Missioni Consolata - Novembre 2021

per incontrarsi, celebrare e fare festa. Cojoro, la selvaggia, non è più completamente sola: nel deserto ora fiorisce la vita e nei cuori rinasce la speranza. Comunità del Vangelo Animati da questo spirito che ci spinge a cercare la gente del deserto di Cojoro, raggiungiamo i luoghi più isolati della penisola. Fuori dei villaggi costituiti in epoca coloniale, l’indigeno guajíro tende a sistemarsi lontano dagli altri. Il movi- mento delle greggi esige grandi spazi. La neces- sità di autodifesa vuole una zona di sicurezza attorno alla casa per avvistare i nemici e non es- serne sorpresi. A questo si aggiunge la realtà del contrabbando, per cui componenti della famiglia passano la maggior parte del tempo lontano da casa, viag- giando da una città all’altra. Per queste ragioni non è pensabile poter formare grandi comunità cristiane. In Guajíra difficilmente sorgerà un cri- stianesimo di massa. Coscienti di questa realtà, i missionari passano di casa in casa offrendo parole di amicizia e cer- cando di stimolare la nascita di interessi comuni tra vicini, non basati semplicemente sulla paren- tela o lo scambio di favori, ma sulla Parola an- nunciata da Gesù che riguarda l’unico Padre che ci rende fratelli. Questa verità si esprime concre- tamente nel gesto di ritrovarci periodicamente per leggere la Parola, celebrarla nell’eucaristia e attuarla in un «darsi da fare» a favore di tutti. In questo modo nasce la chiesa della Guajíra: una realtà costituita da tante piccole «comunità del Vangelo», dove i gesti della condivisione e della testimonianza sono segno della presenza di Gesù che consola, infonde speranza, e offre sal- vezza. Sergio Frassetto con cui Dio arricchisce ogni popolo. Egli non «manca di rendersi presente in tanti modi non solo ai singoli individui, ma anche ai popoli me- diante le loro ricchezze spirituali» ( Redemptoris missio 55). Questi miti servono come supporto per innestare la buona notizia del Vangelo. Dalla dispersione all’unità La vita cresce dispersa a Cojoro. Visitando le ca- panne si palpa un senso di abbandono e desola- zione. La lontananza, la durezza della vita, la diffidenza reciproca, hanno fatto dimenticare ai suoi abitanti la bellezza dell’incontro, il senso della festa, lo spirito del clan. La presenza del missionario e delle suore serve a smuovere quelle acque stagnanti. Si comincia con il catechismo nella scuola, e si cercano testi scolastici con i quali i bambini pos- sano studiare. La ristrutturazione del dispensario medico, in completo abbandono, motiva il rin- contrarsi della comunità. Si organizza il processo di iscrizione della gente all’anagrafe. Si forma una commissione che vada dal governatore a chiedere acqua per la regione. Giorno dopo giorno, gli abitanti di Cojoro comin- ciano a interessarsi dei problemi della comunità per risolverli. Dato che manca un luogo di coesione che vinca la dispersione geografica, ma soprattutto inte- riore, sorge la chiesetta, e in essa viene ad abi- tare la Madonna Consolata. Attorno a questa madre di popoli, un popolo disperso trova motivi Popoli indigeni A sinistra: la piache , o shamana , cura un bam bino infermo. Qui: a bordo di un vec chio Land Rover il mis sionario raggiunge i villaggi. Suor Maria, con un megafono, invita la gente a partecipare alla liturgia. Inaugurazione della nuova chiesa di Cojoro il 20 giugno 1982. 29

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