Missioni Consolata - Novembre 2021

ssier in giro le persone del paese che durante l’anno, per diversi motivi, sono state protagoniste della cronaca locale. Alla fine, il povero Giuda, impic- cato al ramo di un albero, viene bruciato. La croce fiorita di maggio La Pasqua, tuttavia, non è dimenticata, ma viene «rimandata» al 3 di maggio, alla festa della Santa Croce. In questa ricorrenza legata alla fertilità e alla vita che rinasce, viene ricuperato il senso completo del mistero pasquale. Popolarmente è chiamata «velorio», o veglia della croce. Comincia la sera della vigilia e si pro- trae fino al giorno seguente, intercalando pre- ghiere e balli culminanti in una grande festa popolare. Le radici della festa vanno cercate nelle tradizioni cristiane giunte dalla Spagna. Nei tempi più anti- chi, in Spagna si eleggeva una regina col nome di Maya, la quale evocava l’omonima dea romana e presiedeva le feste contadine di maggio e giugno; il suo trono veniva posto vicino a un albero. A poco a poco si riempì questa ritualità con un contenuto cristiano: invece dell’albero si iniziò a piantare una croce e, dal primo giorno di maggio, la gente cominciò a collocare, all’entrata delle case, su piccoli altari, croci adornate di fiori. Si facevano offerte, non più a Maya, ma alla croce, che diventò quindi oggetto della festa popolare. Questa tradizione, combinata con elementi reli- giosi autoctoni, ha dato origine all’attuale festa della «Croce fiorita di maggio». Oggi si celebra in tutto il paese, ma è soprattutto nella regione di Barlovento, tra gli afroamericani, che assume il pella del Calvario. Da qui discende lentamente verso la chiesa, accompagnando il «santo corpo». È la «processione dell’incontro». A metà strada, infatti, la Dolorosa e le altre due imma- gini s’incontrano con Cristo morto, e gli fanno «la riverenza». È il momento culminante della tradizione reli- giosa degli afroamericani, nessuno è disposto a perderselo. La gente si accalca, la banda fa ri- corso alle note più ispirate e commoventi. Il car- roccio della Madonna viene sollevato di peso e piegato in avanti: è la madre che fa la riverenza al figlio. Il rito si ripete per tre volte. Seguono le riverenze di san Giovanni e della Maddalena. Il popolo accompagna con esclamazioni di appro- vazione e applausi. La Pasqua di Giuda Per la maggioranza della gente la settimana santa termina il venerdì. Il sabato, dopo una ve- loce processione mattutina, chiamata «della so- litudine», in cui la Madonna va in cerca del figlio morto, la gente dedica il resto della giornata al- l’allestimento del pupazzo di Giuda, in collabora- zione con amici e vicini. Una volta pronto, il pupazzo viene esposto nei crocicchi delle strade. La domenica di Pasqua, la gente diserta la chiesa e nel pomeriggio si lancia nell’ultima proces- sione. Il «santo di turno» è proprio lui, Giuda Iscariota. I tamburi rullano, i balli sono sfrenati, i lazzi e le battute si sprecano senza pietà. Giunti sul luogo prestabilito, viene letto il «testamento di Giuda», nel quale sono nominate le persone a cui lascia i suoi averi. È l’occasione per prendere 40 novembre 2021 MC

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