Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2013

luogo prediletto della militanza, e il clima, al contra- rio di quello che si pensa, è molto dinamico. Proprio qualche tempo fa ho potuto constatare come negli atenei vi è una vivacità politica dei giovani, simile a quella che c’era in Italia negli anni ‘60 e ‘80. Nelle università iraniane e negli ambienti della militanza giovanile c’è veramente di tutto. Senza ombra di dubbio l’ambiente più libero per il dibattito politico in Iran è l’università. Ricordo, addirittura, che qual- che anno fa fu organizzato un concerto di un gruppo heavy-metal nell’auditorium dell’Università di Tehe- ran. Il tutto ovviamente era illegale, ma si fece ugual- mente. Mi faceva sorridere molto l’immagine dell’i- mam Khomeini e della Guida attuale, ayatollah Kha- menei, che sovrastava l’ingresso all’auditorium, con i metallari che lepassavano sotto. Anche questo è l’I- ran, un paese strano. Per ciò che riguarda la libertà religiosa devo dire che in Iran, in base alla Costitu- zione, oltre all’Islam (anche sunnita), sono ufficial- mente riconosciute le comunità cristiane, ebraiche e zoroastriane. A Teheran vi sono diverse chiese. Que- sto paese, senza ombra di dubbio, non è retto da un sistema liberaldemocratico, ma il fatto che lo stato sia islamico non vuol dire per forza che viga un re- gime talebano». «PERCHÉ VI FACCIAMO PAURA?» Quella iraniana è una società accogliente e cordiale, con un alto livello scolastico, orgogliosa della propria antica civiltà. L’immagine che si ha viaggiando per il paese, fermandosi a chiacchierare con la gente, visi- tando le sue vestigia storiche, e scoprendo la sua mil- lenaria cultura, è ben diversa da quella dipinta da molti media italiani e occidentali in generale, e dal film premio Oscar Argo , una produzione politica hollywoodiana di mera propaganda, che ritrae gli ira- niani come dei pazzoidi barbuti, violenti e pericolosi. Le domande più frequenti che essi rivolgono a turi- sti, amici e giornalisti stranieri sono: «Perché vi fac- AGOSTO-SETTEMBRE 2013 MC 37 ciamo paura?», «Perché ci odiate?», «Perché ci avete messi sotto embargo?», «Perché pensate che ab- biamo intenzioni belliche nei vostri confronti?». Vogliono capire, nel modo curioso e simpatico che li contraddistingue, le ragioni di tanto livore e sfiducia nei loro confronti. Ragioni a cui non è affatto estra- nea la controversa «questione nucleare», molto enfa- tizzata negli Usa e in Israele e seguita a ruota dal- l’Europa, e che il nuovo presidente dovrà affrontare. IL NUCLEARE, ISRAELE E IL MONDO Spiega bene le cause dei timori occidentali Giorgio Frankel, storico ebreo torinese (morto l’anno scorso), nel suo interessante libro L’Iran e la bomba : «Il profilo comportamentale di un futuro Iran nu- cleare proposto dai media afferma che l’Iran è irra- zionale e fanatico, votato alla distruzione di Israele e alla conquista del mondo, immune da quella fonda- mentale logica della deterrenza che anche durante la Guerra fredda ha assicurato uno stabile equilibrio nucleare a livello globale, e quindi disposto a subire devastanti contrattacchi nucleari pur di poter lan- ciare le sue (future) armi atomiche contro i suoi av- versari. (…) Alcune delle caratteristiche che quel profilo attribuisce all’Iran, come per esempio l’irra- zionalità, la politica estera dominata dal fanatismo ideologico e l’espansionismo potrebbero essere sem- plicemente non vere. L’esperienza storica suggerisce, infatti, che il regime iraniano si muova razional- mente, conduca una politica estera cauta e pragma- tica e non persegua mire espansionistiche». L’Iran ha deciso di arricchire l’uranio al 20 per cento per fini civili, per far funzionare, ad esempio, il Teh- ran Research Reactor che produce sostanze medi- che per i malati. Sia gli Usa e Israele sia l’Europa hanno spesso accusato il Paese di perseguire la ri- cerca nucleare per fini bellici, nonostante le ripetute smentite di Teheran, che ha ricordato che, in quanto firmatario del Trattato di non proliferazione (Tnp) e membro dell’ International Atomic Energy Agency (Iaea), è nel diritto di sviluppare tecnologia nucleare per scopi pacifici. Il braccio di ferro tra le richieste occidentali, pilotate dagli Stati Uniti e Israele, e le rivendicazioni del go- verno iraniano hanno portato più volte crisi tali da far intravedere alle porte una svolta militare, con navi da guerra posizionate nel Golfo Persico, sia da parte americana sia da parte iraniana. Dal canto loro, sia il regime di Tel Aviv sia i falchi del Congresso Usa continuano a spingere verso il con- flitto, ma senza convincere per il momento del tutto né Washington né la comunità internazionale. LA GUERRA INTRAISLAMICA E LA SIRIA L’attuale guerra civile in Siria, oltre a voler abbattere l’ormai difficilmente difendibile (dal punto di vista etico-morale) regime di Bashar el-Assad, si inserisce nel contesto dei conflitti regionali volti a indebolire l’Iran e il movimento sciita libanese Hezbollah, alleati di Damasco, e a destabilizzare i grandi interessi russi e cinesi in Medio Oriente. Il caos creato dalla guerra civile intra-islamica ( fitna , disaccordo, disputa, fino alla guerra) tra sunniti e sciiti, avversari storici dai tempi della lotta per la MC L’ENIGMA IRAN © AFP_Ho / Khamenei Ir - Continua a pagina 40 -

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