Missioni Consolata - Novembre 2021

ssier Identificazione piena I Missionari della Consolata nei 22 anni della loro presenza nella Guajíra, hanno cercato di identificarsi con il popolo, senza paura di perdere la loro dignità. Tra gli avventizi di Cam- pamento, sotto una capanna, o tra i baraccati della Rancheria, sotto una tettoia di palme e, ancora, nell’emarginata Laguna del passero, sotto un albero. Si sono fatti transumanti come il popolo wayú, e l’hanno accompagnato, no- madi, attraverso il deserto, dietro le sue greggi, nei cimiteri con i suoi antenati, nei luo- ghi di festa condividendo le sue tradizioni, sulle strade del contrabbando mentre cercava la propria sopravvivenza. È stato un cammino difficile, così come lo fu quello di Israele durante i 40 anni trascorsi nel deserto: quel gruppo di israeliti ex schiavi ebbe modo di sperimentare la presenza di Dio come di colui che si china sul povero per libe- rarlo dalla miseria e dall’oppressione. Per que- sto divenne l’«opzione» dei poveri d’Israele. Allo stesso modo, i missionari e le missionarie della Consolata, nella Guajíra, hanno cercato di dare voce, attraverso la loro voce, alla parola di Gesù, di attualizzare negli eventi sacramen- tali i suoi gesti, di essere testimonianza del suo amore mediante uno sforzo di conoscenza e assunzione della realtà umana in cui erano chiamati a operare a favore dei poveri. In que- sto modo sono diventati il sacramento della compassione di Gesù che si china su coloro che hanno fame e sete, che piangono e sof- frono, che muoiono. È così che la Chiesa ha conquitato il cuore della Guajíra e che Gesù è diventato l’opzione dei suoi poveri. S.F. 32 novembre 2021 «Fondazione pro Laguna», costituita da rappre- sentanti del popolo añú. La fondazione si pro- pone di migliorare le condizioni di vita della popolazione. I risultati positivi sfociano nella vi- sita del presidente della repubblica Luis Herrera, e in quelle successive di sua moglie. L’acqua po- tabile arriva fino al porto, è installata l’elettricità in un settore della laguna e cominciano i lavori per dragare i canali tappati dalla sedimentazione delle acque. Una chiesa palafitta La Madonna del Carmine rappresenta una lunga tradizione di fede per il popolo añú. Una piccola statua scrostata langue in una palafitta che, se- condo il dire di alcuni, un tempo fungeva da cap- pellina. In una notte di burrasca il fiume si porta via la chiesetta, vecchia e malandata, ma con l’aiuto di alcuni benefattori e il lavoro degli Añú, i missio- nari ne fanno sorgere una nuova, più grande ed elegante: si tratta, naturalmente, di una robusta palafitta dallo stile in perfetta armonia con le abitazioni dei Paraujanos. Le colonne possenti in legno, le travature a vista, le pareti a forma di palizzata e il tetto di giunco ne fanno un luogo di pace particolarmente adatto alla preghiera. Qualcuno regala una nuova immagine della Ma- donna e qualcun altro una campanella, delizia dei bambini che non smettono di suonarla. Le feste patronali si fanno più sentite e partecipate. La regata della Madonna, lungo i canali, diventa una tradizione di incomparabile bellezza. Sboccia un germoglio di vita liturgica con le prime comu- nioni, qualche messa per i defunti e il primo ma- trimonio religioso. Nella Laguna di Sinamaica si cerca di concretiz- zare il Vangelo attraverso uno sforzo di promo- zione umana non indifferente. Da qui nasce la Chiesa: una piccola comunità di cristiani, uniti da vincoli di carità, impegnati in prima persona nella crescita della loro gente. Sergio Frassetto MC

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