Missioni Consolata - Luglio 2015

MC ARTICOLI LUGLIO 2015 MC 15 G LOSSARIO • T AMBOR DE M INA : il nome delle religioni afrobrasiliane in Maranhão e altri stati brasiliani. Tambor è il tam- buro, strumento di grande importanza durante le cele- brazioni. Mina deriva dalla Fortezza di Mina, sulla co- sta del Ghana, da dove partivano gli schiavi africani alla volta delle Americhe. • T AMBOR DE CRIOULA : danza di origine africana prati- cata dai discendenti degli schiavi nello stato del Ma- ranhão. Dal 2007 gode del titolo di «patrimonio cultu- rale immateriale» del Brasile. • B UMBA MEU BOI : danza folclorica nata come critica alla condizione sociale di neri e indigeni. La danza prevede personaggi umani e animali fantastici e ruota attorno a una leggenda che narra la morte e resurrezione di un bue. •M ARACÁ : strumento a percussione, costituito da una zucca cava riempita di semi secchi o sassolini. In uso sia tra i neri che tra gli indigeni. Tambor de crioula , il Bumba meu boi e il maracá (ve- dere Glossario, ndr ). Ci sono teologi cattolici ufficiali che non capiscono l’importanza di questi elementi. Ebbene, loro non riusciranno mai a portare gente in chiesa». Perché lei preferisce evitare il termine sincreti- smo? «Quel termine non mi piace. Sembra rimandare a una cosa buona mescolata con una cattiva. Come se a un buon bicchiere di latte venissero aggiunti ingre- dienti non buoni. Il Signore dell’Africa o quello della foresta amazzonica è lo stesso Signore della chiesa cattolica». Da questo quadro mancano le cosiddette chiese neopentecostali. Che ci dice rispetto ad esse? «I fedeli delle chiese neopentecostali hanno lo stesso comportamento delle persone che vanno al super- mercato. Finita la cerimonia e pagato il servizio, tutto finisce. Non hanno necessità di uno stabile rapporto comunitario, come avviene per i fedeli delle altre reli- gioni, bianchi, afrodiscendenti o indigeni che siano». Sarà anche così però esse sono in continua cre- scita. Come si spiega? «Perché mettono tutto in relazione con la vita mate- riale. Secondo loro, il segno concreto che tu sei amato dal Signore è dato dall’avere un lavoro, una casa, soldi. Questo sistema religioso è arrivato negli anni Settanta e Ottanta dal Nord America: gli Stati Uniti lasso di tempo di oltre 300 anni (in Brasile, la pratica dello schiavismo durò - almeno ufficialmente - dal 1559 al 1888). Come ricorda Alessandra Amaral, «lo schiavo doveva essere battez- zato entro un massimo di cinque anni dal suo arrivo in Brasile». Si trattava in sostanza dell’applica- zione pratica del principio « Cuius regio, eius religio », ovvero dell’ob- bligo per lo schiavo di conformarsi alla religione del padrone. Le religioni afrobrasiliane si svilup- parono dunque come forma di «resistenza» alle imposizioni dei padroni bianchi e come afferma- zione della propria identità. L’um- banda - nata soltanto nel 1908 - ne è un’evoluzione alla luce del- l’orgoglio derivante dall’«essere brasiliano», vale a dire un mix di bianco, nero e indigeno. Secondo Reginaldo Prandi, altro studioso e specialista in religioni lo hanno costruito per combattere la chiesa cattolica e in particolare la Teologia della liberazione». Perché le chiese neopentecostali si scagliano (spesso con violenza) contro le religioni afro e indi- gene? «Perché dicono che sono una cosa del diavolo. Che non appartengono a Dio, ma a Satana». PaoloMoiola

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=