Missioni Consolata - Dicembre 2012

Santa Chiara, insieme a San Francesco, è stata indicata dal papa Benedetto XVI come figura da additare ai giovani che parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù, che si cele- brerà nel mese di luglio 2013 a Rio de Janeiro (Brasile). Chiara era la ragazza acqua e sapone - come dice papa Ratzinger - che si specchiava negli occhi di Francesco. Abbiamo voluto scam- biare quattro chiacchiere con lei, e quello che ne viene fuori è un’immagine di giovane donna e di santa diversa da come ce la presenta una certa agiografia un po’ dolciastra. doci dei loro problemi e di quello che passava loro in cuore. Spesso e volentieri si fermavano con noi a pre- gare, chiedendo al Signore di capire il disegno che lui aveva su ogni persona. Dal monastero hai difeso Assisi dagli invasori saraceni che si erano spinti fin nel cuore del- l’Umbria cercando di saccheggiare e rapire giovani per venderli come schiavi. Nell’affron- tarli hai dimostrato molto coraggio. Certamente, con l’Eucaristia in mano ero molto deter- minata a difendere la mia comunità e la città di Assisi: una luce abbagliante si sprigionò dall’Ostia consa- crata racchiusa nell’ostensorio e i saraceni rimasero impressionati da quel fenomeno, che per me era un miracolo, fatto sta che si ritirarono da Assisi. Chiara, parlaci un po’ di te… Sono nata ad Assisi in una famiglia nobile alla fine del dodicesimo secolo, negli anni in cui nella città umbra viveva anche Francesco; le nostre famiglie appartene- vano alla classe alta della città e noi eravamo desti- nati a una vita agiata, in un tempo in cui la maggior parte della gente viveva di stenti. Cos’è che ti attirava in Francesco? Non ero la sola ad essere attratta dall’esempio di quel giovane che, da ricco che era, si era fatto povero, la- sciando una casa lussuosa per una dimora umile. Quel suo modo di fare ha permesso a lui e a chi ha se- guito il suo ideale di trovare quella ricchezza interiore che avrebbe in seguito dato serenità e felicità allo spi- rito inquieto di tanti giovani. Tu eri decisa a imitarlo. La notte del 18 marzo 1212, quando avevo diciotto anni, sono scappata di casa, l’ho raggiunto alla Por- ziuncola, volendo vivere poveramente come lui, e per affermare questa scelta mi sono fatta tagliare i miei lunghi capelli biondi: rasata come l’ultima fantesca di Assisi. Scelsi di farmi serva di Dio e di mettermi al suo servizio e al servizio dei più poveri. Francesco mi vestì con un rozzo abito cinto da una corda alla vita e mi mise un velo sulla testa. Il desiderio di seguire Cristo nel modo di Francesco era ormai esaudito. Ma... anche oggi ci sono ragazze che scappano di casa. Sì, ma diventano schiave dell’avere, del possedere, hanno troppo, hanno tutto, seguono la moda, hanno i telefonini, ma soprattutto sono chiuse in un egoismo che genera solo infelicità. Tu invece sei fuggita per chiuderti in un mona- stero. Una «chiusura» che mi ha aperto al mondo, tant’è vero che molte persone facevano riferimento a me e alle sorelle che si sono unite al mio cammino per vi- vere il dono dell’essenzialità e della povertà, parlan- 78 MC DICEMBRE 2012 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con... MC RUBRICHE 7. SANTA CHIARA D’ASSISI # Sopra: una scena del musical «Francesco e Chiara, il disegno di Dio». A destra: santa Chiara (1193-1253), affresco di Simone Martini nella basilica di san Francesco ad Assisi.

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