Missioni Consolata - Luglio 2015

BRASILE 14 MC LUGLIO 2015 S ão Luís (Maranhão). Di qui passarono francesi, olandesi e portoghesi. Qui furono trasportati mi- gliaia di schiavi africani per sostituire quelli in- digeni nelle piantagioni di canna da zucchero, tabacco e cotone. Padre José Braulio Ayres Sousa, brasiliano afrodiscendente, è parroco della Colônia São José do Bonfim, nel bairro Vila Nova, un quartiere conosciuto per ospitare i malati di hanseniasi. Ci riceve nella sua casa parrocchiale, non lontana dall’ospedale Aquiles Lisboa, struttura specializzata nel trattamento del morbo di Hansen. Prima di dedicarsi completamente ai malati di lebbra, padre Braulio ha studiato antropo- logia e religioni afrobrasiliane. Lei come descriverebbe il sentimento religioso dei brasiliani? «Il sentimento religioso brasiliano ha avuto storica- mente tre fonti, ognuna con un differente contenuto spirituale e culturale. Ci sono stati i colonizzatori por- toghesi. Poi sono arrivati gli africani, in veste di schiavi, da diverse zone di quel continente (da noi si dice che siano pervenuti dagli attuali Benin, Guinea Bissau e Togo). Infine, c’erano i popoli indigeni con l’insieme delle loro credenze». Colloquio con padre Braulio Ayres Bianco, nero, indigeno # A destra : padre José Braulio Ayres Sousa durante il nostro incontro a São Luís. Sotto : una fedele davanti a un pic- colo altare all’interno del terreiro di Luizinho, a Floriano. Pagina seguente : canto di una fedele umbandista. Anche in Maranhão la fede cattolica è da sempre mischiata a molti elementi culturali diversi. Quali sono i principali? «In questo stato la religione cattolica - predomi- nante ma in diminuzione - è cresciuta all’interno di un contesto in cui sono presenti almeno quattro strut- ture culturali molto influenti: il Tambor de Mina , il

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=