Missioni Consolata - Dicembre 2012

Emma Bonino, che ha ricordato che il ritornello della coopera- zione come lusso sia in realtà vecchio di 30 anni e ha auspicato che la cooperazione si concentri sulla giustizia e vada al di là della carità. Infine, è apparso limitato lo spa- zio concesso alle comunità di im- migrati e, in generale, alle voci dei Paesi del sud del mondo così come ridotto è stato il peso delle testimonianze di chi lavora sul campo, fatta eccezione per l’in- tervento, molto applaudito, di Rossella Urru, la cooperante sarda rapita in Algeria e liberata lo scorso luglio dopo nove mesi di prigionia. Fuori dal Piccolo Teatro Strehler di Milano, dove si sono svolte le sessioni plenarie del forum, alla fine erano in tanti a storcere la bocca e stringersi nelle spalle. Incontrarsi e discutere era una esigenza sentita da tutti, ma ora si apre la fase più difficile sia per la società civile che per le istitu- zioni. Si tratta cioè di riportare la cooperazione fra le priorità di una classe politica che l’ha spesso dimenticata o strumenta- lizzata e di trovare il linguaggio per comunicare e raccontare la solidarietà internazionale ai cit- tadini (ed elettori), perché da mondo lontano ed esotico diventi parte della quotidianità. La società civile, Ong in testa, dovrà dare prova di coraggio e audacia per uscire da quella che il ministro Riccardi ha definito sindacalizzazione delle relazioni fra Ong e istituzioni e fare da forza propulsiva in una società dove i confini fra «qui» e «là», fra «noi» e «loro» sono sempre più labili. mento occasionale per ripulire la loro immagine danneggiata dalle accuse di corruzione e abusi. A queste critiche gli organizza- tori istituzionali del forum hanno risposto dicendo che grazie a tali sponsor è stato possibile mettere in piedi l’evento a costo zero senza ricorrere a denaro pub- blico; ma le Ong hanno ribattuto che si poteva tentare di cercare insieme alternative che non im- plicassero il ricorso ad aziende così discusse e criticate. Poco prima del forum, inoltre, era apparso un articolo di Andrea Stocchiero (rivista Volontari per lo sviluppo) che indicava una se- rie di realtà - fra cui il mondo missionario - fra i grandi assenti al dibattito e metteva in guardia dal rischio di autoreferenzialità del forum. Questi temi sono poi di nuovo emersi nelle due giornate mila- nesi ma non hanno avuto modo di essere sviscerati e dibattuti: i panel , o sessioni tematiche, non hanno infatti generato un vero confronto fra relatori e platea e la sensazione di massima è stata quella di uno scambio di idee fin troppo addomesticato. Durante le sessioni plenarie, alcuni inter- venti avevano toni auto-celebra- tivi e i relatori parevano più con- centrati sul ritorno di immagine per l’ente che rappresentavano che sullo sforzo di dare risposte concrete. Diverse critiche sono state ri- volte all’intervento (e alla pre- senza stessa) dell’ad di Eni, Paolo Scaroni, e alla scelta di so- prassedere sul passato non pro- prio limpido del presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré. Apprezzato invece l’intervento di DICEMBRE 2012 MC 75 MC RUBRICHE FRASI-CHIAVE DEL FORUM « F are cooperazione è oggi un imperativo etico di solida- rietà ma è anche e soprat- tutto un investimento strategico in termini di sicurezza nazionale e in- ternazionale, di gestione dei flussi migratori, di protezione dell’am- biente, di sicurezza energetica, di promozione di opportunità econo- mico-commerciali per le imprese italiane, di autorevole partecipa- zione del nostro Paese nei princi- pali fora internazionali e nella ge- stione dei temi globali». ( MarioMonti ) « V oi siete un’Italia migliore che non teme il mondo, non si rassegna all’as- senza di sviluppo, vuole che si cre- sca insieme a tutte le latitudini. In- deboliti dalla complessità della glo- balizzazione, non avete perso la speranza come mostrano i vostri progetti. Avete mostrato tenacia e fantasia, mettendo in luce come la solidarietà non dipende solo dalle risorse. L’isolamento deve finire. Il tuo progetto, la tua iniziativa, an- che se piccola, è una risorsa se in- serita liberamente in un grande di- segno. Quel disegno che vogliamo delineare perché il progetto di ognuno non sparisca». ( Andrea Riccardi ) « V orrei ribadire ancora una volta, in questa congiun- tura storica così difficile, da sarda che ha sempre conosciuto la crisi, la disoccupazione e l’emi- grazione, che la dignità che mi sta a cuore non è solo là dall’altra parte del mare, ma anche qua perché sono ben cosciente che, come mi ha detto un anziano una volta, “non si può guarire un cieco dandogli i pro- pri occhi: ci sarà sempre un cieco, che sia tu o che sia l’altro”. E la coo- perazione di cui parlo, non sacrifica nessuno, ma crea ricchezza condi- visa. Ci sono immense possibilità di collaborare e fare cooperazione a diversi livelli: per individui, per pic- cole e medie imprese, per Stati, per Regioni, al solo patto di condivi- dere principi fondamentali quali il rispetto dell’ambiente, dell’uomo, delle culture e delle leggi». ( Rossella Urru )

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