Missioni Consolata - Marzo 2005

«Acqua, per favore!». Lo dicono pure i turisti al termine di un assolato sa/ari nella savana afri - cana. Tre loro Land Rover, di ritorno allodge, impolverano pesantemente alcune bambine ai margini della strada sternua: bambine scalze, un po' lacere, che recano suJ c~l ­ po o sulla schiena un pesante reci - piente d 'acqua attinta sul fondoval - le, dopo due chilometri di discesa ed altrettanti di lenta e faticosa salita. Domani e dopo domani rifaranno il tragitto: due, tre volte, come oggi. È la loro vita. Giuseppe Argese lo sa (*). Giuseppe è un missionario della Consolata «fratello», in Kenya da quasi 50 anni. Esattamente dal L957 osserva le polverose e ossessive camminate quotidiane di tante bambine, come quelle delle loro mamme e nonne: frate! Giuseppe guarda con attenzione, ma non proferisce parola. Ecco perché i bamem (la popolazione locale) l'hanno ribattezzato Mukiri, il silenzioso. Intanto, con altri missionari , erige l 'artistica cattedrale della diocesi di Meru. Nd pomeriggi domenicali Muki - ri passeggia. Lungo i sentieri rivede le bambine con il loro fardello d 'acqua sull~1 testa crespa. E medita. MC l mon:o 2005 pagina 48 Lavoratori addetti olio costruzione di piccole dighe per lo raccolto dell'aequo. Non distante da Meru, sorgeTuuru, la missione di padre Franco Sol - dati, che ospita anche bambini poliomielitici. Un giorno Franco awi - cina Giuseppe e lo scuote: <<Mukiri , i bambini, colpiti da polio, hanno bisogno d 'acqua, e non possono andare a cercarsela come gli altri. Inventa qualcosa. In fretta!». Mukiri, il silenzioso, tace; ma, fissando il torrente Mwamba, pensa di utilizzarne le acque. La domenica continua le sue passeggiate. È attrarro dalle sorgenti del Mwamba, che lo pona nel cuore di una foresta-montagna-vulcano: è il Nyambene, che dà il nome anche al - Galleria per raccogliere l'aequo che filtro dallo montagna del Nyombene . Vasco di sedimentazione dell'acquedotto di Mukululu . la regione. Inoltrandosi nella selva di felci, nota come la vegetazione sia intrisa d 'acqua nella sua interezza, tanto da essere pavimentata da uno strato di muschio gocciolante. La fredda umidità deU' ambiente fa rabbrividire MukirL Ma rabbrivi - disce, soprauutto, allorché intuisce che, sulla foresta-montagna-vulcano del Nyambene, quotidianamente accade qualcosa di straordinario. Ossia: la grande escursione termica tra giorno c notte (dovuta ai pochi gradi di latitudine dall 'equatore, e agli oltre 2 mila metri di altitudine del luogo) fa sì che, con il calare delle tenebre, il cielo sul Nyambene si ammanti di spesse nubi, che il torrido sole equatoriale dissolve al mat - tino. La nebbia, ristagnando per ore, si condensa sulla chioma del la foresta e cola al suolo lungo le pareti della montagna, dove proliferano tappeti di muschio imbevuti di rugiada; essa, gocciolando, alimenta piccoli ruscelli (cfr. Valeria Bianchi,

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