Missioni Consolata - Maggio 2012

# In queste pagine: esultanza di un sostenitore di Macky Sall e titoli dei giornali il giorno dopo il voto. # Le manifestazioni a Dakar di fine gennaio e febbraio che sono sfociate in violenze mai viste nel Paese. 52 MC MAGGIO 2012 pubblica del Senegal. Dopo Léo- pold Sédar Senghor, il padre della patria e Abdou Diouf, en- trambi del Partito Socialista, ognuno dei due al potere per 20 anni di fila dal giorno dell’indi- pendenza, il 4 aprile 1960. Diouf è sconfitto al secondo turno da Wade. Nel 1974 Wade aveva fon- dato il Parti démocratique sene- galais (Pds) di cui diventa il primo presidente. Nel 2000 dunque si grida al «cambiamento» e si spera in una nuova era per il Senegal. Ma così non è. Ci si renderà presto conto che il sistema di corru- zione e clientelismo perdura e si diffonde. Il referendum costituzionale del 2001 dota il paese di una nuova Costituzione (la quarta dal 1960). La modifica fondamentale è quella dell’articolo 27: la durata del mandato presidenziale è ri- dotta da 7 a 5 anni (più consona alle democrazie moderne) e il numero di mandati è limitato a due. Una clausola importante sancisce che queste due regole saranno modificabili solo tramite referendum popolare. La nuova Costituzione sopprime inoltre il Senato: il parlamento diventa unicamerale. Finito il primo mandato nel 2007 (Wade era stato eletto quando vi- geva l’altra Costituzione, con settennato), il presidente viene rieletto per altri cinque anni. È il secondo mandato e lui ha 80 anni. In questa occasione il pre- sidente dichiara: «Non potrò più presentarmi in futuro perché ho bloccato la Costituzione su que- sto punto». Ma nel 2008 ci ripensa. Il go- verno (il Senegal è una repub- blica presidenziale, per cui il presidente della Repubblica è il capo dell’esecutivo) fa votare cinque leggi costituzionali, tra le quali quella che modifica l’arti- colo 27, riportando il mandato presidenziale a 7 anni. Il modo con cui l’emendamento viene fatto è però anticostituzionale, in quanto non è stato utilizzato il referendum. DOPO WADE, WADE? Negli ultimi anni Abdoulaye Wade manda avanti suo figlio Karim, facendogli assumere sempre maggiori incarichi di po- tere. Lo nomina presidente del- l’Agenzia nazionale dell’Organiz- zazione della Conferenza Isla- mica (Anoci). Il giovane deve se- guire gli imponenti cantieri per l’incontro internazionale previsto nel 2008 proprio a Dakar. Ma l’Assemblea Nazionale (il parla- mento) lo convoca per cattiva e opaca gestione dei fondi. Il presidente dell’assemblea è Macky Sall, già primo ministro di Wade e suo possibile successore nel partito. Le vieux non lo per- donerà. Karim Wade si candida a Dakar nelle amministrative del marzo © AFP/ ssouf Sanogo © AFP/ Mamadou Toure Behan © AFP/ ssouf Sanogo

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