Missioni Consolata - Luglio 2015

Erdoğan e il suo predecessore Ab- dullah Gül - definirono da subito l’orientamento del partito quale «conservatore democratico», smarcandosi dalla linea intransi- gente dell’Islam politico turco da cui provenivano e che, nel venten- nio successivo al golpe del 1980, aveva dovuto scontrarsi con l’ esta- blishment militare, assurto a di- fensore della laicità - considerato il cardine della repubblica - pagando con crisi di governo, la chiusura di due partiti, fino ad arrivare al golpe bianco del 1997. Ma il successo ottenuto negli anni dall’Akp non è stato solo frutto di questa nuova impostazione poli- tica bensì di una combinazione di elementi diversi. Sul fronte in- terno è riuscito, da un lato, a dare voce e identità a buona parte della società turca che si riconosce in una cultura conservatrice e che si è vista a lungo emarginata dal si- stema politico kemalista; dall’al- tro, grazie alla retorica sull’impor- tanza del pluralismo, Erdoğan ha conquistato inizialmente numerosi intellettuali liberali che hanno ri- conosciuto nell’Akp la possibilità di rompere con il passato segnato dalle repressioni del potere mili- assistito ad un periodo di prospe- rità economica, di fermento so- ciale e di visibilità in politica estera come non era mai avvenuto dalla fondazione della repubblica. Negli ultimi anni però l’iniziale ottimi- smo suscitato dai successi del go- verno turco ha subito una drastica inversione di tendenza, metten- done sempre più in primo piano il carattere autoritario e insoffe- rente verso qualsiasi posizione cri- tica. Un atteggiamento favorito dall’incontrastato sostegno di una larga parte degli elettori nei con- fronti di Erdoğan, che, nell’agosto del 2014, lo ha portato a diventare il primo presidente della Turchia scelto direttamente dai cittadini (e non dal parlamento come acca- deva in precedenza). In tutto que- sto, negli ultimi anni è emersa in maniera sempre più evidente l’in- fluenza di una visione politica di stampo islamo-sunnita, mentre la retorica religiosa, intrisa di affer- mazioni al contempo moraleg- gianti e nazionalistiche, è stata spesso utilizzata dal governo per ottenere maggiore credito e credi- bilità. Eppure, gli uomini che nel 2001 fondarono l’Akp - tra cui lo stesso tare e di avviare un reale processo di democratizzazione nel paese. A tal fine ha contribuito l’impegno assunto dal governo islamico mo- derato di realizzare, a partire dalla prima legislatura, le riforme politi- che e sistemiche necessarie a far sì che la Turchia aderisse all’Unione europea. Crescita economica e neoliberismo Il tutto è coinciso con un mo- mento di ripresa economica del paese. Forte della sua netta mag- gioranza parlamentare il governo dell’Akp ha messo in atto provve- dimenti improntati su un forte neoliberismo, le cui basi erano già state gettate dall’esecutivo prece- dente. Tali provvedimenti, grazie all’unione doganale vigente da 15 anni con l’Ue e l’avvio nel 2005 dei negoziati di adesione nel gruppo dei ventotto, hanno permesso l’in- gresso di un ingente flusso di capi- tali stranieri in Turchia. La crescita annua media del 5% - toccando picchi del 9% tra il 2010 e il 2011 - la quasi decuplicazione delle esportazioni, la triplicazione del Pil e l’aumento del reddito medio re- gistrati nel primo decennio di go- TURCHIA 18 MC IO 2015 © BüniD © Fred Bigio # A destra : interno della Moschea Blu, a Istanbul. In basso : veduta del quar- tiere di Galata, sempre a Istanbul. Pagina seguente : donne nei territori curdi nel Sud Est del paese.

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