Missioni Consolata - Aprile 2015

MC ARTICOLI APRILE 2015 MC 23 H) Tra continuità e discontinuità Il cambiamento avverrà in modo graduale. L’importante è che non diventi un semplice prolunga- mento (e magari miglioramento) del presente, ma che sia caratte- rizzata dall’irruzione di elementi sorprendenti, inattesi, che deter- minano un sostanziale muta- mento qualitativo. Si tratta di imparare a contem- plare l’oltre verso cui la missione ad gentes deve protendersi. Il punto al quale noi siamo giunti, nelle realtà e nei contesti in cui operiamo in Italia e nel mondo, non può essere considerato come il modello di un perpetuo ritorno per rifare le stesse cose, ma il semplice punto di partenza per qualcosa di nuovo che va oltre sia a livello geografico che contenuti- stico. Hannah Arendt ha scritto in Vita activa : «Il fatto che l’uomo sia ca- pace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità». Sì, perché abbiamo ancora biso- gno di utopia, abbiamo bisogno di speranza e di fede, abbiamo biso- gno di vivere amando anche ciò che non potremo vedere realiz- zato. Questo amore è una po- tenza feconda e generante: è una forza profetica che crea futuro, dà speranza, apre orizzonti di senso, dà forza per vivere nella storia e nel mondo attendendo il regno di Dio, che è il fine della storia e il futuro del mondo. Concludo con l’accorato appello fatto da Papa Francesco ai parte- cipanti al convegno: «Vi esorto a non lasciarvi rubare la speranza e il sogno di cambiare il mondo con il Vangelo, con il lievito del Van- gelo, cominciando dalle periferie umane ed esistenziali. Uscire si- gnifica superare la tentazione di parlarci tra noi dimenticando i tanti che aspettano da noi una parola di misericordia, di consola- zione, di speranza. Il Vangelo di Gesù si realizza nella storia. Gesù stesso fu un uomo della periferia, di quella Galilea lontana dai cen- tri di potere dell’Impero romano e da Gerusalemme. Incontrò po- veri, malati, indemoniati, pecca- tori, prostitute, radunando at- torno a sé un piccolo numero di discepoli e alcune donne che lo ascoltavano e lo servivano. Ep- pure la sua parola è stata l’inizio di una svolta nella storia, l’inizio di una rivoluzione spirituale e umana, la buona notizia di un Si- gnore morto e risorto per noi. E noi vogliamo condividere questo tesoro». Andiamo avanti con speranza! Antonio Rovelli ___________ L’articolo è debitore in vari modi e forme alla relazione di Aluisi Tosolini tenuta al Convegno e ad alcuni contributi e rifles- sioni di Luca Moscatelli fatte in occasioni diverse. Santo l’anima, la guida della no- stra vita, in tutte le scelte. Ab- biamo paura che Dio ci faccia per- correre strade nuove, ci faccia uscire dal nostro orizzonte spesso limitato, chiuso, egoista, per aprirci ai suoi orizzonti. Ma, in tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela porta novità - Dio porta sempre novità -, tra- sforma e chiede di fidarsi total- mente di Lui. Non è la novità per la novità, la ri- cerca del nuovo per superare la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novità che Dio porta nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la vera gioia, la vera sere- nità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro bene. Domandia- moci oggi: siamo aperti alle «sor- prese di Dio»? O ci chiudiamo, con paura, alla novità dello Spi- rito Santo? Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre o ci difen- diamo, chiusi in strutture cadu- che che hanno perso la capacità di accoglienza? (Cfr. Papa France- sco, piazza San Pietro domenica 19 maggio 2013). # A sinistra : periferia nel «centro» di Nairobi; 15.000 persone vivono nello slum di Deep Sea, più volte bruciato e sempre risorto, inca- stonato tra i quartieri bene della città «più vivibile» dell’Africa. Sopra : interno di baracca sotto ponte ferroviario in via Malaga a Milano. © Cogliati Matteo 2013

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