Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

Il neo-salafismo è un fenomeno in crescita, costi- tuendo una realeminaccia permolti Paesi. «Credo che il neo-salafismo sia frutto del pensiero di alcuni paesi arabi, Arabia Saudita in primis, che ha cercato in qualche modo di salvarsi dalla morte. Spiego perché. Nel 1979, quando in Iran vinse la rivolu- zione islamica guidata dall’Imam Khomeini, l’intero mondo islamico rimase a guardare stupito quella no- vità: quell’Islam che voleva riportare in vita gli inse- gnamenti degli albori del profeta e che non era cor- rotto, laico o occidentalizzato come quello di altre na- zioni. L’Islam iraniano ha veramente rivoluzionato la scena politica della regione. È inutile negare che la regione mediorientale del 1970 è molto differente rispetto a quella del 2000 e ciò soprattutto per merito dell’Iran. Una nazione che nonostante l’aggressione dell’Iraq di Saddam, nonostante le sanzioni e nonostante il “no” grande e grosso detto sempre a Usa e Israele, ha co- struito la sua fortuna contando sulla forza della sua gente. Se tutte le nazioni della regione e persino in Eu- ropa comprendessero che, per essere una nazione forte e indipendente, e non c’è bisogno di essere sud- diti di una qualsiasi potenza del momento, gli Usa per- derebbero il dominio su tante nazioni del mondo». Ma a chi giova la diffusione del fondamentalismo salafita? «L’estremismo islamico è nato come pensiero alterna- tivo e alternativa politica al pensiero sciita iraniano. Per questo gli Usa, con la cooperazione di Arabia Sau- dita e servizi d’intelligence di altri paesi, hanno inven- tato i talebani, i salafiti, i gruppi di combattenti estre- misti. Questi gruppi sostengono di essere rivoluzio- nari, di combattere contro l’ingiustizia, contro le ditta- ture, certe volte anche contro gli stranieri, ma sono manovrati e gestiti proprio da loro. Essi, tra l’altro, non possono nemmeno essere definiti islamici perché AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 45 l’Islam ha una radice che significa “pace” e loro ucci- dendo persino musulmani di altre confessioni (sciiti, sufi, ecc.) hanno dimostrato di non essere assoluta- mente degni di tale appellativo. I gruppi estremisti salafiti, impiegati in Libia, e poi esportati in Siria, e strumentalizzati pure in Mali, hanno una duplice funzione: 1) sono strutture che pos- sono arruolare giovani ignoranti e poveri nei paesi arabi, impedendo loro di trovare vere vie di libera- zione dei propri paesi. In questo modo si garantisce la forza delle monarchie filo-occidentali come quella sau- dita. 2) Questi gruppi hanno ai loro vertici agenti della Cia, del Mossad e dell’MI6 o sono comunque molto vi- cini ai servizi occidentali. Per questo possono essere usati e strumentalizzati per giustificare azioni militari. In pratica gli Usa formano queste entità e le manten- gono più o meno attive per impedire che nel mondo is- lamico si formino autentiche forze rivoluzionarie. In più, possono usare questi “falsi islamici” per azioni di terrorismo che poi servono per giustificare le campa- gne militari di conquista». Qual è il ruolo di Arabia Saudita e Qatar nell’at- tuale scenariomediorientale? «Arabia Saudita e Qatar sono due monarchie trabal- lanti e sanno molto bene che mantenere un simile si- stema di governo nella regione del Golfo Persico tra popolazioni musulmane è tutt’altro che semplice. È noto che dopo il crollo dell’Impero Ottomano, gli in- glesi cercarono di costruire su modello della Corona inglese degli imperi nella regione ed oggi in nazioni come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati, Oman, Giordania osserviamo più o meno la stessa cosa. L’Arabia Saudita, storicamente, ha sempre cercato di impedire l’ingresso di onde modernizzatrici nel suo territorio e nelle nazioni circostanti. A questo ruolo dei sauditi si è unito quello svolto dal Qatar. Entrambi i paesi cercano di alimentare l’estremismo salafita per MC L’ENIGMA IRAN Qui a sinistra , l’entrata di una moschea (si notino i mosaici); sopra , una strada di Teheran. Pagina precedente : l’ex presidente Mahmud Ahmadinejad. © Angela Lano

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