Missioni Consolata - Maggio 2012

È la sera del 25 marzo, tie- pida e tranquilla come quella di tante domeniche in questa stagione a Dakar. Il presidente del Senegal Abdoulaye Wade telefona a uno dei suoi «allievi», Macky Sall: «Le cose stanno definendosi, la vittoria è tua. Ti faccio i miei complimenti». Macky risponde con malcelata soddisfazione ma con rispetto: «Vi ringrazio!». I senegalesi hanno votato tutto il giorno nella calma, per eleggere il loro nuovo presidente della Repubblica. I concorrenti al bal- lottaggio: «il vecchio» Wade e «l’allievo» Macky. Chiuse le urne alle 18, le proiezioni davano già il secondo con oltre il 60% di pre- ferenze (risultato che si atte- sterà a 65,80%). I timori di un’in- voluzione «modello Costa d’Avo- rio» con il presidente uscente sconfitto che non vuole mollare, sono subito smentiti dalla telefo- nata. Il Senegal è a una svolta storica. UN UOMO OSTINATO Abdoulaye Wade, «le vieux» (il vecchio) come viene sopranno- minato nel suo paese, ha 85 anni, ma ha deciso di attaccarsi al potere, nonostante tutto e tutti. Eletto la prima volta alle consul- tazioni del 19 marzo 2000, que- sto oppositore storico divenne così il terzo presidente della Re- SENEGAL DI MARCO BELLO MACKY SALL QUARTO PRESIDENTE DEL SENEGAL LA SVOLTA DI MACKY Il Senegal conferma la sua tradizione democratica. Il duello finale tra il presidente al potere da 12 anni e il suo giovane allievo si è svolto nella calma. Nonostante i morti di febbraio e i vizi di incostituzionalità. La temuta deriva per il potere è stata arginata. E ora il neopresidente deve rimboccarsi le maniche. © AFP/ ssouf Sanogo

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