Missioni Consolata - Luglio 2013

sultati economici ai cinque anni alla Casa Blu di Seul del presi- dente Lee Myung-bak, fautore di una linea intransigente contro il Nord. I lavoratori nordcoreani sono impiegati da 123 piccole e medie imprese del Sud, ora messe sul lastrico dal blocco della produzione. Come ha spie- gato una fonte interna al sito Daily Nk , vicino agli esuli nordcoreani, il gesto è stato dettato da motivi di propaganda. Quanti a Nord del 38esimo parallelo sarebbero stati disposti a credere all’eventualità che la Corea del Sud potesse at- taccare il regime con Kaesong an- cora in funzione? D’altra parte, se i sudcoreani hanno manodopera a basso costo, per il Nord, Kaesong rappresentava una fonte di gua- dagno e valuta. Il regime trattiene per sé parte dei salari dovuti agli operai, che vanno invece a rim- pinguare le casse di Pyongyang. L'ultimo incasso sono stati i 10 milioni di dollari che il regime si è fatto consegnare per consentire di tornare a casa agli ultimi sette sudcoreani bloccati nell'impianto dopo che anche Seul aveva deciso di richiamare i suoi. Soldi che do- vevano coprire gli stipendi di marzo e le tasse e che il Sud ha mandato in contanti, quasi fos- sero una sorta di riscatto. «Il 99 per cento della propaganda nordcoreana è rivolta a un pub- scandita dalla minaccia di un at- tacco nucleare preventivo contro gli Usa il 7 marzo; il giorno se- guente è avvenuto il taglio della li- nea di comunicazione d’emer- genza di Panmunjom (il villaggio al confine tra le due Coree dove fu firmata la tregua) e infine il ri- pudio dell’armistizio che mise fine alla guerra del 1953 e che di fatto, in assenza di un trattato di pace, regola le relazioni all’interno della penisola coreana. KAESONG Un mese dopo la Corea del Nord prendeva la decisione forse più si- gnificativa della recente crisi: il ri- tiro dei suoi 53mila lavoratori da Kaesong, il complesso industriale inter-coreano nell’omonima città, una decina di chilometri a nord della zona demilitarizzata ( cfr. Glossario ). Kaesong è considerato uno dei frutti più duraturi della politica di distensione tra le due Coree dell’inizio degli anni Due- mila. Una sorta di «canarino nella miniera» circa le relazioni tra Pyongyang e Seul, capace di resi- stere anche alle crisi più gravi come l’affondamento della cor- vetta Cheonan nel marzo di tre anni fa, nel quale persero la vita 46 marinai del Sud o il bombarda- mento sull’isola di Yeonpyeong nel novembre successivo, che fece quattro morti di cui due civili. Sopravvisse inoltre con buoni ri- blico interno - ha spiegato James Pearson, direttore a Seul del sito Nk News , da noi contattato -. Ci sono ovviamente eccezioni alla regola, come le recenti minacce dirette alle basi statunitensi nel Pacifico, ma il linguaggio estremo usato in questo periodo non è fuori luogo rispetto a quanto la stampa nordcoreana pubblica normalmente. Gli articoli della Knca riprendono normalmente quelli del Rodong, il principale quotidiano del paese. Sono pezzi scritti da esponenti del Partito per altre persone del Partito. Spesso gli autori temono per la loro sicu- rezza e legittimazione, perciò usano un linguaggio aggressivo e provocatorio». È la propaganda nordcoreana in- terna, ha confermato Roger Cava- zos, analista del Nautilus Insti- tute . Secondo l’esperto interna- zionale la propaganda nordco- reana segue principalmente quat- tro direzioni: istituzionalizzare il carisma del leader, sostenere l’i- deologia politica, cementare la successione dinastica della fami- glia Kim oggi alla terza genera- zione con il trentenne Kim Jong- un, figlio del caro leader Kim Jong-il (morto nel dicembre 2011) e nipote del fondatore dello Stato, Kim Il-sung (morto nel lu- glio 1994); convertire l’intero Paese alla sfera politica. LUGLIO 2013 MC 57 # A sinistra : la piazza dedicata a Kim Il- sung, a Pyongyang. A destra : panorama di Pyongyang, capitale del paese. # Pagina precedente, in basso : la statua (enorme) di Kim Il-sung, padre della patria. MC ARTICOLI

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