Missioni Consolata - Marzo 2005

Una scelta politica calcolata ba anche giocato sui 60 campi profughi, senza risolvere un solo problema esistenziale delle persone per giocare la carta della mendicità internazionale e dd sopruso israeliano su ogni tavolo. L'elemosina che il rals ela.rgiva benWamente, tipica della cultura tribale, aveva sostituito il concetto stesso dei diritti e dei doveri, tra l'altro assenti nel sentire arabo-orientale. Con l'elemosina ricevuta, i <<Sudditi» dovevano poi pagare funzionari e impiegati e polizia per qualsiasi pratica, qualsiasi atto pubblico e privato: targa della macchina, documenti personali, permessi e autorizzazioni. Rompere questa spirale di corruttela comporterà una guerra civile sotterranea, se non dichiarata, tra le diverse fazioni palestinesi che non faciliteranno il compito ad Abu Mazen: se non porrà da subito la scure alla radice, «Abu-il padre>> del popolo senza patria c senza terra rimarrà impigliato tra le spine di rovi potenti che lo soffocheranno senza pietà. PuNTO DUE: LA RICOSTRUZIONE TI secondo nodo da sciogliere, conseguenza diretta del primo è la ricostruzione economica che deve portare ad un minimo essenziale di stato sociale, attualmente del tutto assente. Abituato alla cultura del favore, l'arabo palestinese farà fatica ad accettare e rispettare le regole della convivenza democratica. Golda Meir, primo ministro d'I - sraele dal1969 all974, soleva dire: <<Comincerò ad avere paura degli Arabi, il giorno in cui rispetteranno MC l ma rxo 2005 pogino 54 una fila in un pubblico ufficio». Aveva ragione. Nel mondo arabo, palestinese in particolare, esistono «traffici» non imprese o attività economiche strutturate, per cui la vera prima grande impresa da costruire sarà il rispetto delle regole condivise e accettate. Un'economia senza regole civili e sociali è solo una pia illusione. PUNTO TRE: UN CAMBIO DI SISTEMA n terzo nodo da sciogliere è la creazione di pesi e contrappesi giuridico-politici espressivi della realtà palestinese che deve essere artefice del proprio destino. È il superamento del concetto tribale del potere. Non sappiamo se si possa impiantare in Oriente un sistema democratico (?) come quello occidentale, ma sono certo che Abu Mazeo deve trovare un sistema che debba rendere efficace e autentica la rappresemarività decisionale che riguarda l'intero popolo senza ancora una patria intera. Ciò comporta la formazione di una classe dirigente giovane, composta di uomini e donne, proiettata sul futuro , ponendo così un freno all'emorragia dell 'emigrazione che naturalmente coinvolge sempre le teste pensanti in ogni campo. PUNTO QUATTRO: l GRUPPI ARMATI Il quarto nodo da sciogliere rigtlarda i gruppi armati, da Hamas alla Jihad, ai martiri di Alaqsa alla stessa ala armata di Al Fatah, il partito che fu di Yasser Arafa t e che ora esprimeAbu Mazen. Sarà sufficiente che uno di questi gruppi spari, anche in aria, un colpo di kalashnikov in direzione di Israele ed ecco che il governo Sharon accuserà Abu Mazen di incapacità di governare la violenza e la non volontà politica di raggiungere un accordo. In questo modo anche il moderato Abu Mazen diventerà un estremista nemico di Israele con un requiem per aiLri 50 anni. PUNTO O NQUE: CON IsRAELE li quinto e penultimo nodo da sciogJiere prima di cantare vittoria, riguarda la posizione politica da assumere nei confronti di lsraeJe. Su questo versante, il nuovo presidente palestinese può giocare la valanga di voti e il plebiscito che gli ha dato un ampio mandato popolare come l'ultima spiaggia per Israele. Abu Mazen deve s tanare l sraeJe e inchiodarlo alle sue responsabilità, ma senza giocare al rialzo come faceva Arafat, al quale in fondo non conveniva trovare un accordo con Israele come non conveniva a questi trovare un accordo con Arafat. n primo passo è approfittare di questo climax internazionale degno

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