Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

CLAUDIA Essere dirigenti significa saper fare l’equilibrista: tra lavoro, figli, casa e marito. La libertà della donna passa attraverso il mutare della mentalità predominante che vede ancora la «madre» come l’unica addetta alla cura dei figli. «D opo la laurea in architettura, vinsi un dottorato in pianificazione terri- toriale e urbanistica. Fu un’espe- rienza di approfondimento e di ri- lievo ma non riponevo molte speranze nella car- riera universitaria. Così, quando ebbi un re- sponso positivo da un concorso presso l’ufficio tecnico per l’urbanistica e l’edilizia privata di un ente territoriale, non esitai. Dal 1996 al 2002 cercai sempre di conciliare casa e lavoro in maniera sistematica, con non pochi sacrifici. La mia primogenita nacque nel 1998, e il secondo nel 1999. Nel 2002 diventai la responsa- bile dell’ufficio e, se da un lato acquisii maggior flessibilità nell’orario lavorativo, dall’altro una maggiore dipendenza mentale e un forte ingom- bro psicologico iniziarono a penetrare nelle ore dedicate alla famiglia. Non è semplice staccare la spina, allontanare i pensieri del lavoro e ritornare a vestire il ruolo di madre. Basta lo squillo di un telefono o il ricordo di una mail da inviare d’ur- genza e i figli si ritrovano privati della tua pre- senza. La mia sensazione è sempre stata quella di dovermi dividere: tra l’esser madre, donna, mo- glie, professionista, organizzatrice della casa. Le identità sono tante, le sfumature personali altret- tante, e in questo volerci essere per tutti e in ma- niera perfetta, ho rischiato spesso il burn out ». La conciliazione e i sensi di colpa «Ho sempre cercato di essere un’acrobata e di ve- stire i miei tanti panni in misura tale da non delu- dere gli altri e me stessa. Senza reti familiari in soccorso e con la penuria di nidi e di servizi per l’infanzia, l’incastro tra lavoro e vita privata è stato un gioco da equilibristi. E allora, ecco le corse per non perdere le assemblee scolastiche dei ragazzi, il controllo quotidiano del diario prima di sprofondare nel letto, la partecipazione a qualche laboratorio nelle loro classi, la volontà di cercare sempre e comunque un dialogo e delle attività ricreative da fare insieme. Accanto a tutto questo va ricordato che oggi, 2014, in Italia e in modo trasversale a tutti gli strati sociali, la cura dei figli rimane ancora prevalentemente a carico della madre. Con un cambio di paradigma e una maggiore collaborazione da parte dei padri, © Gabriella Mancini

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