Missioni Consolata - Dicembre 2005

La Ca:)« 8iallca e l pr-edlcato,.l telev~lvl «UCCIDETE QUa PRESIDENTE» na tempO abbiamo Imparato a non stupirei piÙ di nulla. LIEppure, sentire un tncttamento al delJtto In diretta teJevi.. 5Mt è un fatto che non può (o non dovrebbe) lasciare Indifferenti. È avvenuto lo scorso 23 agosto ed ha awto come protagonista 11 predicatore televlslvo Pat Robertson, fondatore del gruppo evangelico d 'ultradestra ·Coalizione ~. nonché ex candidato presidenziale, molto vicino a G.)orge Bush. Dalle frequenze del canale televisivo statunitense Christian Broodcastlng Network (Cbn), nel corso del suo spettacolo • The 700 auboo, u m.oerendo si è cosi espresso: .chavez ha distrutto l'economia venezueJana. Ed è diventato Unite, lo scorso 15 settembre, U preadente venezuelano ha chiuso così U tuO (applauditissimo) Intervento: «~.:unico paese dow \.Wl persona si può permetteTe Il h.-o di chiedere l'assassinio cl un capo dl stato sono gli Stati Uniti. Come è awenuto da poco con un revere:ndo dl nome Pat Roberùion, molto amico della Casa Bianca. Costui ha domandato pubblk:amente, davanti al mondo, U mio a$Sassinlo. E se ne w IJberQ. Delitto lnternazlonale, terrorismo lntemazlonate.. Possiamo dargli torto? una testa di ponte per l'Infiltrazione comunista e deU'btlenilsmo lslarnJoo In tutto il continente. (...) Noi abbiamo la capacità per eliminarlo e credo che sia giunto 11 momento per esercitarla. Non abbiamo bisogno di Intraprendere un'altra guerra da 200 milioni di dollari per sbarazzarsi di questo pericoloso dittatore. È molto più facile che qualche agente segreto faccia Il lavoro e la faccia finita con lut.. nc>po queste lncredlbili parole (proLinunclate - vale la pena di ricordarlo - nel corso di un prograrruna televisivo), la Casa Blan<:a ha preso le distanze, ma non ha espresso un'espflcita condanna nel oonfrontJ del reverendo Robertson. Sull'argomento è Intervenuto, qualche settimana dopo, lo atesso Hugo CMvez. Durante l'assanblea plenaria per Il sessantesimo aJU\IWrsario delle Nazioni Caracas: si rocco/gono firme contro Luis Posaclo Carri/es, uomo dello Cio e terroriste inlfJrnozionole che gli Stati Uniti non vogliono estrodore. Anclut guesfo fono ho contribuito od acuire IO lfJnsione Ira l due paesi. Eppure, la chiesa cattolica di questo p_aese è stata, fin dall'inizio, contro Hugo Chavez Frias e la cosiddena rivoluzione bolivariana. A tal punto che, durante l'effimero golpe dell'aprile 2002, il cardinale}osé lgnacio Velazco, arcivescovo di Caracas (oggi scomgarso), fu in prima fila accanto a .E edro Carmona, primo ministro dell'estemporaneo governo golpista. Pochissimi vescovi venezuelani appoggiano Chavez, mentre diversa è la situazione tra i sacerdoti. Padre Bruno è uno di essi. «Mi oppongo - spiega senza tanti giri di parole - al fatto che l'episcopato venezuelano, in foona cosciente, molto cosciente, continui ad offrire la sua solidarietà sociale, politica ed economica a quei potenti che il governo di Chavez ha messo sulla difensiva. Mi oppongo inoltre al fatto che la chiesa, che dovrebbe portare la parolu di Dio, metta davanti MC l dicembre 2005 pogino 60 la sua presunta libertà di attore politico o il suo protagonismo sociale per difendere que~t~ gente e criticare un governo legttnmo. Per rutto questo alcuni sacerdoti come me hanno manifestato posizioni diverse alla televisione e sui giornali. E ciò non per una banale voglia di apparire, ma per la convinzione che, d i fronte al silenzio di una parte della chiesa, è necessario far sentire un'altra voce e far conoscere un'alt ra opzione>>. In A/6 Presidente, la sua trasmissione della domenica, il presidente Chavez sipresenta spesso con il ero· cefisso sulla scrivania. E bacchetta a suo modo i vertici della chiesa venezuelana che, a suo dire, hanno di - menticato «l'opzione preferenziale per i poveri>>. Spiega padre Bruno: «Non ci si deve stupire. Da tempo, la gerarchia episcopale confonde il suo sanoe legittimo d iritto di critica profetica PAOLO MoiolA con una difesa ipocrita e meschina dei privilegi sociali tradizionali. Chavez non fa solo discorsi populisti, perché è convinto di quello che dice. Quando il presidente dichiara di essere il vero rappresentante del vangelo, fa una cosa ben comica e strana, appena comprensibile per un europeo, eppure non assurda in una situazione tanto ambigua come quella della chiesa venezuelana». ll sacerdote di Petare reclama posizioni chiare, in primis verso quelle classi umili a cui appartiene la grande maggioranza dei venezue.lani. «Non si può - spiega- non riconoscere che il 70% della popolazione venezueJana, dopo 6 anni continua ad appoggiare Chave.z. ~ la fascia bassa della popolazione, è la gente umile che ha fatto questa scelta. La chiesa non può dimenticarlo». «Personalmente- continua padre Bruno-, non ho mai fano crociate pro-Chavez. Anzi, ci sono alcune

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