Missioni Consolata - Dicembre 2012

DICEMBRE 2012 MC 43 MC NATALE POSSIBILE mazione delle relazioni, tra persone, tra lavoratori, tra residenti, tra produttori, commercianti, e acqui- renti, tra paesi, tra Nord e Sud del mondo. Lavorare per passare da rapporti di forza, di dominio e sfrutta- mento, ad altri, basati sullo scambio equo e vicende- volmente arricchente. Il nome stesso del luogo in cui ci troviamo, spiegato dal sito web della cooperativa (www.cooperativaisola.org) , ci comunica questo ideale: «Ken Saro Wiwa, poeta nigeriano, nonviolento, nobel alternativo per la pace, è stato ucciso dal go- verno militare nigeriano il 10 novembre 1995 insieme ad altri otto attivisti per il suo impegno pacifico nella difesa della propria gente, gli Ogoni, dalla distruzione del loro ambiente, e nella rivendicazione dell'autode- terminazione delle proprie risorse, reclamando i di- ritti di tutte le genti del delta del Niger». LAVORO SOLIDALE Gian Paolo ha 42 anni, è sposato con Sandra ed è pa- dre di Laura e Martino, di 12 e 10 anni. Dopo aver la- sciato un posto di lavoro sicuro con uno stipendio più IL REGALO ALTERNATIVO SECONDO GIAN PAOLO DI CASA WIWA OSARE NON USARE T ESTO E FOTO DI L UCA L ORUSSO «Io direi, per Natale non fate regali». Parola di «bottegaio»! O meglio, fateli: equi, solidali, biologici, ma nella sobrietà, resistendo al consumi- smo - anche a quello equosolidale -, prendendo l’acquisto del regalo come un’occa- sione per diventare più liberi e per dare un segno di speranza a chi lo riceverà. Abbiamo incontrato Gian Paolo, che legando le proprie scelte di sobrietà alle dina- miche dell’economia globale, illustra «un altro regalo possibile», per un «altro Na- tale», più evangelico. P er arrivare alla bottega emporio Casa Wiwa, della cooperativa sociale Isola, bi- sogna avere una cartina dettagliata e, giunti in prossimità, una buona capacità di osservazione per scorgere in un angolo della piazzetta Europa Unita, a Collegno, appena fuori Torino, dietro un cancelletto (sempre aperto) un cartellone indicante la direzione da pren- dere. Una rampa che scende sotto il livello della strada ci fa arrivare in un «sotterraneo» colorato e odoroso, pieno di prodotti che hanno, ciascuno, una storia da raccontare. Gian Paolo Vallaro, ragioniere, socio e consigliere della cooperativa, responsabile del progetto di fi- nanza responsabile di Isola, «operatore» di Casa Wiwa, ci accoglie gentile e premuroso e ci introduce nel suo ufficio ingombro di carte, libri, faldoni e qual- che prodotto alimentare e di artigianato. Mentre ci prepariamo per la nostra chiacchierata, Juan, il presidente della cooperativa, ci spiega che la location dell’emporio in un quartiere popolare, in pe- riferia, lontana da vie commerciali e da vetrine illumi- nate, è stata una scelta precisa: essere presenti in un contesto di difficoltà con una proposta di relazioni al- ternative. Nell’attività di Casa Wiwa, infatti, il com- mercio non è il fine, ma un mezzo. Il fine è la trasfor-

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