Missioni Consolata - Dicembre 2005

Quella de/21-24settembre2005 è stata una grande festa nel territorio di Roraima (Brasile): dopo lunga altesa, la terra di «Raposa Serra do Sol> è stata «omologata>>, cioè consegnata definitivamente ai popoli indigem; legittimiproprietari. La vigilia è stata preceduta da un eventofunesto: duegiorniprima i fazendeiros hanno appiccato ,·1 fuoco a quasi tut/e le costruzioni delta missione di Surumu. Una delegazione di cinque persone, la senatrice Emanuela Baz·o, mons. AldoMongiana, padreSilvano Sabatùn; /ratei Carlo Zocquini e padre Giordano Rigomontt; in cammino verso Maturuca, decideva di f ermarsi aSurumtt per essere testimone degli effetti di tanta violenza. La festa è stata grande ugualmente: le cenen·della missionehanno maggt·ormentestimolato la resistenza degliindigeni nella difesa dei loro diritti e la volontà di ricosttuire il loro futuro. Surumu, 20 settembre Scuola, ospedale, casa delle suore, chiesa... tutto distrutto dalla violenza: quali sono le sue prime impressioni, senatrice? Sgomento e dolore hanno accompagnato le quattro ore che abbiamo trascorso nella missione di Surumu. A distanza di giorni, ancora rabbriA destra, giovani indios pregano sulle ceneri del Centro di Formazione e cultura. Sotto: a sinistra, ospedale distrutto dal fuoco; a destra, ponte sul fiume Urucurf, 2 1 settembre: incendio provocato dalla banda di Pau/o Cesar e spento dagli indios con la conduttura d'acqua posta da frate/ Francesco Torta. vidisco quando penso alla violenza racchiusa in quelle macerie, allo scontro tra odio e amore. Di violenza, terrorismo e scontro si può parlare, perché questo è unmale che accompagna l'uomo e che nella piccola e sperduta missione di Surumu, ha espresso il peggio di sé. Tutto è cominciato al nostro arrivo a Boa Vista. Fratel Carlo ci ba accolti, immergendoci immediatamente nella triste realtà: «Qualche ora fa , hanno bruciato la nostra missione a Surum(l». Poche parole per esprimere il dramma di un popolo: gli .indios dello stato di Roraima, dimenticati dal più, poco conosciuti, ma forti della loro esistenza, cultura, tradizioni e capacità. Non saranno i/azendeiros, conniventi con alcuni <<politici», a distruggere questa comunità (vedi riquadro). Ci hanno già provato, ma non sono riusciti. Nonostante lo sgomento e la rabbia che bo ritrovato tra i missionari, è demerso immediato J' amore. n giorno seguente il nostro arrivo a Boa Vista, padre Mario Campos, parroco di Surumu, ci ba detto pure che i giovani vogliono continuare l'esperienza comunitaria della missione. Una scelta coraggiosa, cbe ha illuminato dj speranza il paesaggio devastato dall'odio e che ha fatto in modo che condividessimo un momento di riflessione e preghiera con quei giovani. Questo rni ha convinta ancor di più sulla necessità di continuare a sostenere illot:o coraggio, sia da parte degli italiani, come hanno già fatto con la camp~gna N6s existimos, sia da parte delle istituzioni, come la Commissione diritti umani del Senato della repubblica. Girando fra le macerie della scuola, casa delle suore, ospedale e nello squallore deipochi resti della chiesa, mi sono subito accona che la mano potente e violenta di quegli uomini (quasi sicuramente ubriachi, a detta dei presenti) hanno col~ito con un'intelligenza raffinata. (,}uella di MC l dicembre 2005 pagina 13

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