Missioni Consolata - Luglio 2013

VIA DALLA STRADA, VIA DALLE TENTAZIONI Il bairro (quartiere) si chiama Cri- sto Redentor. Il Caij è in un’ampia costruzione circondata da mura color verde pallido. «Non è una scuola - ci spiega pa- dre Pasquale -, ma un centro d’accoglienza per ragazzi dai 7 ai 18 anni provenienti da famiglie povere e con problemi. Arrivano da noi quando non c’è scuola. È un modo per evitare che stiano sulla strada, dove ci sono molti pericoli, soprattutto quelli legati alla droga (consumo e spaccio). Come in tutto il Brasile, anche qui si può comprare una dose di crack , maconha o cola con un solo real 2 ». Il Caij ospita 560 ragazzi, a cui viene offerto tutto: lo svago, i pa- sti, l’assistenza. E poi un aiuto scolastico in accordo con gli isti- tuti. Un impegno notevole, come dimostrano le 30 persone che vi lavorano. Entriamo. Una targa affissa al muro ricorda che il padiglione del Caij è stato costruito con risorse provenienti da Spagna, Italia, Slo- venia e Belgio. Le aule sono state costruite at- torno a un campetto sportivo, protetto da una copertura e do- tato anche di una piccola tribuna. È occupato da un folto gruppo di ragazze e ragazzi che, divisi in gruppi, stanno gareggiando ac- compagnati dal sottofondo musi- cale regalato da un’orchestrina. «Gli istruttori sono ragazzi cre- sciuti qui dentro, che ora sono di- ventati volontari», spiega padre Pasquale. Entriamo nel refettorio. La cucina è divisa dalla sala mensa da un semplice muretto. Tre donne - Maria, Cristiane e un’altra Maria - stanno preparando il cibo per l’imminente pranzo. Tutto è ordi- nato e pulitissimo. Sui fornelli, posti al centro della cucina, bol- lono alcune pentole: carne, ver- dure, gli immancabili fagioli. Una cuoca è intenta a spellare cipolle e spicchi di aglio. Un’altra sta preparando un impasto. «Se vuoi punire un ragazzo, digli che an- drà a casa senza pranzo» rac- conta sorridendo padre Pasquale. Il comune di Corumbá offriva il cibo fino a gennaio 2013, poi ha smesso per - così è stato spie- gato - problemi di bilancio. Accanto al Caji, c’è la struttura del Cripam. Si tratta di un ospe- daletto diurno per minori denu- triti da 0 a 6 anni. Uno dei pochi esistenti in Brasile. Entriamo in una stanza dove ci sono una quindicina di bambini, alcuni dei quali con problemi psi- comotori. Stanno giocando sotto lo sguardo vigile delle maestre. «Andiamo a prenderli ogni mat- 14 MC LUGLIO 2013 tina con un pullmino. E la sera li riportiamo alle loro case» spiega padre Pasquale. Nelle stanze a fianco, disposte in file ordinate, ci sono una trentina di culle di colore bianco. Ventila- tori al soffitto, pareti rallegrate con disegni colorati, giochi. Non manca nulla. È ora di mangiare. Le maestre mettono i più piccoli sui seggio- loni e i più grandicelli sulle sedie attorno al tavolo. Un paio deb- bono essere presi in braccio a causa dei problemi fisici. Prima di uscire, c’è tempo per un’altra sorpresa. Scopriamo che in una sala si preparano gelati. «È un modo per autofinanziarci», spiega padre Pasquale. I gelati si chiamano Sabor da solidarie- dade , il sapore della solidarietà. VOLONTARIE L’ultima tappa del nostro tour al- l’interno dell’organizzazione fon- data da padre Pasquale è alla Casa Irma Marisa Pagge, così # A sinistra : l’entrata della «Città Don Bosco», a Corumbá. Sotto : padre Pasquale Forin mostra i gelati Sabor da solidariedade , prodotti e venduti per finanziare i progetti.

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