Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

MC ARTICOLI AGOSTO-SETTEMBRE 2014 MC 13 In una intervista Kalki Koechlin, che da bambina ha essa stessa subito uno stupro, afferma che le donne devono sentirsi libere di essere loro stesse all’interno di una società che sta cambiando: «Dobbiamo essere pronti cultu- ralmente ad accettare le donne indiane di oggi le quali non sono le donne che la maggior parte de- gli uomini indiani ha visto cre- scere in casa loro. Le donne di questa generazione potrebbero non saper cucinare, potrebbero volersi rendere indipendenti eco- nomicamente, potrebbero voler scegliere il loro marito, oppure ri- manere addirittura nubili». Più facile a dirsi che a farsi. Anzi, a pensarci, non è facile neppure a dirsi. Parole indecenti Dopo gli ultimi casi di stupro la classe politica indiana si è esibita in una serie impressionante e ver- gognosa di affermazioni. A co- minciare da Manohar Lal Sharma, uno degli avvocati degli uomini accusati dello stupro e dell’omici- dio di Nirbhaya, che il 10 gennaio 2013 ebbe a dire di non aver «mai visto un solo incidente o esempio di stupro in cui sia stata coinvolta una donna rispetta- bile». Altrettanto indecenti sono state le parole di Abu Asim Azmi, presidente del Maharashtra Sa- majwadi Party , che dopo essersi pronunciato a favore della pena di morte per gli stupratori, ha detto che «dovrebbe esistere una legge che proibisca alle donne di vestire abiti succinti e girare con ragazzi che non siano loro pa- renti». E che dire dell’agghiac- ciante sentenza dell’avvocato A.P.Singh: «Se mia figlia dovesse avere rapporti prematrimoniali e girare con il suo ragazzo di notte, io stesso la brucerei viva. Non posso permettere che accada questo e invito tutti i genitori ad adottare la stessa mia attitudine nei confronti delle loro figlie». Terminiamo con le parole di un alto rappresentante del parla- mento indiano: Abhijit Mukherjee, figlio del presidente dell’India, carica che è stata rico- perta da quel Jawaharlal Nehru che citavamo all’inizio dell’arti- colo. Nel difendere la brutale re- pressione della polizia nei con- fronti dei manifestanti dopo la morte di Jyoti, Mukherjee ebbe a dire che le donne che protesta- vano erano donne «dipinte» che vanno in discoteca, con scarsa co- noscenza della realtà sociale e che seguono la moda di fare ve- glie al lume di candela... Nono- stante le critiche piovute su di lui, nelle recenti elezioni indiane Abhijit Mukherjee è stato rie- letto. I numeri e le sorprese Alla fine di tutto, è proprio vero che l’India descritta dai media oc- cidentali è diventata così perico- losa tanto da consigliare alle donne di non aggirarsi da sole per le strade? Le cifre, per quello che possono rappresentare, pare dicano il con- trario. Da uno studio condotto dalla Thomson Reuters Founda- tion , in India 2 donne su 100.000 vengono violentate, contro i 26,9 stupri su 100.000 commessi negli Stati Uniti. Anche tenendo conto del fatto che solo il 10% delle vio- lenze perpetrate ai danni delle donne indiane viene denunciato (contro il 26-46% negli Usa), i tassi di abusi sessuali tra i due paesi si equivalgono. Bisogna, però, tener conto che secondo la legge indiana non vi è violenza sessuale se non si è consumato l’atto. Nel 2011 (ultimo dato di- sponibile) il National Crime Re- cords Bureau ha indicato che nella nazione - in cui, non bisogna dimenticarlo, vivono un miliardo e 200 milioni di persone - vi sa- rebbero stati 25.000 stupri, 45.000 tentati stupri e 106.000 violenze contro le donne in fami- glia 3 . Il problema non sono tanto i numeri, ma il fatto che, ai 25.000 stupri regolarmente denunciati alle autorità, solo per il 26% è se- guita una condanna degli impu- tati (contro il 50% negli Usa). Vi è, quindi, una forte disillusione nei confronti delle istituzioni. Forse è proprio questo il punto su cui lavorare per poter cambiare un atteggiamento sociale. Piergiorgio Pescali N OTE 1 - Termine con cui in India si indicano gli appartenenti ai popoli originari (tribù indi- gene) del paese. 2 - L’indirizzo del filmato: http://www.you- tube.com/watch?v=8hC0Ng ajpY. 3 - Il sito: www.ncrb.nic.in. DAL PAKISTAN - Una coppia di gio- vani sposi, Sajjad Ahmed (27 anni) e Mafia Bibi (23), sono stati deca- pitati da quattro familiari della ragazza per aver infangato l’onore della famiglia. Si erano sposati per amore ( Dawn , quotidiano pakistano, 30 giugno 2014).

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