Missioni Consolata - Novembre 2014

NOVEMBRE 2014 MC 63 rare secondo la realtà di quel po- sto. La Chiesa in quegli anni era agli inizi, il sacerdote veniva solo la domenica. Ho cominciato su- bito con una catechesi elemen- tare. Non ci ho messo tanto ad ambientarmi perché non mi aspettavo una vita facile e sapevo di essere in una missione sfi- dante. Il mio sogno, quello che mi aveva spinto a farmi missionaria, ad andare lì dove Cristo non era conosciuto, si stava realizzando proprio nella missione di Kili- mahewa. Il vero shock l’avevo già avuto quando, poco dopo essere en- trata nell’Istituto, mi avevano mandata nel Nord del Kenya per vivere un’esperienza pastorale. Da keniana, conoscere realtà del mio paese così povere e depresse mi ha fatto male. Io vengo dalla zona di Nairobi, quindi conoscevo la parte centrale del Kenya, ma non pensavo affatto che ci fosse un tale divario tra il Nord e il Cen- tro. In Tanzania invece ho trovato una realtà scolpita dal socialismo di Nyerere, un paese dove non c’era stato lo sviluppo del capita- lismo, ma dove la gente viveva più o meno tutta nella stessa si- tuazione. Non c’era un divario estremo tra ricchi e poveri come quello che si osservava già negli slums di Nairobi. E dopo Kilimahewa dove sei stata? Sono stata solo nove mesi a Kili- mahewa e poi dieci anni a Iringa. Prima ho lavorato per due anni nell’ufficio diocesano per i gio- vani, poi sono andata, dopo aver studiato, a fare la formatrice alla casa del Frelimo per sette anni. Lì ho scelto di dedicarmi, in ag- giunta al lavoro nella formazione, alla pastorale parrocchiale, alle piccole comunità di base, all’inse- gnamento della Bibbia, e ho ini- ziato le prime esperienze di mi- crocredito che tuttora vanno avanti. Le emozioni delle donne erano coinvolgenti. Ho assistito all’emancipazione, al cambia- mento e miglioramento delle vite di molte. Mi raccontavano che i mariti, prima di andar via, le salu- tavano, avevano maggiore ri- spetto perché ora esse lavora- vano come loro, guadagnavano. Le donne acquistavano una di- gnità che prima non avevano, molte hanno costruito la loro casa, altre sono riuscite a far stu- diare i figli. Insomma, una grande soddisfazione reciproca. Quando sono andata via da Iringa ho affi- dato tutto a suor Paskalina, e sono felice che l’esperienza di mi- crocredito vada avanti bene. Quali sono le maggiori sfide di questi anni in Tanzania? «Negli ultimi tempi alcuni gruppi di violenti che si definiscono isla- mici hanno iniziato a minacciare i cristiani. Ci sono stati diversi at- condaria. Lì c’erano le missionarie della Consolata. Io le osservavo perché mi piaceva il loro modo di fare, di aiutare e di parlare di Cri- sto. Ho sempre avuto una spic- cata sensibilità nei confronti delle persone più deboli e meno fortu- nate, e mi ha sempre fatto riflet- tere la consapevolezza che senza i missionari, Cristo non sarebbe stato conosciuto. Ascoltando ciò che il Signore mi ispirava ho ca- pito che volevo essere una mis- sionaria, e così sono entrata nel- l’Istituto nel 1980. Ho seguito la formazione in Kenya e poi sono andata in Italia per lo juniorato. In Italia, incontrando sorelle che venivano da altri paesi del mondo, ho sperimentato l’inter- nazionalità e la diversità, ma an- che l’appartenenza a un’unica fa- miglia, e ho avuto la certezza che era proprio quello che volevo». Hai mai avuto momenti di crisi, di forti difficoltà? «Forse all’inizio, mentre ero po- stulante in Kenya, perché avevo delle aspettative che non trova- vano risposta nella formazione ri- cevuta. Poi, negli anni, le ho rea- lizzate senza mai mettere in di- scussione la mia vocazione». La tua prima missione è stata in Tanzania? Raccontami le tue impressioni sul paese, le sensa- zioni e difficoltà. «Era il 1993. Io venivo da Londra, dove ero andata per studiare teo- logia. Quando sono arrivata in Tanzania mi hanno mandata a Ki- limahewa, una missione di prima evangelizzazione. Posso dire che in un primo momento non è stato semplice, perché io ero abituata a tutt’altro modo di pensare e di in- segnare. Ho dovuto cambiare molte cose per inserirmi e lavo- MC ARTICOLI

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