Missioni Consolata - Luglio 2013

tia), secondo la scala Canadian Problem Gambling Index Short Form . Da questa indagine è emerso che il giocatore una tan- tum è uomo, tra i 25 ed i 44 anni, con un livello di istruzione medio alto, vive da solo o con amici e ha un lavoro affermato (imprenditore dirigente, ecc). Giocano meno le casalinghe, i pensionati e le per- sone con figli oppure i commer- cianti e i liberi professionisti. So- stanzialmente è emerso che un li- vello socio-economico alto è maggiormente associato al gioco d’azzardo. Però sono le persone con un basso livello economico ad essere più frequentemente gioca- tori problematici. Sono inoltre state riscontrate significative cor- relazioni tra il gioco d’azzardo ed il consumo di alcol, di fumo e/o di droghe. Inoltre il gioco è spesso associato a varie tipologie di com- portamento aggressivo e talora alla pregressa perdita di denaro o di oggetti di valore. Nello studio è stato chiesto alle P oker Face , faccia da poker. Il titolo della famosissima canzone di Lady Gaga sinte- tizza in due sole parole gli aspetti, che caratterizzano un giocatore incallito. Certamente si tratta di un’esagerazione, poiché esterior- mente non ci sono elementi per distinguere un giocatore da chi non gioca, tuttavia diversi studi sociologici, psicologici e neuro- biologici hanno permesso di indi- viduare nei giocatori compulsivi precise caratteristiche che li di- stinguono da coloro che non gio- cano o che giocano senza dipen- denza. PIÙ PERDI, PIÙ GIOCHI Per conoscere meglio i comporta- menti legati al gioco ed alle altre dipendenze degli italiani, nel biennio 2007-08 è stato condotto a livello nazionale lo studio Ipsad ( Italian Population Survey on Al- cohol and other Drugs ), un’inda- gine statistica («di prevalenza») effettuata mediante la distribu- zione di un questionario per rac- cogliere informazioni sui compor- tamenti di dipendenza ( addiction ) nella popolazione generale, se- condo gli standard metodologici definiti dall’«Osservatorio euro- peo sulle droghe e tossicodipen- denze» (Emcdda) di Lisbona. In particolare per quanto riguarda il gioco sono state raccolte informa- zioni sull’abitudine a giocare de- naro, sull’intensità della propen- sione al gioco, sul «gioco d’az- zardo patologico» (Gap, o ludopa- persone quanto disapprovino chi gioca e quanto pensino sia ri- schioso giocare. Si è visto che nei giocatori è presente una minore percezione del rischio del gioco e una minore disapprovazione. Un fenomeno diffuso è la «rin- corsa della perdita», cioè molti giocatori problematici tornano spesso a giocare per tentare di recuperare il denaro perso. Per quanto riguarda la diffusione dell’abitudine al gioco a livello na- zionale, si gioca di più nel Sud Ita- lia, soprattutto in Molise, Campa- nia e Sicilia, mentre le regioni in cui si gioca meno sono risultate la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. Tra i giochi, che vanno per la maggiore, le macchine elettroni- che ( slot machines ) rappresen- tano quasi la metà del comparto dei giochi pubblici e sono seguite, come volume d’affari, dal supere- nalotto, dalle lotterie istantanee e telematiche, dalle scommesse sportive ed infine dal bingo. IL GIOCO D’AZZARDO (seconda parte) Giocare d’azzardo può diventare molto perico- loso. Per sé, per i propri familiari, per la società. Come si diventa «malati di gioco»? Chi è più a rischio? Come si può guarire? FACCIA DA POKER Nostra Madre Terra di Rosanna Novara Topino 76 MC LUGLIO 2013

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