Missioni Consolata - Novembre 2021

Qui sopra: la chiesa della laguna di Sinamaica costruita a somiglianza delle palafitte nelle quali vivono gli Añú. A sinistra: una panoramica della laguna di Sinamaica: luogo incantevole ma «affogato» nella miseria. porti di Altagracia, dove si dedicano alla pesca al servizio di grandi compagnie. Le donne, come la maggioranza dei Guajíros, praticano il contrab- bando. Chi rimane nella laguna, si dedica alla pesca o alla raccolta di enea. Una realtà da promuovere In quest’ambiente, la Chiesa è chiamata a co- struire il Regno di Dio tramite gesti di solidarietà concreta, specialmente verso i più poveri. È così che le suore missionarie Laurite decidono di an- dare a vivere nella laguna per incarnarsi nella sua realtà e condividere la vita dei suoi abitanti. La scelta dell’inserzione, del radicamento, per- mette ai missionari di accompagnare gli Añú nella vita quotidiana aiutandoli a scoprire i loro carismi e possibilità. I frutti non tardano: sorge l’asilo per i bambini, la scuola di tessitura dell’enea e della lavorazione del legno per i giovani. In un edificio costruito appositamente, si realizza l’esposizione e la ven- dita permanente dell’artigianato locale. Si crea un mercatino dove si commerciano al prezzo di costo i prodotti più comuni della dieta. L’attenzione si rivolge anche alle tagliatrici di enea: quasi tutte donne anziane, costrette a stare l’intera giornata nell’acqua con il pericolo dei serpenti e delle razze marine. Si tratta di un lavoro duro che, alla lunga, rompe le ossa, e che i commercianti di stuoie pagano una miseria. Bisogna promuovere una forma di lavoro solidale che sostenga la produzione e as- sicuri una più giusta retribuzione. Con difficoltà si riesce a vincere la loro riluttanza a riunirsi e si forma la «Cooperativa delle tagliatrici di enea»: una specie di sindacato che decide il prezzo unico e giusto del loro lavoro. Queste iniziative smuovono le acque, la gente si anima e crea la Oltre alle persone, nelle palafitte ci sono poi altri inquilini: galline, cani, gatti e addirittura maiali. La quantità di persone con disabilità ci fa sorgere numerosi interrogativi. Di fuori, sul pontile, c’è un eterno fuoco sul quale si abbrustolisce il pesce, e grandi fasci di enea, il giunco che cresce nei pantani, ai margini della laguna, e che serve per fare stuoie, l’unica povera ricchezza di queste famiglie. Privati della loro lingua, l’añú, che ormai più nes- suno parla, e della loro cultura, gli stessi indigeni stanno morendo di stenti e malattie. Vivono nell’acqua, eppure ne sono privi, perché salma- stra, inquinata, putrida. Alto è anche il tasso di mortalità infantile dovuto ai parassiti che aggre- discono l’intestino dei bambini. Gli uomini sono costretti a emigrare a Sud di Maracaibo, verso i novembre 2021 31 Popoli indigeni

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