Missioni Consolata - Dicembre 2005

PADRE VICTOR SI È FATTO IL BUNKER Credo che certi uomini nascano buoni, allo stesso modo in cui altri nascano con gli occhi verdi. La clifferenza è che gli occhi verdi non servono a nulla e a nessuno, la bontà sl. Oltre ad essere un buon uomo, padre Victor è anche un bravissimo cuoco e così il pollo che ci aveva preparato è passato, oltre che dal mio stomaco, anche nella stanza dei ricordi che non si cancellano. Noi, in cambio, avevamo portato un pandoro, un dolce fatto a Verona, che diventa il dolce più buono del mondo se mangiato a lO mila chilometri da dove viene prodotto. È incredibile come le cose perdano o, viceversa, acquistino vaJore cambiando luogo. Un dolce che in Italia costa meno del pane e si mangia solo per tradizione a Natale, senza apprezzarlo più di tanto, qui di - venta una squisitezza. Allo stesso modo, le preziose e tanto desiderate foglie di coca, lì perdono tutto il loro valore e diventano solo foglie, come quelle di tanti alberi che fan - no ombra e compagnia a meravigliosi pappagaUi colorati. Padre Victor, oltre a essere un bravo cuoco, è anche un grande attore. Recita senza copione le parti di un'opera che non ha sceneggiatura, ma solo un titolo: «Amore». All 'altare veste gli abiti del prete sopra la canottieradel contadino che ingrassa i pol1i col pane. Le tasche delle braghe sono piene di caramelle per i bambini di Cartagena del Chaira, che bussano sempre al suo portone: <<Padre Victoooor!». Padre Victor lacovissi con alcuni bambini. Verrebbe da pensare che persone disposte a lasciare la proptia terra per vivere al servizio degli altri, fra mille sacrifici e privandosi di rutto quello che i più considerano indispensabile per vivere bene, abbiano un rappono con la morte più facile e sereno. Credo anche che la fede in Dio aiuti ad avere con la morte un rapporto privilegiato. Nonostante questo, padre Victor si è fatto costruire un bunker io cemento armato all'interno della missione, vicino al pollaio, sotto un grande albero di mango, per difendersi in caso di attacco della guerriglia. Non è passato molto tempo, infatti, da quando i guerriglieri delle Fare, avevano sferrato un attacco alla caserma, a poche decine di metri dalla chiesa, uccidendo rutti i militari che vi stazionavano dentro. La sua non è paura delJa morte, è difesa ostinata della vita; non c'è tempo ora per morire, con tutto quello che c'è da fare! La mia insonnia di quella sera, invece, era proprio paura. La stanzerta che mi era stata riservata stava proprio di fronte alla caserma, che i militari avevano da poco ricostruito, e dalle fessure degli stipiti di legno della fwestra potevo guardare fuori. La luce dei lampioni rendeBambine con frutta tropicale a Cartagena del Chair6. vano ancora più tetro quello che po· tevo scorgere e i racconti ascoltati durante la giornata sulle modalità dell'attacco della guerriglia, rendevano l'atmosfera surreale per uno comeme, abituato a vedere la guerra in Tv. Un soldato di guardia, mitra a penzoloni sul fianco, camminava lento, avanti e indietro, davanti a quella costruzione grigia in cemento armato, senza porte e finestre, solo piccole feritoie alle pareti. Per la strada, nessun altro. Entro nella mia piccola stanza. Qualcuno, passando, aveva lanciato all' interno, prima che io entrassiper andare a dormire, due lattine di birra vuote e io, subito, avevo tradotto io minaccia quel gesto. La paura mi impediva di dormire; la mente pro-

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