Missioni Consolata - Luglio 2013

di sostenitori in Angola, il che si- gnifica che la maggioranza degli angolani appoggia dos Santos e si riconosce nelle sue politiche. Questo non vuol dire che non esistano contestatori, soprat- tutto rispetto ad alcune politiche in relazione con il processo di in- clusione sociale. Ma global- mente lui ha tanti supporter». Cosa ci può dire rispetto alla so- cietà civile in Angola? «La società civile è emergente in Angola. In questi anni iniziano a nascere istituzioni che lavorano su temi specifici, per esempio i diritti umani, l’uguaglianza so- ciale, gli obiettivi del millennio, la riduzione della povertà. Storica- mente la società civile pensava di essere contro il governo e agiva in modo non allineato e disarti- colato con le necessità della po- polazione, a diversi livelli. Questo generava diversi conflitti, e fa- ceva in modo che il governo non le desse spazio per condurre le proprie attività normalmente. Oggi la società civile inizia a es- sere in linea con le attese della popolazione e si è creato uno spazio di dialogo con il governo. Ad esempio è grazie all’inter- vento delle associazioni che il go- verno ha creato un segretariato dei diritti umani. Vediamo così segnali positivi nelle realizzazioni della società civile». Ci parli allora del rispetto dei di- ritti umani in Angola? C’è libertà di stampa? «I diritti umani stanno evolvendo in Angola, per esempio la pena di morte è stata abolita da pa- recchio tempo. Una parte dei di- ritti civili iniziano a essere rico- nosciuti: come il diritto alla casa, alla salute, all’educazione, alla cura dei figli e degli anziani, che sono la parte più vulnerabile di ogni società. Iniziano a esserci investimenti e anche alcuni pro- gressi a livello di legislazione che regola alcune questioni del cittadino. Si osserva un migliora- mento. Intanto però continuano violazioni di alcuni diritti di base, come il diritto a manifestare, molte volte represso dalla poli- zia. Questo condiziona i pro- gressi registrati. Si deve inten- dere la questione dei diritti umani come un processo e so- prattutto un mutamento di men- talità da parte di chi detiene il potere politico. Per quanto riguarda la libertà di stampa dipende dal livello di ANGOLA 22 MC LUGLIO 2013 analisi. Ad esempio esistono vari giornali privati, radio e canali di televisione. Il più grande partito di opposizione, l’Unita, ha una radio che è autorizzata a Luanda 24h/24. Ma questo non significa che tutto sia perfetto, come per i diritti umani. È necessario lavo- rare di più per migliorare la li- bertà di stampa. Ad esempio nella radio e nella televisione pubblica o statale, alcuni pro- grammi sono censurati. Ma esi- stono segnali di miglioramento nel trattamento di questi temi da parte del governo». Ci sono problemi di libertà reli- giosa in Angola? «No, in Angola non esistono pro- blemi di libertà religiosa. Il 90% della popolazione è cristiana e sono state costruite alcune mo- schee che stanno funzionando, svolgono il culto e non hanno mai avuto problemi. Probabil- mente esiste troppa libertà, per- ché ogni giorno che passa na- scono nuove sette religiose, che creano grande confusione nel cittadino comune». Marco Bello Sull’Angola MC ha pubblicato «Piedi a mollo nel petrolio», febbraio 2010.

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