Missioni Consolata - Marzo 2022

lica e chiedere il battesimo. La molla che spinge queste persone a rimettere in discussione la propria fede islamica è l’esperienza di accoglienza e vicinanza gratuita e disinteressata fatta con le comunità cristiane del paese di arrivo, in questo caso l’Austria, ma prima ancora la Grecia, durante l’impervio cammino sulla rotta balcanica. «Perché fate questo per noi?», chiedono. E la risposta che viene loro data sono le opere di misericordia del Vangelo: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere...». Intuiscono, così, che Gesù non può essere solo un profeta e lo riscoprono come Dio nel Vangelo. Da questa «intuizione» prende avvio un percorso di avvicinamento e di studio della fede cristiana che si avvale anche di sussidi e testi biblici in lingua farsi (persiana) e afghana. In questi anni, in Austria, gli afghani che hanno scelto di abbracciare la fede cattolica sono stati circa 500 su oltre 44mila persone. (Sir) COLOMBIA SUOR GLORIA CECILIA Il benvenuto a suor Gloria Cecilia Narváez in Colombia, liberata in Mali all’inizio di ottobre dopo quasi cinque anni di sequestro, è avvenuto in una sentita eucaristia celebrata nella parrocchia «Madre deldue sponde del fiume Putumayo che divide i due paesi. La terza esperienza consiste nella formazione di un’équipe con le comunità contadine di tutto il territorio per promuovere un piano di pastorale rurale rispettoso della Madre Terra. Contadini che vivono assieme agli altri popoli amazzonici e che si impegnano a forgiare uno sviluppo in armonia con la Casa Comune, che porti ad essere custodi e non predatori di questo bene comune che Dio ci ha dato». (Imc) AUSTRIA CONVERSIONI Con più di 44mila ingressi in questi anni, l’Austria ospita la quarta più grande comunità afghana nel mondo, se rapportata al numero dei suoi abitanti. Il ritorno al potere dei talebani ha spinto migliaia di persone a fuggire per cercare protezione in paesi amici come l’Austria. Le agenzie umanitarie, le Ong e le chiese sono in prima linea nel prestare aiuto, collaborando con le istituzioni austriache per favorirne l’inclusione e l’integrazione nell’attesa che venga loro riconosciuto un eventuale status di rifugiati. Ed è proprio in questo contesto di accoglienza che si sta facendo strada un fenomeno che vede sempre più immigrati afghani, ma anche iraniani, avvicinarsi alla fede cattoCOLOMBIA L’ALBA DELL’AMAZZONIA Il vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo-Solano, Joaquín Humberto Pinzón Güiza, missionario della Consolata, spiega come sta mettendo in pratica le proposte del Sinodo per l’Amazzonia, svoltosi in Vaticano dal 6 al 27 ottobre 2019, ricorrendo a un’espressione del popolo indigeno Murui: «Far spuntare l’alba sull’Amazzonia». È un’espressione che indica la volontà di rendere concreto qualcosa, trasformare un’idea in realtà. Si tratta di un lungo processo che sta prendendo forma attraverso tre esperienze. «La prima è la formazione di un’équipe intercongregazionale nel centro di La Tagua, sulle rive del fiume Caquetá, la cui missione è accompagnare le popolazioni native, i contadini, gli afrodiscendenti e anche la popolazione urbana. La seconda consiste in un’équipe formata da agenti di evangelizzazione dei vicariati di San José de la Amazonía (Perù) e di Puerto Leguízamo-Solano (Colombia). Un’équipe interecclesiale che guarda oltre le frontiere, che guarda all’altra sponda e porta una proposta di evangelizzazione rivolta alla totalità del territorio svolgendo un compito missionario che unisce le a cura di Sergio Frassetto MC R la chiesa nel mondo Colombia: mons. Joaquín Humberto Pinzón Güiza, vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo-Solano. * 8 marzo 2022 MC

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