Missioni Consolata - Luglio 2015

Da 12 anni la Turchia è nelle mani di Erdoğan e dell’Akp, il partito islamico. Sulla spinta della crescita economica del paese, il presidente e il suo governo si sono rafforzati. In un crescendo di autoritarismo e intolleranza. LUGLIO 2015 MC 17 TURCHIA di FAZILA MAT (Osservatorio Balcani e Caucaso) «L a Turchia oramai non è più la vecchia Turchia. La nuova Turchia deve distin- guersi con qualcosa di diverso». Motivando con queste parole la costruzione della nuova residenza presidenziale (Ak Saray, «Palazzo Bianco»), costata 500 milioni di dollari, il presidente Recep Tayyip Erdoğan forniva una sorta di corol- lario dei tredici anni al potere del «Partito della giustizia e dello svi- luppo» (Akp, di ispirazione isla- mica). Un potere manifestato an- che attraverso i simboli, da la- sciare ai posteri quale marchio della propria «grandezza»: «Que- sto edificio è una necessità per il nostro paese. (…) Il nostro obiet- tivo è quello di lasciare in eredità un’opera che duri nel tempo, pro- prio come hanno fatto i nostri an- tenati». Dalla laicità dei militari all’islamismo di Erdoğan È difficile prevedere quello che di- ranno i posteri del periodo di go- verno dell’Akp e di Erdoğan (già premier per 11 anni e oggi presi- dente) la cui figura sovrasta da tempo quella del proprio partito. Restano comunque alcuni dati di fatto: che con l’Akp la Turchia ha visto scardinare un attore stabile della politica turca - i militari - e ha AI CONFINI DELL’EUROPA (6): LA TURCHIA IL SULTANO DEL BOSFORO # Il presidente Erdo gˇ an e la moglie Emine a un meeting giovanile a Karl- sruhe, in Germania (10 maggio 2015). © Kayhan Ozer / Anadolu Agency

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