Missioni Consolata - Marzo 2005

DOSSIER IMMIGRATI Le seconde generazioni e i nuovi italiani. CANADA Indiani e cow-boys sull 'ultima frontiera. KENYA Una meraviglia di acquedotto. MARZO 2005

Con questo viaggio in KENYA vogliamo stabilire un incontro personale con le popolazioni locali, osservando la loro vita e i loro costumi, nei luoghi dove si verifica la promozione umana e l'evangelizzazione dei missionari. È un viaggio di «conoscenza~> che ci apre a vasti orizzonti e ci educa alla mondialità e, per i credenti, alla fraternità e alla solidarietà evangelica. ,.d,. Adolfo De Col Cono Ferruccf 14 • 10138 Torino tel. OJJ/4.400.444 -fax 011/4.400.459 E•mall: adolfo.decol@consolata.net ---------------------------

Ài let I n questo anno, consacrato alt'eucaristia, i cristiani sono invitati adaccostarsi con ri . etto e devozione al mistero della presenza di (!,isto in mezzo all'umanità. Il mondo missionario s'interroga su come la sua azione di evangeli1.1.azione e di promozione umana può far rz/en'mento all'eucaristia, quale momento privilegiato di riflessione nel suo incedere sui sentieri della storia umana. In una sana prospettiva missionaria, oltre alla devozione e al culto liturgi'co che le sono dovutt: l'eucaristia contiene numerosi e puntuali rt/erimenti all'impegnodi denuncia peri malidella terra edisolidarietà con tuttigli oppressidel mondo. Ecco alcuni esempi. Durante la messa della nottedi natale 1537, nella cattedrale di Hispaniola (oggi Santo Domingo), fra' Montesino de Guzmtfn, pronunciò una fortiSsima omelia contro i conquistadores spagnolz: chesulle terre appena scoperte rubano, ammazzano, sevizianogli indios. Quell'omelia colpì profondamente un giovanenovizio domenicano, Bartoloméde las Casas: scosso dalle parole del suo confratello, diventò il più strenuo dt/ensore degli indios. Quella denuncia, pronunciata in una solenne celebrazione eucaristica, fu un incisivo punto dipartenza per l'attenzione e la cura che la chiesa latinoamericatta ha sviluppato verso gli indigeni lungo i secolz~ difendendoli dai soprusi dei nu()t)iarrivati. Sempre in un contesto prettamente missionario, l'eucaristia si fa memoria di martirio e celebrazione di speranza. Questoaspetto è testimoniato dallo scrittore cattolico giapponese Susaku Endo nelsuo romanzo Silenzio, dciveviene narrata la persecuzione che, tra la fine del1500 e l'inizio del1600, annientò tutte le comunità cristiane/ondate da san Francesco Saverio. Si salvò soloun «Piccolo resto». Nel1870, quando i miSsionarieuropeipoterono rientrare, am'vatinelporto di Nagasak~ sisentirono chiederedaidiScendentidiquei cristianigiapponesidi celebrare l'eucaristia in memon'a dei loro martiri: un'eucaristt'a attesaperpiù di200anni! I n occasione dell'anno eucaristico, inizt'ato proprio nello scorso ottobre, mese missionario per eccellenza, Ciovanni Paolo Il ha ripreso ed evidenziato questi temi nella lettera apostolica Mane oobiscum Domine. ln essa il papa ricorda che «l'eucaristia ci spinge amostrare solidarietà verso gli altn: rendendocipromotori di armonia, di pace e, specialmente, di condivisione con i bisognosi. V «Anno dell'Eucaristia» deve condurre le comunità diocesane e parrocchiali a un particolare interessamento per le varie mam/estazkmi della povertà nel mondo, come/ame e malattie nelle nazioni in via di svzluppo, solitudinedeglianzia m: disoccupazione, sof /erenze degli immigrati. Questo criterio di carità sarà il «segno dell'autenticitiàelle nostre celebrazionieucanstiche». r.: eucaristia, prosegue ilpapa, «non è solo espressione di comunione nella vita della chiesa; essa è anche progetto di solidarietà per l'intera umanità. Nella celebrazione eucartstica la chiesa rinnova continuamente la sua coscienza di essere segno e strumento, non solo dell'intima unione con Dio, ma anchedell'unitàdi tutto ilgenere umano». Ognimessa, anche se celebrata tzella pùt umile delle comunità enelle regionipitì sperdute della terra, porta in sé zl segno indelebile della universalità. Il cristiano che partecipa all'eucaristia, impara afarsi promotore di comunione, di pace, di giustizia edi solidarietà in tutte le circostanze della vita. I l nuovomillennio è iniziatoavendodavantiasé lo spettrodelterrorismo e la tragedia della guerra. La grandefamiglia fm'ssionaria, che reca in sécome la coscimza storica di un cammino dz evangelizzazione che ha plasmato interefeneraziom; chiama i cristz'ani a vivere più che mai i miStero dell'eucan'stz'a come scuola di pace, in cut uomini e donne, partecipando alla vita di C n'sto, si/anno tessitoridi dialogo e comunione, oltre che costruttori incessanti di cammini di giustizz'a e di pace. Interessanti pagine di vita attendono ancora di essere scritte nel meraviglioso libro della missione, da chicon fede e mm1tà celebra e partecipa al mistero dell'eucaristia. MARIO BANDERA

numero 3 - mano 2005 - anno 107 SOMMARIO IJ1 copertina: una breccia nel muro israeliano Foro: Davi de Casali D numero è $IalO chiuso Ùl ucLuione iJ 6 febbraio 2005. La consegna alle po(le di Torino è avvenura prima del lO mano 200.S. Aì lettori Eucaristia e missione di Mario Bandera pagina 3 Dai lettori Cari missionari (lettere a MC) TESTIMONI Madagascar Ho visto meraviglie pagina 6 di Alex Moreschi pagina 12 Congo Futuro••• in costruzione di Domenico Bugatti pagina 16 Kenya Il sogno di Mukiri di Francesco Bernardi pagi na 46 RUBRICHE Chjesa nel mondo pagina 10 «Così sta scritto... » di Paolo Farinella pagina 50 Battitore libero pagina 64 Mondo in un libro pagina 66

IL DOSSIER DEL MESE Inchiesta sugli immigrati di seconda generazione l NUOVI ITAUANI di Angela Lano pagine 27-42 Canada La storia sui.•• binari di Piergiorgio Pescati Hai ti L' ALTRO MONDO pagina 20 Intervista al primo ministroIsola ad alta tensione di Marco Bello pagina 43 Palestina Abu Mazen tenta l'impresa di Paolo Farinella pagina 51 Quale economia? (3.puntn ta) Luis Razeto Migliaro - Un'economia solidale è possibile di Paolo Moiola pagina 57 Fotografie (ì 1111meri ifldicano le pagine): Archivio IMC (3,18,67) -Auac (59) - Bianchi (4) - Bellesi (10,17) · Bello (43) • Bernardi (19) - Bugatti (4,16-19)- Casali (5) - Comboni Press (44) • D'Ottavio (5) · lmemel (11) - Moiola (45,57)- Moreschi (4) - Pagliassorti (37,40,41). ldati personali forniti dagli abbonati sono usati solo per le fìnalità della rivista. Il responsabile del loro trattamento è l'arnmirùstratore, cui gll interessati possono rivolgersi per richiederne la verifica o la cancellazione Oegge 675/1996). l l l l L---- Gli articoli pubblicati sono responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente l' opinione dell"editore . , l l l l ____ _, Mensile del M issionari della Consolato Fondato nel 1899 D.irezlo ne, redazione e amm inistrazione: Corso Ferrucc1, n. l4 • lO138Torino tel. O11 .-4.400.400 • fax O11 .4.400.459 E-mail: rivlsta@missloniconsolataonlus.it Bellesi@mlssionariconsolata.it Sito internet: www.mlssioniconsotataonlus.it Redazione: Benedetto Bellesi (direttore· ...38) Francesco Bernardi (direttore resp. - .+46) Giacomo M3Z%ottl (.436 . resp. Rivista «AMICO») Paolo Moiola (.458) Sito intemet Maurizio Pagliassottl Co llabo ratori: A.Antonelli, B.Balestra. $.Battaglia, M.BeHo (do/ 8urlcino), S.Bottignole. S.Calvani (do Bogotà), C.Caramantl, D.Casall, G.Chlesa, D.Dal Bon. P.Farfnella,Alano, M.f'agllassottl, P.Pescal1. S.Petrovic, G.Sattin (medidno), I.Tubaldo Editore: MISSIONI CoN"SOl.A'rA ONLl.JS Amministratore: Guido Filipello, tel. 011.4.400.+47 Segret~ria: p.Glovanni Vent~.trini, tel. O11.-4.400.439 Ufficio. te!. 011....400.447 ·fax OI I.HOO.'fl l Sep-eteria: segreteria@mlssionicol)solataonlus.it Archivio fotoaraflco: Franca Fanton Grafico: Carlo Nepote SI rin1raziano vivame nte l rettori che sostengono, at~che economicamente, l' Impegno di formazione ed Informazione. di «MISSIONI CONSOLATA ONlUS». Contò corrente postale n. 33~40.5 I.JS Tutti i contributi o offerte sono detraibili dalla dlchlaraz:lone del redditi. Sped. a.p., a.2, c.20.c., legge 662196 App. ecc.• Aut. tr. Torino - lS. 6. ..S, prot. 79 Iscritto reg. n~. stampa· C./5060 1!3+44 17. lO. 91 Stampa: Canale, Borgaro (Torino). ASsociato oii"USPI

«Non avanzo soldi» pesanti persecuzioni reli- lessio: banno rotto un Cyangugu come aspirante giose: cristiani, missiona- tabù internazionale, dicen- dei padri Barnabiti. Ho Cari missionari, ri, vescovi... torturati e im- do chiaramente (e senza vissuto tutte le guerre conricevo Missioni Consolata prigionati tuttora, per non interessi) dò che non si golesi a Bukavu, come studa un po' di tempo con il voler essere <patrioti>, di- dice quasi mai sulla situa- dente di fllosofia nel semiconto corrente. pendenti dal governo cine- zione conflittuale del Con- nario maggiore N otre DaQuest'anno però non se e non dal papa di Ro· go, oppure ciò che pochi me d'A/rique dei padri posso fare l'abbonamento, ma. Tutto questo si deve dicono, ma super6cial- Bianchi. Ho studiato teoperché, essendo pensiona- sapere e l'autore, Mirco E- mente, per interessi eco- logia all' università Urbata e con parecchie spese, lena, si aggiorni! Non si nomici personali, naziona- niana di Roma e adesso non avanzo soldi. Non mi può tacere questa triste li o internazionali. sono nel seminario di Perimane che pregare per realtà. Gli articoli di Chiara e ramiho in attesa dell'orditutti, per la pace nel mon- Missioni Consolata do- Alessio sono ben docu- nazione sacerdotale. do intero... vrebbe sempre sottolinea- mentati e costituiscono un Muperzda Ombeni Gentil Lettera f,;rmata re che in Cina esiste pure riassunto molto utile per Peramiho (Tanzania) <eia chiesa del silenzio», le- chiunque voglia conoscere Pregare per la pace è gata a Roma. Qualche vo- la vera faccia del dramma La lettera si riferisce a un contributo enorme ... stro articolo nel passato congolese, concepito all'e- Le mani sul Congo D 'altro canto non igno- l'ha ricordato e bisogna stero, ma realizzato pur- - Anatomia deUa prima riamo le difficol tà econo- farlo anche ora. troppo da alcuni congolesi guetta panafricana, momiche in cui versano tanti A parte questa grave di- privi di coscienza morale e nJ:/irafia di 100 pagine nostri letto ri. N el 2003 le menticanza di Elena, leg- di patriottismo, sempre in ( ùsioni Consolata, o t tofamiglie italiane che fati- go con piacere i vostri in- corsa verso il denaro e il b re-novembre 2004). Cocavano a giungere alla fi- teressanti articoli ed invio sangue. pie di questo numero ne del mese e rano il anche alle missioni qual- Ringrazio tanto Missio- «speciale» possono esse38%. 01f:i superano il che modesta offerta. ni Consolata e la pre.go di re ancora richieste al no51% ... < agen te- ha pro/ Giuseppe Tomaselli continuare con lo stesso stro recapito. scritto Enzo Biagi - non Treviso spirito sulla stessa linea, L'apprezzamento di legfae i listini di Bo rsa, ma perché c.i sono ancora tan- Mupenda ci è particolar - fa atica a rieltire quella Grazie della solidarietà te cose da svelare sul Con- mente gradito, trattandodella spesa. L' urispes con i missionari e le loro go. Basta fare una ricerca si di un congolese. I n viprecisa che tra no i ci so- comuni tà. Grazie anche sulJa storia della chiesa lo- sta della sua attività saoo 14 milioni di poveri. del suo rilievo cri tico, cale di Goma e Uvira per cerdotale, gl1auguriamo Non si vedono per stra- pertinente. Però non si capire ancora meglio la di essere fedele al suo nod a, ma a tavola». Ecco tratta di «dimenticanza>>, guerra congolese. me. Infat ti Muf.tdo sir.e rché siamo ammirati di bensì di «complessità». Per vostra informazio- gni6ca «colui c e ama». ron.re alla 1 1ener~sità di N on si possono affroo- ne: sono un seminarista tantl nostn ettor1 . tare «le pe rsecuzioni reli - congolese, attualmente giose» in Cina con poche deUa diocesi d ' lringa Ritorna il Kossovo attute. La superficialità (Tanzania) , nato e cresduCina: persecuzioni diventerebbe p iù g rave to a Kamituga, diocesi di Signor direttore, religiose dell'omissione. Uvira (Sud Kivu).ln apri- complimenti a Snezana le 1994 ho toccato con ma- Petrovic e a voi per la letEgregio direttore, no la guerra rwande- tera sul Kossovo (Missioni da anni leggo la vostra bel- Congo: se a çonsolata, gennaio 200.5). la rivista, ma ho avuto so- infranto un tabù E puntuale, condivisibile, lo ora l'occasione di legge- chiara: un importante conre un numero da me di- Signor direttore, tributo alla verità sugli avmenticato. Sì tratta di da padre Angelo venimenti deU'exJugosla- ~rile 2003: articolo «Cina Pizzaia ho ricevuto il via e sulla situazione dei gigante si è svegliato», di numero di Missioni serbi e delle altre minoMirco Elena. Consolata, interamen- ranze in Kossovo. Essa L'articolista, dopo ave.r te dedicato al Congo, dovrebbe diventare un bene descritto origine, ex Zaire. Visto il con- punto di partenza per storia, tradizioni, politica tenuto, estenda il mio la soluzione dei proe risveglio economico de)- ringraziamento a quan- blemi , così drammatila Cina, si è completamen- ti hanno contribuito alla ci , di queJJe popolate dimenticato di accenna- sua pubblicazione, ma zioni. re alle varie, continue e soprattutto a Chiara e A- Occorrerà coraggio e MC l marzo 2005 pagina 6

molto impegno, per affrontare una battaglia che si presenta in questo mo· mento decisiva, poiché gli stati occupanti stanno per detenninare il futuro assetto politico del Kossovo e il destino di quelle per· sone. C'è un debito di giustizia, da colmare, che abbiamo nei loro confronti. Dr. Giuseppe Torre Genova Snezana Petrovic, nostra collaboratrice di nazionalità serba, spiega «perché i serb i in Kosso· vo non hanno votato». La situazione in Kossovo rimane molto grave, come ci ha raccontato il nostro collaboratore Enrico Vigna, appena tornato dalla zona. Del Kossovo abbiamo scritto anche nel nostro lib ro La guerra. Le guerre pubblicato dall 'Emi (Bologna, 2004), con due ristampe in pochi mesi. Per la felicità di... Cari missionari, siamo tre amici. Siamo solo tredicenni e frequentiamo il terzo anno della scuola media statale «Carducci • Trezza». Tutti e tre abbiamo obiettivi di versi per il futuro, ma tutti e tre abbiamo a cuore la tragica condizione che vige nella Re· pubblica Democratica del Congo. D nostro interesse si è accresciuto quando, in chiesa, abbiamo trovato la rivista Missioni Consolata che, per l'appunto, parlava del Congo. Sull'ultima pagina vi erano anche delle infonna· zioni sulla scuola di lingua swahiJi dl Torino. V argomento ci appassiona pa· recchio; ma, dat.a la nostra età e la lontananza, non possiafl\O frequentare la scuola. E per questo che vi chiediamo se, gentilmente, potreste inviarci dei fascicoli di lingua swahili per principianti. Saremmo molto felici se accettaste la nostra richiesta, che ci darebbe l'op· portunità di realizzare un sogno e di formarci io maniera più aperta alle diver· sità che segnano questo nostro mondo. Confidando J,>ienamente nell'obiettivo che ci accomuna e precisando che, se necessario, siamo anche disposti a versare una certa quota per ricevere i fascicoli, porgiamo i nostri più distinti saluti. «Kwa heri». Sara, Ida e Fabrizio Cava de' Tirreni (SA) Con Sara, Ida e Fabrizio la speranza è assai di più eli un obbligo... Ragazzi, vi ricordiamo che il KWA HERI con il quale ci avere salutati sta per «arrivederci>>; ma letteralmente significa: «per la felicità>>. La vostra felicità. «Ant isemitismo strisciante?» Spettabile redazione, su Missroni Consolata di dicembre 2004 trovo pubblicata una mia lettera con un titolo incongruente e sbagliato «Antisemitismo strisciante?», anche se la brevissima risposta sem· bra condividerne il contenuto. Faccio osservare che semiti sono tutti i popoli del vicino Oriente e non solo gli ebrei: l'antisemitismo rivolto al solo I sraele è un ' indebita appropriazione letteraria. E mi sorge spontanea la domanda: si può criticare e condannare la politica di I sraele senza essere tacciati di an· tisemitismo? MaxCole Bresàa «Si può criticare... senza essere tacciati di antisemitismo»? La risposta dovrebbe essere: sì. Ma abbiamo usato il verbo aJ condizionale. «Disagio giovanile, disagio del mondo» Gentile redazione, mi congratulo per il dossier di gennaio 2005 <<Disagio giovanile, disagio del mondM, chc,ho letto tutto d' un fiato. E assai interessante e centra in pieno il problema giovanile e della scuola. Sono un' insegnante ormai disgustata dell 'attuale andamento che la riforma Moratti sta dando. La scuola sta affondando con le implicazioni sui giovani che ne conseguono e che voi avete così bene descritto. L'idea del dossier è stata non solo buona, ma ottima. Spesso è più facile trattare problemi distanti daDa nostra realtà di quelli che quotidianamente ci toccano da vicino. n pia· neta giovani rappresenta una nuova terra di missione, per quanto le povertà e/o i problemi di cui sof· fre attualmente siano diversi da queUi più concreti dei paesi del cosiddetto terzo mondo. Voi li avete messi a nudo assai bene. Spero che il dossier aiuti a riflettere sull ' importanza di investi· re sul presente e futuro dei giovani (cosa che si sta facendo poco e male), oppure si offrano immagini sulle quali investire per impostare il proprio stile di vita, le proprie priorità, i valori in cui credere. Ma un mondo che sta perdendo l'etica per strada, giustificando tutto come accettabile o possibile, in cui iJ concetto di bene si mescola con queUo di ma le (anch'esso inteso co· me esperienza), che sta creando falsi miti, può portare i giovani a credere ancora in qualcosa? Silvam1 Vergna.no Tonno All 'osservazione «spes· so è più facile trattare problemi clistanti dalla nostra realtà... » rispondiamo che bisogna saper guardare sia lontano sia vicino. La missione è, ne llo stesso tempo, e <<qua» c «là>>. D i fronte ad un quesito fina le, così signiftcaùvo oltre che angosciante, come in al tre occasioni coinvolgiamo i nostri lettori ... confidando però nello Spirito Santo. Questo «gigante invisjbile>> sa illuminare molti: per esempio, i sonosLanti ragazzi di Cava d e' T irreni. MC l mano 2005 pagina 7

.. """' Riguardava la rielezione di George W. Bush ~ che ci riteniamo cristiani, prendiaa presidente degli Stati Uniti. mo posizione: opolitiche internaQ Nel pubbUcare, lo scorso febbraio, zionali di giustizia, solidarietà, col- "4 alcune lettere sull'argomento, abbiamo titolato: laborazione e pace (quindi dis(lr· t UNO «O» E QUATTRO «10», mo, rispetto di ogni essere umano e per indicate le bocciature e le promozioni. dell'ambiente), oppure politiche .c imperlali di dominio, sfruttamento, ~ Ora c'è ancora uno «0», mentre i «lO>> sono cinque. violenza e guerra (altri recinti e ~ nuove mura per difendere dò che da u secpli stiamo «rubando>>). .... L eggo sempre con piacere la rivi- H o letto con interesse l'articolo Eil momento di prendere sul se- ! sta Missioni Consolata, corredata «Altri quattro anni di guerre e rio il «servire Dio» e l'umanità, che da foto meravigliose. Sut numero terrorismo?» e vi ho trovato molte egli ama, o «servire mammona». {..) 12/2004, tuttavia, Paolo Moiola ha informazioni che non conoscevo, co- Auguri di buon lavoro, anche se ?J pubblicato un articolo circa la rlele- me la storia delle tte suore detenu- Vi arriveranno..• tirate d'orecchie! --J zione di George W. Bush alla Casa te o la citazione di Ettore Masina GIOVANNI RusSOTTO .... Bianca che non condMdo affatto. sulle guerre dei poveri. GENOVA "'U È una noiosa e settario «collezfo· Vi auguro di poter continuare il c ne» di interventi di giornalisti e o- vostro lavoro con lo stesso coraggio ....., pinionisti che sparano, come di con- e la stessa determinazione. 5 u Missioni Consolata, dicembre c sueto, le frecce che hanno nella loro MARCO COLUCCI 2004, leggo un lucido articolo u faretra (sempre uguali e sempre GENOVA df Paolo Moiola: «Altri 4 anni di .... quelle!). l ol guerre e terrorismo?». È eloquente t La vostra prestigiosa rivista cer- e ineccepibile sull'opera «pacificaJ~ chi di non ospitare tendenziose opi- U n amico mi ha segnalato l'arti- trice» deglf Usa e del loro coman- ....., nioni su fatti di rilevanza mondiale, colo <<Altri quattro anni di dante in campo. ....., essendo un mezzo di comunicazione guerre e terrorismo?». Non solo Non si è, però, detto che gli Usa, u rivolto alle «famiglie». condivido tutto quello che vi è primi al mondo, destinano gran .... DON ACHILLE LUMETTI scritto, ma sento il dovere di rlngra- parte del loro Prodotto interno lor- ( SASSUOLO (MO) ziarvi per aver avuto il coraggio di do alla fornitura di armi e neppure Q pubblicarlo. Ho sempre apprezzato sf è detto che, fn Iraq (soltanto in .... la rivista Nigrizia, mentre considera- Iraq?), terroristi sono solo gli Usa. ~ L eggo con estremo interesse l'or- vo con diffidenza le altre riviste mis- Infatti terrorista è chi aggredisce uf titolo di Missioni Consolata, di- sionarie, ritenendo/e allineate con il no che non ha arrecato offesa ad alcembre 2004, passatami da un a- Vaticano e con quelle posizioni del- tri e non può difendersi, proprio co- ~ mico. Non è facile trovare sulla la chiesa, o delle chiese, che, pur di me è awenuto in Iraq. stampa, in tempi di pensiero unico, ottenere .qualche aiuto o qualche Nella babele del linguaggio, i c articoli così completi e circostan- privilegio, non osano criticare colo- patrioti irachenf sono stati presen- l ~ ziati. Mi sembra opportuno ed «eti- ro che sono al potere. tati come «guerriglieri», «ribelli» co» che una rivista missionaria D'ora in poi seguirò con maggiore e, preferibilmente, «terroristi»; altratti problemi che toccano tutti. attenzione la vostra rivista. trimenti i media (in primis i nostraPersonalmente la penso alla don CARLO fERRARIS, ni Libero, Il Giornale, Il Foglio ecc.) Milani «I care» («mi interessa>>, RESPONSABILE DEL SEGRETARIATO che cosa ci stanno afare? «vi partecipo»•••). AmviTÀ ECUMENICHE - GENOVA In Iraq i «fedelissimi del depoL'etica si dovrebbe incontrare con sto regime>> non devono essere la politica! Sappiamo invece che si «2.000», come scrivono i incontra solo con l'olio (petrolio). R ingrazio Paolo Moiola dell'arti- servi dell'informazioLo chiesa è fedele quando «dice» la colo sugli USA e voi della reda· ne; altrimenti Parola rlc_evuta, senza riguardi af zione, che non vi siete trincerati non si spiega potenti. Egiusto valutare atti e pa- dietro la solito prudenza. Il mio vi· role. Denunciare! Tacere significa rl· vere m'insegna che c'è un tempo nundare alla funzione profetica. per tacere e uno per parlare. QueOggi occorre schierarsi. Schierarsi sto è il momento di gridate con forfarse può essere il primo gradino za contro l'ipocrisia df potenti della giustizia. «messia», che nel home di Dio eGIANLUIGI VILLA spo_rtano violenza e morte. {E-MAIL) Eil momento in cui anche noi, MC l mar:r.o 2005 pagina 8

come «tutto 17roq è in fiamme». Solo a Falluja si è parlato di «1.600 vittime ribelli». Ormai la propaganda belUdsta non regge neppure alla più elementare logica eucUdea.•. Le (sagge) parole di Kofi Annan e Boutros Ghali rappresentano il sigillo istituzionale e democratico ad un vero e proprio sterminio. Nessuno che parlf mal delle vittime dvilf. Eppure è questo un mondo dove le chiacchiere abbondano, oltre alle menzogne. Tutti ricordiamo aii'Onu (telecronaca in tempo reale in molti paesi e continenti) la «colombo> americana Powell con la manipola· ta provetta in mano? Si, chiarissimo. Tutto decorre dall'«11 settembre 2001», supportato da un racconto molto fantasioso ad uso e consumo di Usa e Israele. Ci si è pure inven· tati un aereo sul Pentagono, che nessuno ha mai «visto>>; di Al Oaeda si è saputo <dutto dopo» e <multa prima>> e non si è approfondito niente. Chissà perché... Al Zarkawi è sempre imprendibile e nessuno lo conosce; Sin Laden, che da anni non telefona (neppure ai suoi numerosissimi figli) , è sempre ammalato df diabete, ma, al contempo, dirige il «terrore nel mondo>>. Ame pare che l'unico che rompa glf equftfbri nel mondo sia il rieletto comandante in campo, del quale qualcuno ha scritto: «Ha gli occhi troppo vicini per essere intelligente>>. OBush o Kerry, le multinazionali non fanno sconti. Dei 500 mila bimbi iracheni la responsabilità è dei «liberoU» Clinton e Albright, tanto per capirci. Ricordo un intelligente Vittorio Sgarbi che ne mostrava gli effetti fotografici su Canale 5, anche se tutto si è limitato ad una sola «sterile>>trasmissione... Beh, megUo non disturbare il manovratore! Berlusconi è al passo del padrone atlantico, e la sinistro (che aggredì la Serbia per apparire «credibile» al gendarme planetario)... anche. Salvo solo Missioni Consolata e poco altro. Ma, davvero, si può credere che glf Stati Uniti siano venuti in Italia per «liberorci» e basta? È ovvio che non sia stato cosi; infatti è normale che uno stato impieghi uomini e mezzi a decine di miglfaia anche per il proprio tornaconto. Il flagello umanitario in America Latina è da secoli sotto gli occhi di tutti: basta chiederlo a chi si reca sul posto. Come chi va in Palestina si accorge della quotidiana repressione di Israele verso i legittimi proprietari di quella terra, mentre la stampa svolge un'operazione molto più «filtrata»: tutto poggia (e viene «compensato») su «Auschwitz e dintorni», dove «gli ebrei sono le vittime per eccellenza>. Ci sarà mai un tempo per una (macabra) contabilità delle vittime dei pellerossa o dei regimi latinoamericani al soldo delle lobbies economiche? Per chi crede in maniera irriducibile nel valore della vita e/o si autofnveste in maniera preventf· va del ruolo di latore dei valori democratici, dò non dovrebbe essere che di conforto, anzi auspicato. Ricordo che Lozada, predecessore dell'attuale presidente boliviano Carlos Mesa (su Missioni Consolata, dicembre 2004, vi è una bella intervista di Paolo Moiola), è stato pri· ma cacciato dal suo popolo, dopo averlo represso, e in seguito ospitato e presentata negli Usa come «difen· sore della democrazia». Uno schema consolidatissimo. Se Saddam Hussein era un dittatore, l'egiziano Moubarak, amico dell'Occidente, da chi è stato eletto e quando? Delle famose «fosse comuni» di Saddam, anticipate da una marea di chiacchiere, non si è vf· sta una fotografia .•• come del resto con Milosevic, il cui processo è «Op· portunamente silenziato» al patetico Tribunale penale internazionale t!eii'Aja. Ereato affermare di simpatizzare con la resistenza irachena? Forse sì. Il male non è dato dal balbettio minimalista dei nostri politicanti, bensi sta nei nostri modelli di vita: se comperassimo meno prodotti f. nutili, toglieremmo in maniera pacifica e radicale a molte sovrastrut· ture industriali ed economiche la loro ragione di esistere, sfruttare e... uccidere (e intaseremmo meno le aule dei tnbunali nostrani). Tutte le idee per definizione sono «belle», mentre il male sta esclusivamente nei nostri modelli di vita, dove è sempre bene tenere un oc· chio attento alla realtà, perché c'è chi con cinismo, perfidia e «sapiente» cosmesi mediatica la sovverte. MAX CoLE BRESCIA L'ultima lettera è diversa dalle precedenti, e non solo per la lunghezza (l'abbiamo in parte ridimensionata, sforzandoci di non travisare i contenuti). Il lettore mette molta carne al fuoco; talora è allusivo, a scapito della comprensione. Non sempre siamo d'accordo con lui: per esempio, non condividiamo che «in Iraq... terroristi sono solo gli Usa»... Diverso è pure l'intervento di don Achille, che ci raccomanda di «non ospitare tendenziose opinioni su fatti di rilevanza mondiale, essendo (la rivista) un mezzo di comunicazione rivolto alle "famiglie"». Raccomandazione sacrosanta che dovrebbe valere per tutti, magari dopo aver stabilito cosa si intenda per «tendenziose opinioni». RISPONDE PAOLO MOIOLA • Nell'articolo contestato da don Lumetti, tra le tante autorevoli opinioni ci sono anche quelle di: don Paolo Farinella, don Raffaele Garofalo, don Gianfranco Formenton, don Aldo Antonelli, padre Roy Bourgeois. Le famiglie italiane dovrebbero accontentarsi di sentire BrunoVespa, Giuliano Fer·rara, Emilio Fede o Mara Venier? MC l mano 2005 pagina 9

a cura di Giacomo Mazzotti UlAANBAATAR -MONGOUA IL CAMMINO DI UNA PICCOLACHIESA Q uello trascorso è stato un anno molto positivo per i cattolici mongoli , come ha affermato il nuovo nunzio Emil Paul Tscherringl durante una sua visita, specificanao che «gli sforzi dei missionari in Mongolia rimangono focalizzati sulle tematiche sociali e sull'educazione dei giovan i». L'elevazione della missione di Ulaanbaatar a prefettura apostolica, awenuta nel 2003, sta dando i suoi frutti. La comunità cattolica mongola, nata da 11 anni, comprende ora 216 battezzati, un grande numero di credenti espatriati e 51 missionari che provengono da otto congregazioni . I cattolici si prendono cura delle ragazze di strada e, in una deJie aree più povere della capitale, un nuovo centro per i giovani compie attività socialmente utili per Ja zona e i suoi abitanti. Preti e studentimongoli studiano le radici del cristianesimo e traducono libri e preghiere. In un'ala della cattedrale, è stato aperto anche un ospedale, dove vengono curati gratuitamente coloro che lo richiedono; lo staff è mongolo, sono la supervisione di medici coreani. L'ottimo lavoro svolto dalla comunità ha attirato sui cattolici simpatie multiJaterali. I buddisti hanno invitato i cristiani alla cerimonia di benvenuto per le spoglie di Budda {in maggio) all' interno del monastero di Gandantegchiling, il più importante del paese, e il presidente Natsagiin Bagabandi ba espresso una «sincera gratitudine» per l'operato della comunità. (AsiaNews) Al.CAlÀ - SPAGNA PREMIO Al BAMBINI BRASIUANI S arà assegnato ogni due anni e darà diritto a un asse no di 38 mila dollari: si tratta df un nuovo premio intitolato alla Corona di Spagnae che, in occasione della sua MC l marzo 2005 pagina 10 primaedizione, è stato assegnato all'unanimità alla Pastoral da Criança (pastorale del bambino) brasiliana, un'«immensa rete di solidarietà umana», come è stata definita daiJa sua fondatrice Zilda Ams Neumann, che ha ricevuto il premio dalle mani di re Juan Carlos di Spagna e della regina Sofia nello scenario dell 'Università di AJcala de Henares. Più di 240 mila volontari lavorano con la pastorale in 36.422 comunità di 3.757 municipi nd 27 stati della federazione brasiliana per promuovere la salute, prevenire le malattie, garantire il diritto all'alimentazione e alle medicine, promuovere migliori qualità di vi ta dei bambini brasiliani. Nata nel 1983 sotto gli auspici e la protezione della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, la pastorale ha aiutato fino a oggi più di un milione di famiglie, salvando molti minori dalla fame e dalla strada. (Misna) SOWETO - SUDAFRICA CHIESA EAJDS: NOAl PREGIUDIZI I l nostro servizio all'umanità ,/,/ sofferente comporta la ne- ' ' cessità di confrontarci sugli equivoci sorti attomo ali' Aids, ~i a tteggiamenti distruttivi, come i[ pregiudizio e il marchio sociale, la paura di essere etichettati e discriminati». Lo ha affermato monsignor Buti Tlhagale, portavoce dei vescovi di Sudafrica, Botswana e Swaziland, che nella chiesa Regina Mundi di Soweto hanno officiato una messa per sieropositivi e maJari di Aids, presiedutadaJ cardinaleWilfrid Nap ier. Come «comunità al servizio della comunità», la chiesa cattolica sudafricana ba awiato la scorsa estate un programma per il trattamento con farmaci antiretrovirali io 22 strutture sanitarie, sparse in tutto il paese. «Ma la terapia non è la sola risposta all 'Aids - ha sottolineato il vescovo -. La chiesa ritiene che il virus debba spronare tutti a consolidare la vita comunitaria e rafforzare le relazioni interpersonali. Le persone colpite dall 'Hiv hanno bisogno di conforto, sostegno, informazione e cura nelle nostre comunità ecclesiali>>. In Sudafrica, i contagiati , secondo stime correnti,sono circa 5 milioni. (M isna) CmÀ DEL GUATEMALA FERRI CORTI CON IL GOVERNO I l 15 gennaio scorso è stato 11 giorno del resoconto e il popolo non ha perso l'occasione per farsi sentire. I rappresentanti delle organizzazioni di base popolare, indigene, contadine e sindacali, si sono concentrati nella piazza di Città del Guatemala per manifestare contro il governo, nel giorno del compimento del suo primo anno di mandato. Le organizzazioni, guidate dal vescovo de1Ja diocesi di San Marcos, mons. Alvaro Ramazzini, hanno presentato al Congresso un rapporto alternativo, in cui esprimono tutto il loro malcontento verso un governo oligarcbico, che fino· ra ha fatto solo gli interessi degli imprenditori e grandi proprietari terrieri. ln particolare, la protesta ha fatto leva suJ tema della firma degli accordi del Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti, che le organizzazioni rifiutano, in quanto non crea uno sviluppo autosostenibile e tantomeno l'annunciato benessere sociale ed economico delle classi meno abbienti Durante la manifestazione, il vescovo ha chiamato ogni singola persona a farsi strumento della mobilitazione sociale, esponendosi sempre di più come figura di riferimento per leorganizzazioni popolari. (Peace Reporter)

lAHORE - PAKISTAN DISCRIMINAZIONE SUl PASSAPORTI ' E molto comune in Pakistan l'uso strumentale << della religione. Molti provvedimenti compiuti in nome dell'islam sono serviti a dominare o danneggiare determinate comunità>>: èquanto ha detto padreAbid Habib, coordinatore dellaCommissionegiustizia e pace di Lahore, all'indomani della manifestazioneorganizzatadalla comunità cristiana per chiedere al governo di cancellare l'indica:tdone della fede sul passaporto. Come ha sottolineatopadre Habib, <d'attuale governo pakistano ha annunciato che intende impegnarsi per eliminare questa prassi discriminatoria, che viola i diritti umani ed è un vero nonsenso. Cancellarla sarebbe un buon passo avanti pet il governo, sebbene vi siano diverse pressioni dei partiti religiosi islamici che sono contrari a questa modifica». L'introduzione dell'indlcazione della fede s~assaporto arrivò in Pakìstan ne · anni '70, per evitare che membri ella settaminoritaria ìslamica degli Ahmedi, sconfessati dall'islam ufficiale, potessero lasciare il paese e recarsi in pellegrinaggio ai luoghi santi dellaMecca e Meclina. (Fides) NAIROSI · KENYA BASTACON LA VIOlfNZA! U n appello al governo di Nairobi è stato lanciato dalla chiesa cattolica kenyana e dai religiosi musulmani, per mettere fine alle crescenti violenze tribali che dal priolo gennaio si susseguono in tutto il paese e hanno provocato una cinquantina di morti. Siala Conferenzaepiscopalekenyana che l'arcivescovo di Nairobi in persona, moos. Raphael Ndingi, hanno chiesto all'esecutivo di adottare politiche di pacificazione comunitaria e di ordinare indagini per scoprire le l 60 RABBINI RINGRAZIANO l' PAPA U n accorato ringraziamento a Giovanni Paolo Il per la difesa degli ebrei «in ogni occasione, da prete in Polonia e durante i 26 anni di pontificato» e per gli atti di riconciliazione fra cristiani ed ebrei. Sono questi l motivi che hanno portato 160 rabbini · provenienti da tutto Il mondo in rappresentanza delle diverse correnti ebraiche - a incontrare, il 18 gennaio scorso, il papa per comuni - cargli «il nostro grazie», ripetuto con solennità tre volte da Gary L. Krupp, rappresentante della Pove the Way Foundation, che ha organizzato lo storico evento. Sono stati cosl ricordati i vari gesti dell'azione pastorale di papa Wojtyla in favore e in segno d'amicizia con il popolo ebraico. «~ impossibile descrivere l'impatto emotivo che queste pietre miliari hanno avuto sugli ebrei in tutto il mondo» - ha sottolineato Krupp. «Santità, questi atti di riconciliazione sono stati un segno distintivo del vostro pontificato, perché hanno cercato di riparare antiche crepe in tutte le religioni del mondo». cause dl questa improvvisa ondata di violenze. Anche il Consiglio supremo dci musulmani del Kenya ha invitaro con forza il governo a <<Ìn· tervenire immediatamente» per mettere fine al caos. Al coro degli appelli delle più alte cariche religiose del paese si sono uniti i giornalisti. n governo ha awertito Che non accetterà più che siano compiuti omicidi ingiustificati, promettendo di mettere fine agli scontri tribali o cianici che ciclicamente interessano alcune aree dei paese. TEGUCIGALPA • HONDURAS ILGESUrTA «DESAPARECIDO» S ono riprese in Honduras le ricerche del .sacerdote gesuita statunitense J ames Charles Camey, desapareciclo più di 20 anni fa. n suo nome figura in una lista di 180 persone uccise dall'esercito tra il1979 e il1990. Lo ha annunciato la procuratrice speciale per i diritti umani Atda Romero, precisando che, in base alle inda~, le spoglie di padreCamey (meglio conosciuto come «padre Guadalupe» o «hèrmanoLupe»), potrebbero essere sepolte insieme a quelle di altre vittime della repressione in unafossa comune a El Patuca, una regione selvatica, a 200 km a est di Tegucigalpa, al confine col Nicaragua. Padre Carney, già veterano della seconda guerra mondiale, era giunto in Honduras nel1961 come missionario della Compagnia di Gesù, impegnandosi al fia.Qco di indigeni e campesinos poveri pet dare vita a cooperative agricole che garantissero un miglioramento deUe loro condizioni dl vita. n suo lavoro gli valse l'ostilità del governo, che lo costrinse all'esilio due volte, nel1960 e nel 1969. Secondo alcuni organismi che si battono per ]a tutela dei diritti umani, fu arrestato mentre rientrava dal Nicaragua; poi se ne persero ]e tracce. (Misna) MC l marzo 2005 pagina 11

Missionari reggiani nell'isola rossa HO VISTO MERAVIGLIE S ei fortunato ragazzo!» di- ,;,; co a u~ giovru:tono, po~ta- ' ' core dt handtcap e pr1vo dell'uso di braccia e gambe, mentre viene imboccato da una volontaria eli Reggio Terzo Mondo (Rtm). «La fortunata sono io» risponde Alessia Antonelli, .3.3 anni, arrivata in Madagascar per dirigere un progetto di sicurezza alimentare ad Ampasitesto e foto di Alex Moreschi manjeva. Per il momento sta studiando il maJgascio nella «Casa della cadtà» di Fianarantsoa, 400 km a sud eli Antananarivo, capitale del Madagascar. Sono le sette di mattina. I disabi· li. puliti e rivestiti da suor Maddalena Razafiarisoa, coadiuvata da tre giovani consorelle malgasce e un paio di novizi, sono quasi tutti a tavola per la colazione: un abbondante piatto di riso e una tazza di latte. Altri ospiti, impossibilitati a nutrirsi da soli, sono imboccati dalle suore e personale locale. <<È il primo miracolo del vangelo dell'amore - spiega don Giovanni Caselli, da 8 anni inMadagascar, responsabile del ramo maschile delle Case della carità -. I malgasci accu-

dlscono i portatori di handicap come fratelli o sorelle; prima venivano relegati in un angolo della casa ed erano gli ultimi a essere serviti». Le Case della carità furono fondate, insieme a due famiglie religiose, da don Mario Prandi (19191989), per accogliere i disabili della diocesi di Reggio Emilia. Ben presto tale istituzione si estese in altre parri d'Italia e del mondo. Nel1967, 3 suore, 3 preti e 5 religiosi laici delle Case deJla carità, inviati in nome e con il sostegno della diocesi di Reggio, aprirono la prima missione nel Madagascar. Per affiancare le loro attività, don Prandi dava vita a Reggio Terzo Mondo, organismo non governativo di volontarilaid. «Dopo 38 anni - spiega don Giovanni- in Madagascar ci sono 11 Case della carità, con 30-35 disabili ognuna, un ospedale con oltre 100 letti , un centro di preghiera, due case di formazione per vocazioni maschili e femminili, scuole e dispensari lo varieparrocchie. Inoltre, leCase della carità contano 60 suore, 4 preti e 3 fratelli laici di origine malgascia. Una fioritura prodigiosa>>. N ei400km tra Anr~manarivo a F ianarantsoa, di meraviglie ne vedo molte altre. La strada si snoda su un altopiano oscillante tra 1.000-1.300 metri di altitudine, correndo lentamente lungo una serie infinita di crinali, vallene e terrazze disseminate di risaie, colline di Ja terite rosso sangue, da cui il Madagascar deriva il soprannome di <<isola rossa>>. Ad Amsirabe, una cittadina di 100 mila abitanti a 160 km dalla capitale, gli ospiti della Casa della carità ci accolgono con grida di gioia, anche perché riportiamo a casa suor Lucia, di ritorno dagli esercizi spirituali. Suor Lucia Gbini fa parte del primo drappello inviato nel Madagascar: a 80 anni suonati, insieme a tre suore malgasce, dirige la Casa della carità con l'entusiasmo che aveva nel1967. Incontro July, una ragazza focomelica, che parla benissimo italiano: Coso dello carità o Antsirobe. Dispensario della Casa della carità od Antananarivo. è stata per alcuni anni ospite di una famiglia di Sassuolo, che le aveva procurato le protesi. Tornata a casa, però, non le ba più usate: dice che si sente meglio senza. I suoimoncherini non misurano più dil5 centimetri; eppure, menrre parla, continua a tagJlare il radicchio con tutta naturalezza. Le chiedo di darmi il suo nome: prende carta e penna e scrive il proprio nome, insieme all'indirizzo dei benefattori io Italia. Un'altra missionaria della vecchia guardia la incontro ad Ambositra: è suor Margherita Brandizzo. A 76 armi è ancora superiora della comunità e continua il ritmo di vita come 38 anni fa: sveglia alle4,55 ogni mattino; levata e pulizia degu ospiti, insieme alle suore malgasce, alle aspiranti e agli aspiranti, per essere pronti alla messa delle 6,30. Da questo incontro mattutino e da altri appuntamenti giornalieri, dice, le viene la capacità diJ1conoscere Gesù in persona nei disabili fi. sici e mentali e servirli con amore. È soprattuttodal suo esempio che altre 58 ragazze malgasce hanno fatto la sua stessa scelta di consacrarsi al servizio dei frateUi e sorelle, dentro e fuori del paese. Tra italiani e malgasci, sono oltre un centinaio i membri deUe congregazioni delle Case della cadtà e da vari anni hanno aperto altre missioni in Brasile, Rwanda e India. Non lontano dalla Casa della carità sorge il Foyer, un complesso ambulatoriale diretto dal laico reggiano Luciano Lanzoni, dove vengono curati circa 5 miJa pazienti: lebbrosi, tubercolosi , handicappati fisici e mentali. MC l mano 2005 pagina 13

Come ai tempi di Gesù «gli zoppi camminano, i Iebbrosi sono guariI i>}. «Ai disabili fisici sono applicate protesi di vario tipo e tornano a camminare - racconta Luciano -; ai lebbrosi, grazie alle cure tempestive e costanti, viene restituita una nuova vita nella società; i tubercolosi sono trattenuti per tre mesi e rimandati a casa completamente guariti. Per gli handicappati mentali la cosa è più complessa; tuttavia, sono molti quelli che vengono recuperati , perché la loro malattia deriva spesso dall 'estrema miseria in cui sono costretti a vivere». Due suore mentre accudiscono i loro piccoli ospiti nella Casa della carità. Laboratorio di artigianato, promosso dalla Ong Reggio Terzo Mondo. Dopo un buon caffè di arabi - ca, coltivata sul posto, riprende il viaggio verso sudest. La LAndRoverè strapiena di scarolooi di medicine. Alcuni devono essere lasciati per far posto a Massimo, laico del Run, suor Maria Goretti , suora ma}gascia, e sottoscritto. È alla guida don Gino Bolognesi, prete /idei donum della diocesi di Reggio Emilia, da l O anni responsaMC l mano 2005 pagina 14 bile della comunità c delle opere di Ampasimanjeva, aiutante dd parroco malgascio nel lavoro pastorale, professore di sacra scrittura nel seminario teologico della capitale. DaJJ 'altopiano scendiamo gradualmente verso la cosca, attraverso una foresta dalla vegetazione spettacolare e primitiva, intramezzata da qualche coltivazione di riso. Dopo un centinaio di chilometri, caracolliamo su colline verdi , punteggiate di palme e bananeti, disseminate di piccoli villaggi con le case in legno e certi di foglie di palma. La vegetazione ricsplode in prossimità dell 'Oceano Indiano. Costeggiamo un fiume popolato da coccodrilli, unici animali selvatici della fauna afrkana presente neJJ'isola, ins.ieme ai lemuri, una specie di scimaùe tipiche del Madagascar. Dopo oltre 7 ore di viaggio , entriamo nel complessoospedaliero di Ampasimanjcva. A cena La comunità, internazionale ed eterogenea, è al completo: don Gino e quattro suore locali , il dottor Martin , pri - mario malgascio, Matteo e Massimo, volontari del Rtm. Ma la mia attenzione è tutta per GiorgioPredieri, 56 anni , dal 1972 missionario ad Ampasimaojeva. È lui il fondatore dell'ospedale, vero fiore aJJ'occhiel - lo della missione reggiana: con oltre l 00 posti letto e il servizio giornaliero a circa 200 malati esterni , è l'unica struttura sanitaria di una regione grande come l'Emilia. Oltre all'ospedale, lo stesso missionario ha provveduto a tutte le costruzioni della parrocchia, come scuole, chiese e dispensari; e continua ad amministrare il complesso sanitario, avendo alle sue dipendenze 50 persone locali , tra le quali 4 dottori. Per il suo indefesso lavoro, ha ricevuto il premiodell'organizzazione Cuore Amico di Brescia come <<laico dell'anno 2002», una specie di mini Nobel per la missione. Dopo cena, mentre il dottor Martin lava i piani e Massimo, Matteo e il sottoscritto li asciughiamo, vedo un biberon messo in acqua bollente per la sterilizzazione. Domando a suor Mariane Rahuntanirina se c'è qualche altro ospite. «Certo - risponde -. È Patrice Rafanomezantzoa (dono profumato), un gemello abbandonato da sua madre cbe ha partorito aJJ'ospedaJe. Purtroppo l'abbandono dei gemei-

li più deboli è un costume ancora in voga. Grazie a Dio, però, riusciamo a salvarli: li alleviamo e poi cerchiamo chi li adotta». La suora lo prende in braccio e me lo mostra: sembra più piccolo della mano della religiosa; pesa un ~bil? e mezzo, ma sta bene e soprawtvra. <D0110 Profumato», un nome simpatico per esprimere un'altra meraviglia del vangelo, che sconfigge superstizioni e tradizioni culturali che puzzano di morte. L a mattina faccio un giro in ospedale e scopro altre novità. In una zona del complessovedo varie costruzioni modeste e domando chi vi abita. «Vi sono i malati di tubercolosi - spiega la dottoressa Isabelle Hortense Ranaivo -. Li alloggiamo qui per almeno tre mesi, cioè, per tutto il tempo necessario alla cura completa della malattia. Restando a casa, ogni cura sarebbe inutile, per l' incostanza nel prendere le medicine, oltre al rischio di propagare la malattia>>. Mi informo a lungo sulle malattie più frequenti deUa zona. «La tubercolosi è io aumento, insieme ad altre infezioni respiratorie - spiega la dottoressa -. L'Aids non sembra ancora diffusa; ma non abbiamo mezzi sufficienti per fare Lutti gli esami necessari per diagnosticarla. Tuttavia, la malattia più diffusa è la malaria. Per ora colpisce in forme curabili, ma per i bambini è spesso mortale eproduce molta gente anemica. Molto frequente è pure la drepanocitosi, una malattia genetica per cui si nasce con i J,tlobuli rossi a forma di banana anziché rotondi . n morbo lascia poche speranzedi vita; chi sopravvtve la trasmette ai propri figli. Verminosi e infezioni tifoidee, soprattutto, sono all'ordine del giorno per mancanza di igiene e per l'acqua altamente inquinata. Mancando i servizi igienici, le piogge convogliano tutto nei fiumi e risaie, da cui viene attinta l'acqua per usi domestici. I bambini sono le vittime più colpite da tale situazione di miseria sociale e ambientale>>. <<L'aborto è praticato?» domando timidamente. <<Ci sono alcuni casi ; ma Le gravidanze indesiderate sono rare: il bambino è sempre ritenuto un dono di Dio». A ccanto alla Casa della carità sorge la sede dei volontari di ReggioTerzoMondo. Massimo Ambrosini, trentenne, da un paio d'anni segue un progetto di sicurezza alimentare, che prevede la costruzione di 8 dighe in terra battuta per la raccolta e distribuzione dell'acqua per la coltivazione del riso. La prima diga (50 metri di lunghezza, 15 metri di base e 3,5 di altezza) è già stata completata nel gjro di tre mesi, impiegando una ventina di operai, muniti di pale e carriole, senza alcun mezzo meccanico. L'opera è completata da due pozzi scavati a mano. Un altro laico del Rtm è il trentunenne Matteo Caprotti, che da tre anni segue un progetto per il contenimento della filariasi (elefantiasi). <<Questamalattia - spiega -è causata dall'elevato numero di punture di zanzare, .fino a depositare nel sangue una tale quantità di microfilaria da invadere c ingorgare il sistema linfatico, facendo ingrossare alcune membra, Je gambe soprattutto. Si calcola che il 50% della popolazione della zona ne sia affetto, anche se non tutti nemostrano le conseguenze più appariscenti. Il nostro progetto se!,'Ue circa 170 mila persone». Generalmente l'impegno di questi volontari dura tre anni ; eppure si rivela preziosissimoper sostenere ed estendere l' attività dei missionari e missionarie delle Case della carità, che alla missione dedicano tutta la vita. Anch'essi compiono meraviglie di vario genere. Simona Puttini, per esempio, coordina un progetto di aiuti alimentari (World Food Programme). Buonaparte di tali aiuti provvedono il pranzo a migliaia di alunni delle scuole nella periferia della capitale malgascia. Oltre al settore scolastico, il programma raggiunge bambini denutriti, portatori di handicap, carcerati, malati di tubercolosi in 45 centri nella capital.e e nelle zone rurali. Da due anni Andrea Guerrini ed Elisa Albeni gestiscono un programma di sViluppo dell'artigjanato. Oltre a promuovere corsi di formazione per gli artisti e procurare loro strumenti e materiali per sviluppare i loro talenti, li aiutano nella gestione e commercializzazione dei prodotti. È nata coslla Fiavotaoa, associazione di 181 artisti, divisi i.o t 4 gruppi, che affrontano con disinvoltura le sfide del mercato. Goffredo Sacchetti coordina un progetto di promozione agricola e artigianato a 220 chilometri a ovest di Antananarivo. Controparte locale dd progetto sono i gesuiti, che hanno un Centro di formazione agricola e scuola professionale. Padre Alex Moreschi, autore dell'articolo, con due ragazzi malgasci. «ll futuro del Madagascar è all'ovest - afferma il volontario-. Qui il terreno non è ancora sfruttato ed è ricco di acqua. Noi formiamo gjovani all'agricoltura e al rispetto dell'ambiente; insegniamo nuove tecniche di allevamento, a gestire i loro prodotti e diamo gli strumenti agricoli per cominciare a sviluppare il terreno messo a disposizione dallo stato. Dopo 25 anni di lavoro sulla stessa terra, i coltivatoti ne diventano proprietari». ll progetto dura tre anni, ma Goffredo, 46 anni, dal 1989 con Rtm, non vuole sentire parlare di ritorno in Italia. «Anzi - conclude -, vorrei fare appeUo ai gjovani italiani, perché vengano a dare una mano allo sviluppo di questo paese; è una vera fortuna: si riceve molto ~ più di quanto si possa da- Mc re». -- MC l marzo 2005 pagina 15

Terra di conflitti e speranze di pace FUTURO••• IN COSTRUZIONE D a oltre 20 anni mi trovo nella ReeubbJica Democratica del Congo, precisamente nellaregione nord-orientale dell'Alto Uele. La mia attività si è svolta in tre centri missionari: Neisu, Doruma, Isiro. PRIMO AMORE Per 8 anni aNeisu, ebbi la fortuna di lavorare insieme al compianto padre Oscar Goapper, medico mìssionado della Consolata, portando avanti la costruzione dell'ospedaleda lui ideato e gestito. Erano anni felici. Oltre all'ospedale, con una capa· cità di 150 posti letto e rclat.ivi servizi, ero impegnato nell'edificazione della scuola elementare, della residenza dei missionari e di altre strutture necessarie al funziona - mento delle attività religiose e di sviluppo promosse dalla missione. Fratel Domenico ha sfidato i rischi della lunga guerra che ho insanguinato lo Zoire, oggi Repubblica democratico del (ongo. Lo pace non sembro ancoro in visto, ma egli continuo, mattone su maHone, ocostruire un futuro di speranza per i congolesi. di Domenico Bugatti

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