologazione-rlconoscimentodellaterra indigena di Raposa Serra do Sol in un 'area continua, allontanando gli invasori; controllo del terrltorio e rispetto delle culture ancestrali; - approvazione del nuovo Statuto degU indios e sospensione del progetto (stralciato dallo Statuto) di estrazione mineraria in area indigena; - no ad agevolazioni fiscali a latìfondisti, coltivatori di riso, acacia mongium e soia; si a Investimenti per una politica agricola familiare e creazionedi posti di lavoro ln città; - no alla produzione di «pasta base• per la cellulosa, onde scongiurare l'alto costo ambientale; - sostegno a indios e non indios, in campagna e città, che vogliono salvaguardare l'ambiente e sviluppo sostenibile· - lotta alla corruzione a ogni livello; In particolare, punì re i responsabili di illegalità politiche; - regolamentazione della presenza militare in terra indigena. Q ueste rivendlcazioni sono state sottoscritte anche da 44 mila italiani. Grazie alle firme, che padre Fernandes e com~nl ~nsegnano al presidentedel Senato, si è glà ottenuto (indirettamente) un risultato positivo: U riconoscimento deD'area indigena •Raposa Serra do Sol» (17 mila kmq), avvenuto il 15 aprile scorso con il decreto del presidente brasiliano, Luis Jnacio Lula da Silva. Una vittoria.. . dentro un cammino ancora irto di ostacoli. All' incontro con Pera partecipa pureEnrico Pianetta, presidentedella Commissionedei diritti umani deJ Senato, che in agosto consegnerà al presidente Lula le 44 mila firme. •T ante quante sono gli indigeni di Rora l ma: una firma per ogni indiO» commenta con evidente simpatia la senatrice Emanuela Baio, anch'essa in sala. C on la consegna delle firme, sulla campagna •N6s exlstimos~ in ltalìa cala il siparlo. Ma, uoltre il sipariO», sul palco di Roralma, indios, piccoli contadini ed emarginati urbani recitano ancora a soggetto, rivendicando maggiore giustizia e libertà. in un contesto di sfacciata ricchezza e lacerante povertà. Ma sono incoraggiati da un nutrito «movimenta» di forze religiose e sociali locali. È un'altra significativa vittoria.. . Siamo grati al 44 mila «attivistVo italiani. Attivisti: termine un po' desueto, che è opportuno riscoprire nel suo significato migliore. •Non dobbiamo starcene come automi , senza iniziative proprie, per paura di sbagliare. Non lasciamoci rimorchiare. No, avanti! Camminiamo sempre, per farci santi e salvare tante anime!» (Giuseppe A !lamano, fondatore dei missionari defla Consolata). fRANcEsco 8ERNARD1

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