Missioni Consolata - Maggio 2012

bolimento del controllo sociale delle comunità di ap- partenenza sui propri membri sia di integrazione nella società «di destinazione». La nuzialità dei citta- dini stranieri, infatti, rappresenta uno degli indica- tori più significativi del processo di stabilizzazione delle comunità immigrate nel nostro Paese. In questo modo, il matrimonio misto si presenta sia come un interessante laboratorio per l’approfondimento delle dinamiche che caratterizzano la relazione coniugale tout court sia come un luogo di sperimentazione e negoziazione di pratiche e significati culturali, so- ciali, religiosi, alimentari, etc. La mixitè 3 , infatti, comporta allo stesso tempo rottura e incontro ri- spetto a quelle che sono le differenze messe in gioco tra i partner; queste rotture e incontri (riferiti da di- versi studiosi del tema come i processi ambigui che continuano a riprodursi non solo all’interno della vita ordinaria della coppia, ma lungo il percorso di vita dei loro discendenti) comportano a loro volta cam- biamenti che possono toccare anche le famiglie dei partner e i gruppi sociali a cui questi appartengono. Da queste unioni derivano così importanti implica- zioni sociali, psicologiche, giuridiche, religiose e an- che economiche a livello collettivo. Da una prospettiva sociologica è interessante consi- derare la distanza che può esistere tra i paesi d’ori- gine dei due coniugi (distanza culturale, economica, politica, demografica, etc.), che si traduce, all’interno dei nuclei familiari, in un’unione tra individui che sono stati socializzati a differenti modelli di compor- tamento (su divisione dei ruoli tra i sessi, educazione MAGGIO 2012 MC 37 MC MATRIMONI dei figli, rapporti con le famiglie d’origine), e spinge a riconoscere che ci sono, in alcuni casi, differenze «più diverse» di altre. G li studi già effettuati su queste nuove forme fa- miliari hanno evidenziato la possibilità di una suddivisione in tre livelli dei problemi specifici che le coppie miste debbono affrontare: il livello inte- rindividuale, il livello intercomunitario e quello inter- statale. Certamente, per ogni individuo, il diventare coppia richiede di «fare i conti» col proprio passato, ed è pur vero che ogni nuova coppia - indipendente- mente dal proprio background -, si trova a compiere un lavoro di «rinegoziazione» di situazioni in prece- denza regolate per ognuno dei due partner da prin- cipi e tradizioni legate alla propria famiglia e alla pro- pria origine. Nella coppia mista si confrontano due in- dividui che, nella loro socializzazione, hanno interio- rizzato due mondi diversi, probabilmente due conce- zioni diverse del matrimonio, ognuno con una propria definizione della realtà. È evidente però che lo sforzo richiesto ai partner sarà direttamente proporzionale alla distanza dei loro mondi rispettivi. In questi am- bienti familiari sarà quindi particolarmente rilevante la capacità di gestione della doppia appartenenza e il grado di conoscenza, per entrambi i coniugi, della cul- tura e del mondo dell’altro. È però importante tenere presente che i comportamenti nella coppia mista non sono ascrivibili né a modelli culturali del paese d’ori- gine né a modelli presenti in Italia, ma sono molto spesso oggetto di un processo di reinterpretazione. © Roberto Brancolini

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