Missioni Consolata - Ottobre 2012

gliono mesi per avere il raccolto. “Cosa mangio?” si chiede il cac- ciatore. Il medio e il lungo ter- mine non esistono per lui». Così i bambuti continuano con questa mentalità: vanno a lavo- rare a giornata dai bantu. Alla sera viene dato loro qualcosa da mangiare. Lavoro duro nei campi o trasportare fagotti in foresta. «Diventano lavoratori di sussi- stenza, senza alcuna prospettiva di sviluppo» denuncia padre Fla- vio. «Ragionando con loro abbiamo suggerito: “Definiamo due giorni alla settimana in cui lavorate per voi stessi. Facciamo il campo co- munitario. In questo modo speri- mentate come funziona l’agricol- tura. Quello che ricavate lo divi- dete: in parte da mangiare e in parte lo tenete per seminarlo la prossima stagione. Lo ridistri- buite affinché otteniate nel vo- stro piccolo campo altri risul- tati”». A complemento continuano a raccogliere insetti di tutte le qualità (cavallette, bruchi, ter- miti, larve bianche nelle piante) e catturare topi, lucertoloni, tutto quello che si muove. Un altro problema del pigmeo è affrontare il mondo del denaro. «Quando vedono un mercato, è come un bengodi. Loro non co- noscono i soldi. Arrivano con la carne di selvaggina affumicata, ma non ne quantificano il valore. Fanno lo scambio e ci perdono molto. Non hanno un criterio di valutazione. Noi cerchiamo di farli valutare: “Quanti giorni hai lavorato, hai cacciato, quanta fa- tica hai fatto per procurarti quel pezzo?”». Oggi i pigmei della parrocchia mangiano meno carne, perché usano la cacciagione per scam- bio. La famiglia e i bambini de- vono arrangiarsi con gli insetti. Occorre introdurre altri prodotti, che possano conservarsi. Anche l’educazione sarebbe un diritto acquisito, per tutti i con- golesi. Ma è difficile sensibiliz- zare i genitori all’importanza della scuola, non ne vedono l’uti- lità. Il bambino starebbe tutta la giornata seduto a far niente, quando se ne avrebbe bisogno per andare a caccia. Dovendo poi dare un contributo economico per la scuola, diventa inconcepi- bile. «Stiamo facendo progressi e ci sono diversi bambini pigmei che la frequentano. Sono scuole nei villaggi, quelle dei bantu. Per i pigmei sono previsti due anni di pre scuola specifici, per metterli a livello degli altri, perché il mondo pigmeo è completamente diverso. Ad esempio, il loro modo di contare, valutare non è OTTOBRE 2012 MC 13 MC ARTICOLI un leader diventa importante, perché i bantu lo hanno, mentre se i pigmei si presentano singo- larmente, non hanno autorità. Padre Flavio cerca di spiegare loro l’importanza di organizzarsi: «Dico loro: ”Perché non desi- gnate qualcuno, capace a par- lare, che vi rappresenti? Andate insieme e fate parlare lui”. Attraverso alcuni incontri, faccio loro proposte di questo tipo. Così siamo arrivati a definire i capi accampamento». E ancora di più: grazie al lavoro di accompa- gnamento si stanno creando dei consigli dei saggi, altra istitu- zione estranea alle tradizioni pigmee. «Li ho anche invitati a darsi una piccola struttura, per poter risol- vere i loro problemi di ordine pubblico, senza dover ricorrere al capo villaggio dei bantu. Que- sti infatti arrivano e ne approfit- tano per prendere le loro cose». AUTONOMIA ALIMENTARE Un cacciatore parte al mattino e torna alla sera con qualcosa per mangiare. Se non ha cacciagione sufficiente per la famiglia non torna, resta in foresta finché è necessario. Adesso la selvaggina si è allontanata e la caccia è di- ventata secondaria. Occorre pro- vare a coltivare. «Ma la sera non c’è niente da mangiare, ci vo-

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