Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

salvaguardare la propria monarchia. Infatti, in una si- tuazione di normalità e assenza di conflitti nella re- gione, la situazione in Arabia Saudita sarebbe difficil- mente sostenibile. Già oggi le regioni orientali sono quasi giornalmente teatro di proteste. Le donne hanno una condizione insostenibile; non- ostante i grandi introiti petroliferi la povertà in Arabia Saudita è a livelli allarmanti, molte città non hanno nemmeno la rete fognaria; a Mecca e Medina, negli ul- timi 25 anni, il 90% dei luoghi sacri islamici sono stati distrutti. I prigionieri politici sono oltre 30 mila, la gente inizia ad essere insoddisfatta anche delle politi- che della monarchia che risulta sempre più una pe- dina degli Usa nella regione. Il salafismo è la risposta che queste monarchie oscu- rantiste e retrograde danno. Facciamo attenzione per- ché stanno tentando di diffondere in diverse regioni del mondo l’azione di questo pensiero: Turchia, Qatar e Arabia Saudita stanno cercando di impiantare reti salafite anche in Europa e in zone remote del globo, come in alcune aree della Cina. Obiettivamente però credo che pure Arabia Saudita e Qatar avranno una loro data di scadenza e, dopo aver svolto il proprio compito, verranno riciclati dagli stessi alleati occidentali. Si veda il comportamento del Qa- tar: compra di quà e di là nel mondo, credendo così di ipotecare per sé una sorta di stabilità, ma si sbaglia di grosso. Come accadde a Gheddafi, quando i suoi averi all’estero faranno abbastanza gola, si troverà un bel pretesto per attaccarlo e toglierglieli. La scusa po- trebbe essere quello stesso salafismo che oggi il Qatar sostiene in Siria». L’Iran non ha la bomba nucleare, ma le attività di arricchimento dell’uranio a scopi pacifici prose- guono. Possiamo definire il Paese, «potenza nu- cleare»? «Nel periodo della guerra fredda, “potenza nucleare” si diceva di una nazione che possedeva la bomba. L’Iran non possiede la bomba e sbaglierebbe di grosso a possederla. Per questo la Guida suprema della na- zione, l’Ayatollah Khamenei, ha persino emesso un editto religioso, una Fatwa , che proibisce la fabbrica- zione di armi nucleari.L’Iran sa benissimo di potersi difendere senza bisogno di armi nucleari. Il nucleare è visto soltanto come un’opportunità per produrre ener- gia elettrica in abbondanza e dare inizio a un grande progresso economico e industriale. Con la sua giovane popolazione di 77 milioni di per- sone, il paese mira a raggiungere il benessere genera- lizzato nei prossimi anni. Oggi sfrutta al minimo tan- tissime opportunità e potenzialità economiche esi- stenti al suo interno. Un territorio immenso dove si continuano a costruire con un ritmo frenetico dighe, edifici, dove vengono inaugurati progetti di amplia- mento, industrie, fabbriche. La vera “potenza nu- cleare” dell’Iran è la vitalità, il livello di cultura e la forza di un popolo che sta attraversando passo dopo passo la via del progresso. L’Iran oggi è ancora dipen- dente dal suo petrolio, ma anche solo usando il suo tu- rismo - è tra i paesi dove si trovano il maggior numero di reperti storici del Patrimonio culturale mondiale -, potrebbe ottenere guadagni ingenti. Pochi infine sanno che con l’allentamento delle san- zioni l’Iran potrebbe svolgere il ruolo di hub aereo della regione e crocevia del trasporto di passeggeri e merci. È anche il tragitto ideale per far passare gli idrocarburi del Mar Caspio e portarli fino ai mari del Golfo Persico. A mio avviso, l’Iran diventerà uno dei paesi maggior- mente industrializzati, una delle potenze della regione e probabilmente del mondo. Gli americani e gli israe- liani questo lo sanno e non vogliono che accada». I cristiani cattolici hanno un nuovo Papa, che ha scelto un nome ricco di significati positivi: France- sco. Francesco d’Assisi è amato per la sua sempli- cità, la vicinanza agli ultimi e l’amicizia con il Sul- tanomusulmano. Cosa ne pensa? «Nel Corano, nel versetto 82 della sura Al Maeda (o della Tavola Imbandita, la quinta del Corano) si legge questo consiglio rivolto da Dio ai musulmani: “... e tro- verai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo nazareni”, perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia”. Il fatto che i cristiani siano potenziali amici e alleati dei musulmani, è una verità risaputa. Quando Moham- mad, il profeta dell’Islam, era un bambino e accompa- gnava lo zio in un viaggio, venne riconosciuto dal mo- naco cristiano Bahìra a Basra 4 che vide in lui i segni ci- tati da Gesù per il profeta che sarebbe venuto in fu- turo. Ci sono tanti altri tratti della storia che potreb- bero testimoniare la vicinanza tra Islam e Cristiane- simo. Secondo l’Islam, almeno, tutti i profeti della tra- 46 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2013 OSSIER A destra : gente per le vie di Teheran. A destra, in alto , due immagini storiche: la folla acclama l’ ayatollah Ruhollah Khomeini al rientro in patria (1979); lo shah Reza Pahlavi, detronizzato dalla rivoluzione islamica. © Angela Lano

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