Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 47 MC L’ENIGMA IRAN dizione ebraica e cristiana, più altri presentati dal Co- rano, sono messaggeri di un unico Dio e hanno invitato tutti a un’unica religione. Nel mondo di oggi, Papa Francesco (o qualsiasi altro uomo di religione, veramente amante della pace) può fare molto per la nostra Terra. Il mondo è così pieno di ingiustizia, corruzione e male che basta solo fare qual- che passo in avanti per poter dare vita a grandi cam- biamenti. Io posso solo sperare che il nuovo Papa si adoperi per la pace e prego Dio affinché possa guidare al meglio i fedeli cattolici in un mondo che pare ancora riservarci troppe guerre e ingiustizie». • Note: (1) Davood Abbasi, Usa/Iran: ecco la guerra che Obama ha scatenato (italian.irib.ir/analisi/commenti/item/122913) . (2) Si veda: Angela Lano, Dossier primavere arabe, Missioni Consolata , gennaio 2013, reperibile sul nuovo sito web della rivista. (3) Samuel Huntington (1927-2008), politologo statunitense, famoso soprattutto per la sua tesi sullo «scontro di civiltà». (4) Gabriel Mandel Khan, Dizionari delle Religioni , Islam, Electa, p.26. C ontro l’Iran sono in vigore sanzioni economiche, com- merciali, scientifiche e militari. Sono state imposte dal governo degli Stati Uniti o, sotto la sua pressione, dalla comunità internazionale attraverso il Consiglio di si- curezza dell’Onu. Comprendono, tra le altre cose, un em- bargo nei rapporti commerciali con gli Usa e un divieto di vendere aerei o pezzi di ricambio all’aviazione iraniana. Nel 1979, dopo un tentativo di golpe statunitense per rimettere al potere lo shah Reza Pahlavi, un gruppo di studenti isla- mici occupò l’ambasciata Usa a Teheran, tenendo sotto se- questro lo staff diplomatico. L’allora presidente Jimmy Car- ter emise un ordine che prevedeva il congelamento di circa 12 miliardi di dollari di beni iraniani (depositi bancari, oro e altro), 10 dei quali sono ancora in mano agli Usa. Nel 1984 le sanzioni aumentarono dopo l’invasione dell’Iran da parte dell’Iraq (settembre 1980 - agosto 1988), preve- dendo il divieto di vendita di armi, e dei prestiti bancari da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. Nel 1987, il presidente Usa Ronald Reagan emise un decreto che proi- biva attività di import-export con l’Iran per qualsiasi tipo di prodotto o servizio . Durante il governo del presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani (un conservatore centrista aperto al libero mer- cato interno e un moderato a livello di relazioni internazio- nali, favorevole alla distensione dei rapporti con gli Usa e l’Occidente) le sanzioni furono durissime: nel 1995, il presi- dente Bill Clinton emise un ordine che proibiva, prima, le transazioni con le industrie petrolifere iraniane, poi ogni tipo di scambio commerciale. In quell’anno ebbero dunque termine le relazioni di affari tra Usa e Iran. Nel 1996, il Con- gresso Usa approvò l’Atto delle sanzioni contro Iran e Libia (I LSA ) in base al quale le compagnie petrolifere straniere che investissero in Iran oltre i 20 milioni di dollari sareb- bero state soggette a penalità, tra le quali il rifiuto del cre- dito da parte di istituzioni finanziare statunitensi e dell’as- sistenza bancaria per l’import-export. Quando fu eletto il presi- dente riformista Moham- mad Khatami, Clinton al- leggerì le sanzioni, ma nel 2001 l’I LSA fu rinnovato e ratificato dal presidente George Bush. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad, eletto nel 2005, riprese l’arricchi- mento dell’uranio, sospeso in base a un accordo con Francia, Germania e Gran Bretagna. Da allora gli Usa spingono perché le Nazioni Unite sanzionino l’Iran sul suo programma nucleare. Tra il 2006 e il 2010, il Consiglio di sicurezza dell’Onu adottò le risoluzioni 1737, 1747, 1893, 1929 che impongono nuove sanzioni o l’inasprimento di quelle già in atto, per pu- nire il programma nucleare iraniano. Nel luglio del 2010, il presidente Barack Obama ratificò il « Comprehensive Iran Sanctions, Accountability and Di- vestment Act »: tali restrizioni comprendono la cancella- zione dell’autorizzazione per l’importazione di articoli di origine iraniana (tappeti, pistacchi, caviale, eccetera). Un discorso a parte meritano le sanzioni in campo banca- rio. Le istituzioni finanziarie iraniane hanno il divieto di ac- cedere direttamente al sistema finanziario statunitense. Sanzioni vennero imposte nel 2006 alla Bank Saderat Iran in quanto accusata di aver trasferito fondi al movimento di resistenza libanese Hezbollah. Nel novembre del 2007, altre banche iraniane entrarono nel mirino dell’embargo Usa. Vennero inserite nella lista speciale dell’O FAC ( Office of Fo- reign Assets Control ), che riguarda nazioni o entità a cui è negato l’accesso al sistema finanziario statunitense. Le restrizioni bancarie hanno costretto cittadini e piccoli imprenditori iraniani a rivolgersi al mercato hawala *, per bypassare l’embargo e portare avanti le proprie transazioni economiche e finanziare. • (*) Si tratta di un sistema alternativo e informale di trasferimento della valuta basato su un network di brokers . È diffuso in Africa, India e Medio Oriente . 1979-2013 Un embargo lungo 34 anni

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