Missioni Consolata - Dicembre 2012

77 MC DICEMBRE 2012 I documenti sono sempre più ar- ticolati, gli studi sempre più ap- profonditi, ma la cooperazione è sempre più debole. L’allarme arriva innanzitutto dal- l’Onu. Il Segretario generale Ban Ki Moon invoca l’impegno dei governi: se gli aiuti continueranno a dimi- nuire, tutti i progressi fatti per rag- giungere gli Obiettivi del millennio si arresteranno. La crisi, che colpisce i paesi del Nord, ha effetti terribili anche nei paesi del Sud: si riducono i fondi per la cooperazione, decrescono gli investimenti, calano le rimesse dei lavoratori emigrati. La crisi travolge le famiglie e i la- voratori dei paesi ricchi, ma anche i poveri e gli affamati del mondo. Dato che il mercato globale non si occupa di loro, e neppure i governi corrotti dei loro paesi, la loro vita dipende dalla cooperazione, dalle Ong, dalle organizzazioni religiose, dalle agenzie dell’Onu per lo svi- luppo, dalla Commissione euro- pea, primo donatore mondiale. O ggi si potrebbe realizzare la migliore cooperazione possi- bile perché, mai come in que- sto periodo, la cooperazione è stu- diata, monitorata, partecipata, pro- grammata, ma le iniziative e i pro- getti vengono ridimensionati o in- terrotti per mancanza di finanzia- menti. I soldi promessi dai governi nelle conferenze internazionali non vengono versati. In questo l’Italia ha un primato scandaloso: dopo aver proposto e istituito nel G8 del 2001 il «Fondo globale di lotta al- l’Aids, alla tubercolosi e alla mala- ria», ha stanziato i fondi necessari per un paio di anni e poi ha chiuso i rubinetti. Stessa cosa è successa per il «Fondo della sicurezza ali- mentare» annunciato con le fan- fare al G8 de L’Aquila di due anni fa e mai partito. Sono scelte che pesano sulla cre- dibilità del nostro paese, che lo espongono alle critiche delle altre democrazie, che lo allontanano dai paesi partner del Sud del mondo. Questa evidente mancanza ha fatto dire al Presidente del consiglio Mario Monti che «la cooperazione è un intervento strategico» e al Presidente della Repubblica Gior- gio Napolitano, entrambi interve- nuti al Forum sulla cooperazione, tenutosi a Milano in ottobre, che «la cooperazione è politica estera nel senso più elevato e nobile». Interventi applauditi dai quasi due- mila partecipanti, tra cui cinque ministri, sindaci, rappresentanti istituzionali, Ong, studenti di lauree specialistiche, enti locali. Una massa incredibile di persone che ha ascoltato e discusso per due giorni un tema che per anni è stato trascurato non solo nell’a- genda politica, ma anche dal dibat- tito culturale. U n tema fuori moda che la te- nace volontà e l’ambizione politica del ministro Andrea Riccardi ha portato alla ribalta di giornali e televisioni. In precedenza non c’era mai riu- scito nessuno, anche se qualcuno, come la viceministro Patrizia Sen- tinelli dell’ultimo Governo Prodi ci aveva provato con grande dedi- zione. Rilanciare la cooperazione presso istituzioni e opinione pub- blica: questo è stato il primo risul- tato dell’evento milanese, che ri- schia però di essere l’ultimo se alle parole non seguono i fatti. M a quali fatti? Quelli indicati nelle numerose raccoman- dazioni dei dieci gruppi che hanno preparato il Forum con un lavoro meticoloso, approfondendo tanti aspetti: l’intervento nelle aree di crisi, priorità geografiche, l’aiuto multilaterale e quello bilaterale, il legame con l’immigrazione, il ruolo del settore privato, lo sviluppo oltre gli Obiettivi del millennio. Oppure i fatti vantati dall’ammini- stratore delegato di Eni, Paolo Sca- roni, che ha fatto passare per coo- perazione la lucrosa attività estrat- tiva che la sua società realizza in Nigeria, tra le contestazioni delle organizzazioni ambientaliste e di difesa dei diritti umani? I fatti della coraggiosa Rossella Urru che ha scelto di donare la sua giovinezza ai rifugiati saharawi o i fatti del presidente del Burkina Faso, Blaise Campaorè che ha par- lato dalla tribuna d’onore, ma che nel 1987 aveva assassinato Tho- mas Sankara il presidente profeta, che aveva fatto sognare ai popoli d’Africa il futuro e la libertà? Quali fatti? Questa è la domanda che rimane nell’aria, calato il sipa- rio sul Forum di Milano, la risposta dipende anche da noi che nella cooperazione crediamo e ci impe- gniamo. Sabina Siniscalchi COOPERAZIONE, ULTIMO SHOW L’1 e 2 ottobre scorso si è tenuto a Milano il primo Forum della coopera- zione internazionale voluto dal ministro Riccardi. Molte le personalità pre- senti (anche controverse) e grande la partecipazione. Ma dopo, cosa resta? Eticamente di Sabina Siniscalchi, Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA MC RUBRICHE

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