Missioni Consolata - Novembre 2014

MC ARTICOLI NOVEMBRE 2014 MC 33 N OTE 1 - Cfr. Joanna Eede (a cura di), Siamo tutti uno. Omaggio ai popoli della Terra , Edizioni Logos per Survival International , Modena 2010, pagg. 120-121. 2 - Cfr. Missione Catrimani (a cura di), Xapuripë Ithomaihe. Juntos para a de- scida dos xapuripë , Roraima 2011, pag. 9. 3 - La yãkoana è ricavata dalla corteccia dell’albero di Virola elongata , che con- tiene un alcaloide con potenti proprietà allucinogene. 4 - Cfr. Guglielmo Damioli - Giovanni Saffi- rio, Yanomami, indios dell’Amazzonia , Edi- zioni il Capitello, Torino 1996, pag. 37. 5 - Cfr. Guglielmo Damioli - Giovanni Saffi- rio, opera citata, pag. 170. 6 - Cfr. Davi Kopenawa - Bruce Albert, The Falling Sky. Words of a Yanomami Shaman , Harvard University Press, Cam- bridge-Londra 2013, pag. 188. 7 - Cfr. Aldo Mongiano, Roraima: tra pro- fezia e martirio , Edizioni Missioni Conso- lata, Torino 2010, pag. 99. Tra indigeni e natura il rapporto è simbiotico. «L’ambiente della fo- resta tropicale - ha scritto Gu- glielmo Damioli - è per gli Yano- mami spazio vitale, humus cultu- rale, luogo sacro dei loro miti, cammino della loro storia. Gli Ya- nomami vivono in simbiosi con al- beri, animali, fiumi, ruscelli, mon- tagne e fenomeni atmosferici» 5 . Pertanto risulta inadeguato e ri- duttivo definire gli Yanomami (e gli indigeni in generale) «ambien- talisti» nell’accezione che i bianchi danno al termine. Dall’alto della propria esperienza fratel Carlo ci riassume la filosofia yanomami: «In questo universo, ogni entità - sia persona, vegetale, animale, minerale, sole, luna, stelle o altro ancora - ha funzioni e utilità diverse per l’esistenza. Per questo, l’interferenza brutale alla quale noi napëpë sottoponiamo l’ecosistema, non potrà che dan- neggiare gravemente la vita». Teosi e Satanasi Nella sua autobiografia Davi Kope- nawa racconta in dettaglio del pe- riodo in cui gli evangelici di Nuove Tribù ripetevano in continuazione cosa Teosi (Dio) consente e cosa al contrario è opera di Satanasi (Sa- tana): quasi nessuna delle consue- tudini yanomami erano più lecite 6 . Davi non nasconde il proprio ri- sentimento verso di essi: «Ho co- nosciuto religiosi della Meva e di Nuove Tribù che mai dissero una parola contro i garimpeiros o con- tro la strada. Ci imbrogliavano di- cendo che Dio è grande, che Dio ci protegge, ma non fecero nulla per noi». Forse volendo marcare le diffe- renze con gli evangelici, fratel Carlo interviene per chiedergli un’opinione sui missionari della Consolata. Pur non essendo pro- digo di elogi, Davi ammette che si comportarono diversamente. «Mi piaceva dom Aldo Mongiano per- ché lottò con noi, perché fu corag- gioso nel difendere la demarca- zione della nostra terra». In effetti, mons. Mongiano, ve- scovo di Roraima dal 1975 al 1996, al contrario delle chiese evangeli- che, non esitò a schierarsi con gli indigeni. Durante il processo di ri- conoscimento delle terre yano- mami, i garimpeiros manifesta- vano nella piazza davanti alla sua residenza. Giornali e radio locali lo attaccavano. «Un sicario, telefo- nando in diretta, si offrì di ucci- dermi e di mettere la mia testa sulla bateia , il piatto (per setac- ciare le sabbie aurifere) del monu- mento al garimpeiro . La telefonata fu ascoltata in tutta Roraima» 7 . Una foto per i «napëpë» È buio ormai. Ma una foto ricordo assieme è quasi un obbligo. Per noi napëpë . Andiamo all’entrata per metterci accanto al logo di Hu- tukara. Davi ne approfitta per spiegarci il significato di ogni ele- mento e ogni colore dipinti sul muro. Poi sono soltanto sorrisi. Paolo Moiola (fine seconda puntata - continua) © Paolo Moiola © Paolo Moiola © Corrado Dalmonego

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