Missioni Consolata - Luglio 2013

La sua «campagna», orchestrata con ogni probabilità assieme ad alcuni settori della politica e delle forze armate, cade in un vuoto di moralità e di legittima- zione dell’organizzazione mona- stica buddhista. Tra i 500mila monaci ci sono infatti molti che nei monasteri hanno trovato un rifugio da povertà, violenza, emarginazione. Giovani uomini con un’infarinatura di fede e uno scarso bagaglio dottrinale pronti a scaricare rabbia e frustrazioni sui bersagli loro indicati. RISCHI DI CONTAGI Per Shwe Nya Wa, abate buddhi- sta a Mandalay, un moderato, la situazione segnala come qual- cuno voglia accendere seri pro- controllo diretto delle autorità centrali. Suscita meraviglia e at- tira critiche anche il silenzio di Aung San Suu Kyi, spiegabile forse con la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2015, o con la coerenza verso il suo im- pegno a lavorare per la riconci- liazione piuttosto che per la sot- tolineatura di fratture già pre- senti nella composita società birmana. In ogni caso, pochi sembrano gli spazi per una solu- zione pacifica e duratura. Anzi, il rischio è che le violenze si allar- ghino, anche davanti all’evidente impotenza della comunità inter- nazionale che ha - significativa- mente - lasciato cadere buona parte delle sanzioni verso il go- verno erede del regime che per oltre 50 anni ha fatto affondare il paese nella violenza e nella po- vertà. Come sia possibile che il mo- naco Ashin Wirathu sia emerso come referente del buddhismo violento e xenofobo in Myanmar, pochi lo spiegano, ma colui che nel 2012, appena rilasciato dopo nove anni di carcere per incita- mento all’odio religioso, si era dichiarato «il Bin Laden bir- mano», da un anno spinge il suo «Gruppo 969» a propagandare l’intolleranza nel paese. blemi nel paese per spingere il governo a intervenire con du- rezza, come un tempo, e per confermare la «debolezza» della democrazia e delle sue istitu- zioni già insinuata dagli abusi di vario tenore verificatisi grazie al- l’eliminazione del blocco degli investimenti stranieri che ha portato nel paese investitori isti- tuzionali e occasionali, pubblici e privati. Davanti a oltre 300 morti e 140mila profughi dal giugno 2012, appare chiaro che non solo la situazione è fuori controllo, ma è anche forte il rischio di un «contagio» alla vicina Thailan- dia, anch’essa in maggioranza buddhista, dove il conflitto in corso da tempo nel Sud tra forze Libertà Religiosa 70 MC LUGLIO 2013 © Af. MC/P. Pescali © Af. MC/P. Pescali © rkradhakrishnan.com

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