Missioni Consolata - Novembre 2021

ssier NEI «BARRIOS» DI CARACAS Periferia esistenziale La città di Caracas sorge al fondo di una valle, ed è circondata da baraccopoli, chiamate «barrios» o «barriadas»: terreno favorevole per i politici di turno che soffiano sul fuoco dell’emarginazione e della povertà. S antiago de León de los Carácas (San Gia- como di León dei Carácas), così era stata battezzata dagli spagnoli questa terra abitata dagli indigeni carácas. La città, che oggi conta circa due milioni di abi- tanti, si distende al fondo di una valle a forma di Y, circondata da cerros (montagne) scoscese e franose. A chi viene da fuori, scendendo dalle pendici delle Ande della costa, e guardando dall’alto, la città appare trapuntata di palazzi e grattacieli, strade, piazze e giardini. Una mo- derna metropoli sudamericana. di SERGIO FRASSETTO Attraversandola, invece, percorrendo l’Autopista dell’Est che scorre al fondo della valle lungo tutto l’asse longitudinale della città, la visione ravvicinata è radicalmente diversa: ciò che colpi- sce l’occhio non sono i palazzi, ma le barriadas o rencherias , come vengono chiamate qui, ossia le baraccopoli cresciute lungo le dorsali dei cerros , inerpicandosi fino a raggiungerne la cima. Sono le grandi periferie della capitale, i «quartieri popolari» come eufemisticamente vengono chia- mati nei documenti ufficiali, veri e propri alveari umani formatisi nei decenni, al tempo delle vac- che grasse in Venezuela. Promesse (non mantenute) di Caracas Dopo la caduta della dittatura militare nel 1958 e l’inizio della democrazia, le grandi città venezue- lane hanno sperimentato una crescita demogra- fica senza precedenti. Le speranze generate soprattutto dalle royalties del petrolio gestito dagli americani, hanno spinto la gente ad abban- donare le campagne aride e povere e a stabilirsi negli spazi liberi sui cerros , attratti dall’illusione di un lavoro redditizio e di un benessere imme- 44 novembre 2021 MC

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