Missioni Consolata - Luglio 2015

68 MC LUGLIO 2015 grande. Noi però non siamo Dio, dunque non siamo proprietari della terra (Sal 24,1) e non pos- siamo controllare tutto (Gen 38- 40). L’universo - afferma la Bibbia - non è il risultato del caso, ma è il frutto dell’amore di Dio. Perciò gli equilibri degli ecosistemi sono stati creati con sapienza e attra- verso di essi Dio provvede a tutte le creature (Sal 104, 24). Anzi il Si- gnore gioisce delle sue creature e delle sue opere (Sal 104, 29-31). Ogni vita viene da Dio (Gen 2, 19), a tutti è quindi dovuto rispetto. Da questa teologia biblica, rias- sunta in poche parole, deriva la responsabilità dell’uomo di custo- dire il creato, tutto il creato. L’uomo ne ha la capacità. Dio gliel’ha donata, da usare però non in modo egoistico, bensì per promuovere la vita, coltivarla e conservarla (Gen 2,15). è grande, come è grande quella di Dio creatore. Può allora accadere che la volontà dell’uomo sia in contrasto con la volontà di Dio? L a risposta a questo inter- rogativo è venuta innanzi- tutto dal Concilio Vaticano II, durante il quale ha avuto inizio il confronto della Chiesa con i problemi ecologici. Ciò ha richiesto una reinterpreta- zione dei testi della Genesi. È stato per esempio riscoperto il versetto 2,15 che parla di «custo- dia del creato». E si è affermato che la creazione va custodita per- ché è la casa dell’uomo. Se infatti la dignità dell’uomo è grande, an- che la sua responsabilità è VATICANO per tutte le ferite inferte. Di qui la necessità di una Chiesa che abbia il compito di allontanare i fedeli da un nuovo paganesimo, che adora la terra e che è in netto contrasto con la dottrina del mo- noteismo, di un unico Dio crea- tore, Signore del cielo e della terra. N on la pensa così papa Francesco. La sua enci- clica, dedicata all’am- biente e alla custodia del creato, ne è una prova, e con lui concordano anche molti credenti, cattolici e protestanti, convinti che degradando il creato, si tra- sgredisca il comandamento di Dio, che ha fatto ogni cosa bene, buona e bella. Una teologia della creazione a esclusivo vantaggio dell’uomo può portare a non la- sciare lo spazio dovuto al tema della custodia del creato. Tutti ricordiamo la frase del primo capitolo del Libro della Ge- nesi che dice: «Riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gen 1, 28). Di qui de- riva l’accusa fatta alla Chiesa, e al cristianesimo in genere, di essere stata la causa della crisi ambien- tale del nostro tempo. Per gli eco- logisti la bella e poetica pagina del primo capitolo della Genesi viene deturpata da questo ver- setto, in netto contrasto con la stessa dignità dell’uomo, di cui parla il capitolo: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò». La dignità dell’uomo

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