Missioni Consolata - Dicembre 2012

RESISTERE E RESTARE Il primo messaggio che il Papa ha rivolto ai cristiani del Libano e del Medio Oriente è quello di restare e testimoniare la fede in Cristo nel proprio paese, ripe- tendo l’invito accorato risuonato durante il Sinodo del 2010: re- stare nelle «terre sante», dove è vissuto il Figlio di Dio e sono fio- rite le prime comunità cristiane, è per i cristiani una missione e un privilegio ( cfr. MC 2012, n.7, p. 16ss ). Negli ultimi decenni, nei paesi mediorientali la presenza cri- stiana si è più che dimezzata: persecuzioni, emarginazioni economiche e sociali, guerre e violenze... hanno spinto moltis- simi cristiani a emigrare in paesi più liberali di altri conti- nenti. La cosiddetta «primavera araba» non ha migliorato la si- tuazione; anzi, essa sembra di- ventata più allarmante per i cri- stiani, da quando gli islamisti hanno preso il potere in Tunisia, Egitto, Libia, e rischiano di prenderlo in Siria. In questo paese, soprattutto, la situazione è diventata drammatica: decine di persone vengono uccise ogni giorno e per i cristiani sembra valgono incomprensioni, tensioni e scontri. Per questo, parlare al Libano significa parlare ai popoli di tutto il Medio Oriente e a tutti i cristiani mediorientali sparsi nel mondo. non esserci altra scelta che fug- gire o farsi uccidere. La pre- senza cristiana in Medio Oriente ha una missione specifica: testi- moniare ai musulmani il van- gelo; in questo i cristiani arabi sono i più idonei, poiché hanno 10 MC DICEMBRE 2012 # Alcuni patriarchi delle chiese cattoliche in Libano: ( dall’alto) Béchara Boutros Rai, dei maroniti; Gregorio III Laham, dei greco-melchiti; Nerses Bebros XIX Tarmouni, degli armeni; Ignazio Youssif III Younan dei siriaci. # A destra: incontro del Papa con i giovani cattolici libanesi, davanti alla chiesa patriarcale dei Maroniti a Bkerke (15-9-2012). # Pagina accanto: Benedetto XVI con i quattro capi musulmani (sciiti, sunniti, alawiti, drusi). I n Libano i cristiani sono 2 mi- lioni circa, organizzati in 5 comunità principali: catto- lica, ortodossa orientale, greco ortodossa, assira, evange- lica. La comunità più importante è quella cattolica, con 6 chiese orientali e una chiesa romana di rito latino: - Chiesa cattolica maronita, sede patriarcale a Bkerké, con 721 par- rocchie e circa 600 preti; - Chiesa greco-melkita, sede pa- triarcale a Damasco (Siria), con circa 250 mila fedeli in varie re- gioni del Libano; - Chiesa siro-cattolica, sede pa- triarcale a Beirut, con una sola diocesi e circa 30 mila fedeli; - Chiesa cattolica armena, sede pa- triarcale a Beirut, con circa 30 mila fedeli, divisi in 8 parrocchie, servite da circa 30 preti e monaci; - Chiesa cattolica caldea, sede pa- triarcale a Baghdad (Irak), con circa 10mila fedeli, 2 parrocchie, a Beirut e a Zahlé; - Chiesa cattolica copta: sede pa- triarcale in Egitto; - Chiesa cattolica di rito latino, sede patriarcale a Gerusalemme (Israele). Vale la pena sottolineare che il Li- bano è l’unico paese dove ci si può convertire da una religione all’al- tra senza rischiare di essere uccisi o fortemente emarginati dalla so- cietà. Nel paese si ricorda ancora la conversione di padre Afif Ossei- ran (1919-1988), proveniente da una grande famiglia sciita, e il suo diventare sacerdotemaronita, che si proclamava «buonmusulmano e vero cristiano». Si convertì all’età di 25 anni, dopo aver letto il «Di- scorso sulla montagna», in parti- colare le parole: «E io vi dico: Amate i vostri nemici». Non ha mai rinnegato la sua doppia realtà. Èmorto 25 anni fa. La fami- glia, tutta musulmana, ancora oggi, ogni anno partecipa a una messa in ricordo del loro defunto. Ciò che in Libano è possibile, è to- talmente impossibile nel resto del mondo islamico. IN LIBANO... È POSSIBILE © Amc/B Bellesi LIBANO

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