Missioni Consolata - Luglio 2015

TURCHIA La situazione religiosa In difesa dell’uno per cento Nonostante i progressi degli ultimi anni, la popolazione non musulmana non è ancora completamente libera di esprimere il proprio credo. L a popolazione non musulmana della Turchia rappresenta solo l’1% della popolazione. Lo statuto delle minoranze del paese è stata sta- bilita l’anno della fondazione della repubblica, con il trattato di Losanna (1923). Il trattato prevede per i non musulmani il diritto di cittadinanza a tutti gli effetti e l’obbligo per lo stato turco di applicarne le condizioni. Tuttavia, sebbene il testo riconosca lo sta- tuto di minoranza a tutti, nella pratica la Turchia ne limita l’ambito solo agli armeni, agli ebrei e ai romei (greci autoctoni). Di conseguenza, altri fedeli affe- renti a gruppi religiosi che non rientrano in queste categorie come i siriaci, i protestanti e i cattolici, pur potendo godere della libertà di culto, non riescono a usufruire di uno statuto giuridicamente valido e a or- ganizzarsi, ad esempio, in associazioni, oppure riven- dicare dei beni immobili che appartenevano loro prima della repubblica. Le comunità non-musulmane sono concentrate per la maggior parte a Istanbul e nelle altre grandi città, ma dal momento che in Tur- chia non sono stati fatti dei sondaggi per stabilire il numero esatto delle minoranze, le cifre a disposizione sono sempre approssimative. Si stima che la comu- nità cristiana conti circa 320mila anime. Di questi 25mila risultano cattolici, afferenti a chiese di riti di- versi (latino, armeno, caldeo, greco-cattolico e siro- cattolico), mentre una buona parte è costituita da mi- granti giunti negli ultimi anni dalle Filippine e dall’A- frica. I cristiani ortodossi contano circa 130mila per- sone, la cui maggior parte è costituita da armeni au- toctoni, seguiti da migranti armeni, siriani e russi ol- tre ai circa 2mila romei (greci autoctoni). I prote- stanti si registrano attorno ai 7mila, mentre la comu- nità ebraica conta 22mila persone. Negli anni 2000 si sono registrati alcuni episodi di violenza nei confronti dei cristiani ( * ). Due uomini della Chiesa cattolica, don Andrea Santoro e il vica- rio apostolico d’Anatolia mons. Luigi Padovese, ri- spettivamente nel 2006 e nel 2010, sono stati uccisi, mentre nel 2007 Adriano Franchini, padre capuc- cino a Smirne è stato accoltellato. Gli esecutori erano dei giovani (due adolescenti e un ventiset- tenne, autista di mons. Padovese), che sono stati condannati al carcere. Un altro attacco è stato rea- lizzato a Malatya, nella casa editrice Zirve, dove nel 2007 due turchi protestanti e un tedesco sono stati uccisi perché svolgevano attività missionarie. Una ventina di ufficiali dell’esercito inizialmente arre- stati e ritenuti responsabili dell’omicidio sono stati poi rilasciati. Alcune riforme realizzate negli ultimi anni hanno portato un miglioramento nella condizione delle mi- noranze religiose, ma esse non sono sufficienti a renderle libere di esprimere il loro credo senza te- mere alcuna ritorsione. Il processo di adesione al- l’Unione europea ha tuttavia contribuito a moltipli- care le associazioni che chiedono il pieno riconosci- mento delle loro identità, portando le rivendicazioni anche in tribunale. Inoltre, all’inizio del 2015, Sat7 Türk, il primo canale sulla fede e la cultura cri- stiana (approvata dall’ autority statale), ha iniziato a essere trasmesso via satellite. Ad aprile 2015, pochi mesi dopo la visita apostolica di papa Francesco (avvenuta a novembre 2014), tra Turchia e Vaticano ci sono state tensioni diplomati- che sulla questione armena, argomento su cui Ankara è da sempre molto sensibile. FazilaMat © Adem Altan / AFP ( * ) A RCHIVIO MC: Angela Lano, Passaggio ad Oriente , dos- sier MC, novembre 2010; Be- nedetto Bellesi, «Mamma, li turchi!» , dossier MC, set- tembre 2001.

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